domenica 9 ottobre 2011

Ecstasy (MDMA)

[Traduzioni farlocche di varie fonti integrate tra loro]


L'MDMA viene in genere preso per via orale in pastiglie contenenti 60-120 milligrammi della sostanza, e l'effetto dura dalle 4 alle 6 ore. Comunque, le pasticche che gli utilizzatori chiamano Ecstasy spesso non contengono solo MDMA, ma anche altre droghe come metamfetamina, caffeina, destrometorfano, efedrina. Talvolta vengono vendute pasticche che non contengono affatto MDMA, ma altre sostanze come paracetamolo, ibuprofene, polvere di talco ecc.
Inoltre spesso l'MDMA viene assunta insieme ad altre droge (p.es. marijuana).


L'MDMA aumenta i livelli di attività di almeno 3 neurotrasmettitori: serotonina, dopamina e noropinefrina. Come altre amfetamine, l'MDMA fa sì che questi neurotrasmettitori vengano rilasciati dai loro siti nei neuroni, incrementando l'attività cerebrale.

La serotonina è il più importante neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell'umore, del sonno, del dolore, delle emozioni, dell'appetito, dell'aggressività, dell'attività sessuale. Causando il rilascio di grandi quantità di serotonina, e interferendo anche con la sua sintesi, l'MDMA porta a un significativo impoverimento di questo neurotrasmettitore. Come risultato, il cervello impiega un significativo ammontare di tempo per ricostituire i depositi di serotonina necessari per eseguire importanti funzioni fisiologiche e psicologiche.

Studi sugli umani hanno mostrato che l'MDMA ha effetti notevoli sul sistema cardiovascolare e sull'abilità del corpo di regolare la propria temperatura interna (il che in rari casi è fatale). Sotto l'effetto di MDMA, un incremento della attività fisica fa aumentare il battito cardiaco significativamente, ma il cuore non riesce a rispondere nel modo usuale, cioè aumentando l'efficienza con cui pompa il sangue. Poiché l'uso dell'MDMA è spesso associato ad intensa e prolungata attività (come ballare), gli effetti dell'MDMA sul cuore potrebbero aumentare il rischio di danni cardiaci o altre complicazioni cardiovascolari in individui predisposti. Fa aumentare inoltre la pressione sanguigna.

Dosi acute di MDMA causano cambiamenti nei sistemi della dopamina e serotonina. I cambiamenti nei neuroni dopaminergici è provvisorio, ma i dati suggeriscono che quelli sul sistema della serotonina durino a lungo. Inoltre esami sulla funzione del cervello più in generale hanno mostrato che gli effetti dell'MDMA si estendono a regioni del cervello che si pensa siano coinvolte i processi mentali superiori. Questi risultati hanno creato preoccupazioni sui possibili effetti di lungo termine su utilizzatori di MDMA sia regolari che occasionali.

L'MDMA può causare confusione, depressione, problemi del sonno, ansia. Questi problemi si possono verificare tanto subito dopo aver preso la droga o, certe volte, giorni o settimane dopo.

Conseguenze durature funzionali dell'MDMA: comportamentali, d'umore, psichiatriche e cognitive


Poiché l'MDMA produce deficit duraturi nelle funzioni della serotonina, e poiché queste sono implicate nell'eziologia di molti disturbi psichiatrici come depressione e ansia, i ricercatori sospettano che gli utilizzatori di MDMA possano avere più psicopatologie di chi non ne fa uso.
In realtà, i ricercatori hanno trovato che utilizzatori frequenti di MDMA manifestano una costellazione di cambiamenti psichiatrici, e ottengono punteggi significativamente più alti sulle misure di tratti ossessivi, ansia, pensieri paranoici, disturbi del sonno, tra gli altri.

Ci sono sempre più evidenze da vari studi sugli umani che l'uso dell'MDMA può avere effetti di lungo termine sulla memoria. Nessuno di questi studi è perfetto, avendo tutti dei problemi metodologici, come per esempio il fatto che la maggior parte degli utilizzatori di MDMA fa uso di altre sostanze, come la marijuana. Nonostante ciò i risultati in generale che emergono in tutti gli studi è che l'MDMA ha impatti sull'abilità di usare la memoria in un modo che può incidere il suo uso in compiti quotidiani.

