domenica 28 settembre 2025

Da tagliagole a signore

Nell’immagine1 di sopra vediamo Muhammad al-Julani (la traslitterazione può variare, specie in inglese: Joolani, Jawlani, …), nel 2016 leader di Jabhat Fatḥ al-Shām, cioè in pratica del fronte al-Nuṣra, organizzazione terroristica affiliata ad al-Qāʿida e operante in Siria, poi fusasi nel 2017, insieme ad altri gruppi, in un’altra entità dedita al terrorismo, Hay’at Tahrir al-Sham (HTS).

La stessa identica persona, ripulita, strigliata e ribattezzata Aḥmad Ḥusayn al-Sharaʿ — a quanto pare cambiarsi ufficialmente nome è una cosa normale che si fa in quattro e quattro otto, proprio come nel mondo del cinema — è stata fatta diventare, a partire dal 29 gennaio 2025, il nuovo presidente della Siria, in sostituzione del deposto Baššār al-Assad2; al cospetto del quale evidentemente il tagliagole (ex!) al-Julani è, secondo il nuovo metro occidentale, un mite agnellino senza colpe, un partner affidabile, un uomo su cui puntare e che può governare meglio di al-Assad (cattivissimo) — questo è quello che ci stanno dicendo, in pratica: l’ex tagliagole, che evidentemente nessuno ha intenzione di processare per nessun crimine, è degno di essere presidente di una grande nazione come la Siria. Un’ottima carriera, no?3

Ma come è possibile questa “riconversione” da affiliato tagliagole a signore elegante che stringe mani e si siede ai tavolo dei grandi, in posti dove altri criminali, veri o presunti, non sono ben accetti? Come è possibile che una persona del genere si trovi a conversare amabilmente con vari politici, inclusa la quella che dice Sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana, come se niente fosse?

Jabhat Fatah al-Sham (JFS) — Siria. Originariamente emersa nel gennaio 2012 come Jabhat al-Nusra; ha giurato fedeltà ad al-Qaeda nell’aprile del 2013 e si è ribattezzata a metà del 2016, asserendo di non essere più una affiliata [di al-Qaeda].4

Secondo me si può spiegare facilmente: basta pensare che questi personaggi sono attori (pupazzi senzienti) che recitano una parte scritta per loro da copywriter. Come sappiamo, in diversi film lo stesso attore può recitare diversi ruoli — a volte può recitare più ruoli nello stesso film.

Dietro agli attori ci sono apposite scuole di recitazione e agenzie di casting, e poi tutto il supporto pubblicitario per vendere il prodotto (attore + film).

Ad al-Julani fu assegnata la parte di terrorista, sebbene con modalità diverse da Osama bin Laden, all’inizio finanziato dagli USA in Afghanistan in funzione antisovietica, e diverse pure da al-Baghdadi, che grazie alla prigionia nel Campo Bucca (nel sud dell’Iraq) riuscì ad organizzare, pianificare e radicalizzare altri detenuti.

Dimostrò di essere capace di seguire bene il copione e versatile nelle sequenze di azione dei vari film, tra cui c’è quello più importante per la sua agenzia di casting e anche per la sua carriera: la destabilizzazione della Siria (nel 2011, all’interno del più vasto progetto delle primavere arabe)5. Ed è in questa miniserie che ha recitato nel ruolo del capo del fronte al-Nusra, uno dei principali attori della ribellione.

Nel corso degli anni, al-Julani ha cercato di prendere le distanze da al-Qaeda, anche cambiando il nome del suo gruppo in Hay’at Tahrir al-Sham (HTS). Questa mossa era vista come un tentativo di ottenere maggiore legittimità e supporto internazionale, presentandosi come un’alternativa più moderata rispetto ad altri gruppi jihadisti.

Recitando sempre come membro del suo HTS, consolidò il suo controllo su Idlib, nel nord-ovest della Siria. La miniserie, dopo episodi che per lo più mi sono ignoti, ha il suo gran finale nella cacciata di Assad nel dicembre del 2024: del resto i produttori della miniserie avevano questo in mente fin dall’inizio.

È a questo punto che, essendo finita la miniserie in questione, ci si poteva chiedere che fine avrebbe fatto al-Julani. Come quegli attori che iniziano a recitare giovanissimi in sitcom che durano lustri, e quando la sitcom finisce e il loro personaggio non serve più, devono trovarsi qualche altra cosa a loro congeniale, con il rischio che sia un flop perché gli spettatori continuano a vedere lo stesso viso e l’associano al personaggio precedente.

