Il Mattarella vaniparla di
- libertà di stampa,
- ruolo del Presidente della Repubblica
- …
Cabras:
[…] le guerre non sono dei funghi che spuntano nella notte, non sono degli eventi improvvisi. Lo sono per molti milioni di persone che si informano soltanto con il mainstream e che quindi si trovano di fronte alla realtà della guerra all'ultimo momento e allora dicono: come è potuto accadere? cosa è successo?
Le guerre si preparano nel tempo, negli anni. È un lungo lavoro di preparazione nei confronti dell'opinione pubblica con azioni che apparentemente sono anche insensate. Questa cosa delle tombe da preparare […] è un modo per preparare l'opinione pubblica, gradualmente, a un clima in cui deve considerare i russi come nemici che inevitabilmente, prima o poi, causeranno molti morti nella popolazione. Quindi devi già pensarli in quella chiave in cui quelli sono il tuo nemico, quelli che ti possono uccidere.
Ed è il contrario di quello che hanno fatto le democrazie o i paesi che hanno avuto una qualche aspirazione democratica per decenni, che dicevano: non bisogna avere paura, bisogna affrontare gli eventi con coraggio, con apertura e creare un clima di pace.
Adesso quello che dicono, come prima cosa, nei confronti del proprio obiettivo numero uno, che non è la Russia ma proprio il pubblico, la propria popolazione, [è]: devi avere paura. Devi assolutamente avere paura. E devi così docilmente metterti nella mani di chi governa i processi, perché sa le cose, perché si va per la guerra e ti dobbiamo proteggere.
Nota sulla “legge russa”: bollata così per stuzzicare i diversamente-pensanti e fare pressioni sulle opinioni pubbliche per privare la Georgia, tramite una becera forma di colpa per associazione, del suo legittimo diritto a tutelarsi da ingerenze straniere. Infatti la legge serve a rendere difficili tanto le ingerenze dell'impero borgatlantico quanto quelle di altri attori come la stessa Russia.
Per controbilanciare lo strapotere della propaganda interna (che segue la sceneggiatura dei diversamente alleati) e non fermarsi alla superficialità conformista e reazionaria dei mezzi di comunicazione di massa tradizionali e certificati — cioè quelli che fanno il lavoro controllati da chi è interessato a limitare le informazioni e le idee in circolazione nell’opinione pubblica.
A novembre (2018) i russi fermano tre navi ucraine, arrestano e condannano a due mesi i marinai. Il motivo? Secondo i russi le tre navi, dirette verso lo stretto di Kerch, hanno sconfinato nelle loro acque territoriali e non hanno risposto alla richiesta di fermarsi. Per le navi che vogliono passare attraverso lo stretto di Kerch la procedura prevede un preavviso di 48 ore e la conferma 24 ore prima del passaggio1. I russi dicono che questo protocollo non è stato rispettato, da cui segue il blocco delle navi per sconfinamento. Un «incidente di confine», insomma.
Per Poroshenko, invece, si tratta di un attacco all'Ucraina; chiede solidarietà al “mondo occidentale”, fa entrare in vigore la legge marziale per trenta giorni, in modo da avere i poteri speciali necessari per fronteggiare la minaccia di un'offensiva di terra dei russi che, dice, Putin sta preparando (Poroshenko ha le prove…), e spera che la NATO, di cui vorrebbe che l'Ucraina faccia parte2, invii navi nel mare di Azov, “richiesta” che non è piaciuta molto alla Merkel.
Poroshenko mostra i passaporti di soldati russi: è la prova schiacciante, tangibile e visibile della presenza militare russa in Ucraina. Vedendo questa prova, chi potrebbe mai dubitare?