Poiché molti studi hanno mostrato che i deficit serotoninici causati dall'MDMA sono persistenti, durando almeno 7 anni in uno studio sui primati non umani, è importante determinare se i deficit psicologici e mnemonici associati a un uso più moderato si annullano dopo un certo periodo di tempo. Questo è un punto abbastanza importante perché gli utilizzatori principali di MDMA sono relativamente giovani.

Attualmente la maggior parte degli studi si è concentrato su utenti di MDMA in astinenza per periodi che vanno da poche settimane a pochi mesi, e hanno mostrato che gli effetti psichiatrici e cognitivi negativi associati con la droga sono persistenti.

Non ci sono studi che rispondono definitivamente alla domanda se l'MDMA causa danni permanenti alla memoria. Cautelativamente si può dire però che nessuno studio evidenzia che l'MDMA sia una droga benefica o sicura anche quando presa con moderazione. Infatti, prendere l'MDMA a qualunque dosaggio porta con sé il rischio di danni fisiologici, psicologici e cognitivi su utenti vulnerabili.


Dipendenza


Per certe persone, l'MDMA può creare dipendenza. Un sondaggio su giovani adulti e adolescenti che ne fanno uso ha mostrato che il 43% di questi rientra nei criteri diagnostici per la dipendenza, come evidenziato dall'uso continuativo nonostante la conoscenza dei danni fisici e psicologici, degli effetti dell'astinenza, e tolleranza (diminuzione degli effetti percepiti: sono necessarie dosi maggiori per provare le stesse sensazioni).

Sintomi di astinenza da MDMA includono fatica, perdita di appetito, sentimenti depressivi [depressed feelings] e problemi di concentrazione.


Quel che penso


Che non frega a nessuno ma comunque... secondo me...

Lasciando da parte danni fisici reversibili o meno, il problema della dipendenza da certe sostanze parte dal fatto che sono in grado di dare sensazioni piacevoli, che siamo programmati per apprezzare (perché la sensazione piacevole in origine è un modo per "attirare" l'animale verso certi comportamenti), o annullare/attutire dolori fisici o psicologici, che siamo programmati per evitare (perché associati a pericolo ecc.).

Se queste sostanze non alterassero dei meccanismi fisiologici, la dipendeza sarebbe puramente "psicologica": prendo questo per sentirmi bene (il che include sia il piacere in senso "attivo" che come conseguenza dell'annullamento di un dolore). Se ci fosse una sorgente esterna di piacere, o dovesse cessare l'origine del dolore, allora si potrebbe smettere l'uso senza problemi.

Invece ciò che accade è che queste sostanze rendono più difficile provare piacere o "allontanarsi" dal dolore con meccanismi naturali. Ne segue la dipendenza (anche) perché ciò che prima ci poteva dare piacere (una espressione che uso in senso lato) non è più uno stimolo sufficiente. Anche la realtà può diventare ad un certo punto piatta e noiosa. L'unico rimedio è riprendere la sostanza, a cui rimangono associate sensazioni piacevoli in contrapposizione a quelle piatte o dolorose della realtà "normale".

In questo modo la droga si impadronisce di fatto della nostra percezione del mondo e rischia di diventare l'unico modo in cui si attivano quei meccanismi che ci fanno star bene, danneggiati/compromessi appunto dall'uso della droga.

A questo punto si è nella spirale e c'è il forte rischio di non riuscire a uscirne, e la mancanza di consapevolezza del problema non aiuta (chi entra in questi meccanismi è convito di poter smettere con la facilità con cui preme un interruttore per spegnere una luce; chi entra in questi meccanismi, talvolta manifesta anche il buon proposito di smettere, ma poi non lo fa).

Questo rischio è tanto più alto quanto le persone coinvolte hanno, diciamo in senso non tecnico, una psicologia fragile, condita con l'edonismo vuoto di una generazione affetta da un male sociale che non saprei bene inquadrare e definire; ma se vogliamo buttarci la "politica" di mezzo, può essere in parte un effetto dei tentativi di creare il consumatore perfetto e compulsivo richiesto dal sistema economico.

Aggiunta


Probabilmente alcune cose sono legate al sistema "premio" (in inglese "reward system"), che è coinvolto in qualche modo (anche se forse meno di quanto lo sia per la cocaina, che lo altera di sicuro chimicamente, mentre io qui intendo più che altro a livelli psicologici — anche se qualcuno può obiettare giustamente che anche questi derivano da modificazioni chimine nel cervello).

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