Infatti alcuni attori rimangono bloccati nel ruolo storico e non riescono a trovare altro o a voltare le spalle all’altro sé stesso. Ma al-Julani ha un ottimo entourage alle spalle, professionisti tra i migliori, e forse ci tiene anche ai compensi promessi. Così è subito pronto ad interpretare un nuovo personaggio in un altro copione. Un ruolo del tutto diverso dal precedente, anche se vicino geograficamente: infatti lo scenario è lo stesso usato dalla miniserie precedente.

Un po’ di trucco e parrucco, un cambio di nome — perché se Jennifer Aniston fa la parte di Rechel Green in Friends, non è che poi si può chiamare sempre Rechel Green quando recita un’altra parte in un’altra sitcom o in un nuovo film! — ed ecco il nuovo personaggio: presidente (ad interim eh!) della Siria.

Ripeto: ruolo recitato dallo stesso attore.

Ma sappiamo dal consumo massiccio di hollywoodianate che è perfettamente normale che lo stesso attore reciti ruoli diversissimi in altre pellicole; è perfettamente accettabile che Robert Englund sia il mostruoso irredimibile Freddy Kruger in Nightmare e lo stesso Robert Englund sia anche Crazy Man Cooper in La compagnia degli strilloni.

Perché in fondo questa non è la realtà: è solo un brutto film distopico.

Sulle manipolazioni USA per i loro fini

Il fatto di finanziare qualunque cosa, losche figure incluse, purché torni utile (tanto una storiella per far ingoiare la pillola alle masse zombificate si trova sempre) non è un fatto eccezionale per gli USA. Cioè, non dobbiamo credere che finanziare bin Laden sia stata una brutta cosa “necessaria” fatta all’epoca (perché c’erano i cattivissimi comunisti sovietici) e che cose del genere non si siano ripetute, anche in diverse forme, più di recente.

In realtà è una prassi degli USA: esportare caos, promuovere o pianificare primavere e rivoluzioni colorate, finaziare gruppi armati locali che possano ostacolare il loro nemico e rendere caotico lo stato sociopolitico… Perché in questo caos la pax americana prospera, insieme al suo mito. E chi se ne frega se per ottenere questa “pax” hanno finanziato tagliagole e altre personcine per bene.6

Insomma per gli USA sono cose di ordinaria amministrazione. Sono esperti. Dopo il 2001, poi, hanno fatto anche altri tipi di esperienze, ancor più agghiaccianti.7

A proposito di ciò, per puro caso ho ascoltato poco fa un video dal canale Il Vaso di Pandora, con ospiti Fracassi e Pascali, in cui, parlando di fatti più recenti (la questione Trump e Venezuela), Pascali ha detto:

La stampa russa ha anche riportato un fatto molto interessante: che alcuni di questi signori che lavorano per i cartelli e poi vengono mandati in Ucraina a fare addestramento, sono stati reclutati dalla CIA e dalla DEA […].

Vanno nelle prigioni, reclutano quelli più feroci, quelli più pazzi, quelli più criminali e li mandano in Ucraina. A questo punto la percentuale tra ucraini […] e non ucraini […] sta diventando sempre più drastica, questa differenza

Naturalmente ci si può inventare che la fonte (stampa russa) non è affidabile — a differenza della nostra stampa che invece lo è, non si sa in base a quale valutazione oggettiva.8

Purtroppo per i detrattori, però, quanto raccontato dalla stampa russa non è una novità: è un modus operandi ben consolidato e noto, come accennato su, e come tale più che verosimile: altamente probabile, quasi certo.

Ora va ricordato che propaganda e disinformazione non sono sinonimi, anche se spesso erroneamente si dice “propaganda” per dire che è una bugia o una cosa falsa. Non è così. Anzi: quelli bravi in propaganda sanno che la migliore è quella che racconta la verità. Se hai da spiattellare al pubblico una scomoda verità che tira acqua al tuo mulino, sei a cavallo.9

La peggiore propaganda, nelle epoche di genti non lobotomizzate, è quella che racconta bugie che possono essere facilmente smentite da chiunque.

Però, c’è almeno un però.

Purtroppo oggiogiorno possono riuscire ad usare la peggiora propaganda per ottenere i loro scopi, grazie alla mancanza di senso critico e raziocinio delle masse — anni di campagne di rincoglionimento sono serviti, coadiuvati da un conformismo becero (alimentato dalla confusione tra cultura/intelligenza e nozionismo) e dalla convinzione, che è più un atto di fede, di vivere in paesi superiori, migliori, liberi, giusti, onesti, che non fanno cose malvage e informano sempre correttamente. Questo mito è costruito come si farebbe con le favole per bambini. In effetti, l’infantilizzazione della società è fondamentale per far sì che l’opinione pubblica sia permeabile solo alla propaganda delle figure genitoriali accudenti, che sono quelle che hanno la cattedra e possono dirti, a loro discrezione e senza che tu li metta in dubbio, di chi sospettare e di chi fidarti.


  1. Presa da The jihadi threat — ISIS, al-Qaeda, and beyond

  2. Che dovrebbe aver trovato asilo in Russia. Questo perché l’Unione Sovietica era un alleato contro le potenze occidentali, con una forte cooperazione culturale (professionisti e quadri militari siriani studiavano in Russia), politica, economica e militare: la base navale di Tartus consentiva la presenza dell’URSS nel Mediterraneo. La Russia aiutò la Siria durante la guerra civile siriana (dal 2011), anche con sostegno aereo (2015) per impedire la caduta del governo e continuare a garantirsi Tartus e Hmeynim (l’accesso al Mediterraneo), ma pure per contrastare gruppi estremisti e jihadisti che costituivano una minaccia anche per Mosca — proprio quei gruppi estremisti da cui emerge al-Julani, quei tagliagole che la gang occidentale non si è fatta scrupoli ad allevare per raggiungere gli obiettivi (il rovesciamento del governo) a ogni costo. Un’ingerenza distruttiva che i cani ammaestrati, i professionisti dell’informazione, non hanno descritto come ignobile (e pericolosa) ingerenza negli affari di una nazione sovrana: sono principi fumosi da tirare in ballo solo quando le ingerenze (vere o presunte) sono attribuibili ai nemici degli USA, non quando siamo “noi” a farle… La Russia ha continuato a sostenere Bashar al-Assad finché ha potuto, ma giustamente non si è proposta per un intervento diretto, al quale sarebbe mancato il supporto siriano stesso — i Russi non sono americani, per fortuna. Quindi nel 2024 il governo è caduto, non opponendo resistenza ai risvegliati mastini addestrati dall’«uccidente» (Fusaro) — mastini che non se ne erano andati via. Così alla fine sono riusciti a mettere il loro attore, lo stesso che prima recitava nel ruolo di leader dei tagliagole. La Russia ha dato asilo ad Assad e pragmaticamente cerca di intrattenere buone relazioni con il governo (di transizione…) di al-Julani (o come si fa chiamare adesso). È comunque una spina nel fianco: una sconfitta politica della Russia, costretta anche a doversi allisciare un governo che chiaramente è espressione delle potenze destabilizzatrici (USA e combriccola). Questo è quanto si può dire guardando la superficie degli eventi. Ma ho l’impressione che le questioni in gioco in Siria, anche adesso, siano veramente intricate. Una partita difficilissima per tutti gli attori coinvolti. (Attori in senso lato, non nel senso stretto usato per al-Julani, Zelenskyj, ecc. Forse per non fare confusione questi andrebbero descritti come marionette o pupazzi).

  3. Ma a pupazzi come al-Julani e Zelenskyj (e a Navalnyj, se fosse ancora vivo), conviene ricordare quel detto kissingeriano che più o meno, parafrasato, suona così: essere nemici degli USA è pericoloso, ma essere amici degli USA è fatale. Sembra che Henry Kissinger abbia espresso il concetto in una conversazione con il ministro degli affari esteri thailandese (Chatichai Choonhavan) avvenuta il 26 novembre 1975. L’accusa, se si può chiamare così, viene dall’osservazione che gli USA abbandonano gli alleati quando non servono più ai loro scopi e contemporaneamente non si fanno scrupoli a impegnarli in conflitti e situazioni che li devastano. È ciò che sta succedendo di nuovo proprio ora in Europa.

  4. Mapping Militant Organizations, “Jabhat Fatah al-Sham (Formerly Jabhat al-Nusra)” Stanford University, ultima modifica 25 agosto 2016, web.stanford.edu/group/mappingmilitants/cgi-bin/groups/view/493.

  5. Ne accenno in un’altra nota. L’epilogo della serie televisiva arriva nel 2024, quando viene scacciato Assad e al-Julani può finalmente recitare un’altra parte sotto gli occhi di tutti.

  6. I bravi ragazzi, che restano bravi anche quando sterminano, a patto che tale sterminio non intralci i piani e gli interessi degli USA.

  7. Perché aspettare che un gruppo si radicalizzi e impari come fare un attentato che è difficile da prevedere e quindi impedire? La cosa migliore è gestire il processo, in modo da sapere esattamente chi, quando, dove e come (il perché è usato come leva, ma non è necessario a livello operativo). Per questo motivo una strategia che fa aumentare il numero di attentati sventati è quella di essere gli autori degli attentati! Sembra impossibile e incredibile? Eppure è così. Prendono dei ragazzini scemi, con certe idee e zero capacità di realizzarle, e gli danno spintarelle nella direzione giusta. Se non abboccano, tanto meglio: significa che in fondo non erano così cattivi. Se invece abboccano, … li fanno procedere, fornendogli anche i mezzi e a volte le idee. Finché poi… zac! Beccati con le mani nel sacco. La domanda da porsi è: quanti di quelli, senza le spintarelle e i mezzi forniti dai “buoni” sarebbero stati in grado davvero di portare avanti le loro fantasie? Fantasie le cui radici affondano nella stessa politica “americana”. Insomma se la suonano e se la cantano. • A proposito delle idee, ricordo il seguente episodio: un gruppetto di disagiati voleva fare un attentato dimostrativo. La loro idea però era troppo sciocca e poco shockante per il pubblico che doveva essere terrorizzato. Non ricordo i dettagli, ma era a livelli di “bomba dentro un secchione dell’immondizia”. Magari qualche morto ci scappava, ma per l’agente infiltrato l’impatto era minimo e il gioco non valeva la candela. Quindi li convinse a voler realizzare un’altra idea proposta proprio da lui e che era un attentato a un ponte (se non ricordo male). In effetti molto più spettacolare, più cinematografico. Questo tipo di operazione si chiama infiltrazione preventiva. Questa tattica è molto dibattuta a livello etico e legale, specialmente negli Stati Uniti (dove è ampiamente usata dall’FBI), per il rischio che l’agente o l’informatore non si limiti a “guidare” ma arrivi a “creare” il crimine, spingendo il sospettato (che magari non aveva la capacità o la ferma intenzione iniziale) a commettere un reato. Questo fenomeno è legalmente definito come “Entrapment” (istigazione a delinquere o adescare). È già agghiacciante per i crimini ordinari; se applicata all’antiterrorismo, poi, è ben oltre il mostruoso. Da notare che gli attentati sventati in questo modo contano come attentati “veri” sventati, quando in realtà è possibilissimo che, senza l’aiuto dell’agente infiltrato, non si sarebbero mai verificati. Cioè non avrebbero fatto statistica né tra gli attentati portati a segno né tra quelli sventati. E quest’ultima statistica evidentemente è quella che gli interessa, perché gli garantisce i fondi (gli stipendi…) necessari per portare avanti la loro fondamentale (lo dicono le statistiche!) opera. Un circolo vizioso infernale. È anche per circoli viziosi e pozzi neri come questo che la spesa ipertrofica della “difesa” USA è, all’atto pratico, molto poco efficiente.

  8. Nessuna: sono preconcetti alimentati dalla potentissima propaganda endotropica. Per inciso: il potere della propaganda dalle nostre parti è potenziato dal fattore moltiplicativo cinematografico che ha colonizzato il nostro immaginario e la nostra rappresentazione del mondo di cui non possiamo avere esperienza diretta.

  9. Se c’è un’informazione vera che può far cambiare l’opinione pubblica media su un certo argomento, quell’informazione vera potrà essere usata da chi si avvantaggia da quel cambiamento di opinione. E questa è la forma più potente di propaganda, perché retta da fatti comprovati. (Quando i fatti, pur se veri, non possono essere dimostrati veri agli occhi dei destinatari, la propaganda avversa farà in modo di metterli in dubbio per rispostare le opinioni dall’altra parte… E così via.)

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