Riporto parte del testo della voce Ucraina nell’enciclopedia universale Rizzoli–Larousse, 1964.
Note, enfasi e quanto altro non può apparire su un testo stampato, sono stati aggiunti da me.
[…] repubblica federata dell’URSS, la seconda per popolazione dopo la Repubblica Russa e la terza per estensione […]
Geografia
L’Ucraina occupa la parte meridionale della pianura russa […] è separata a est e NE dalla Repubblica Russa e a nord dalla Russia Bianca mediante confini determinati non da limiti geografici ma da limiti di popolazione1. A ovest un confine anch’esso solo politico lo separa dalla Polonia e dalla Cecoslovacchia2, inglobando dal 1945 l’Ucraina subcarpatica3, al confine con la Romania […]
Il territorio dell’Ucraina è prevalentemente pianeggiante […]
Per la maggior parte la popolazione è costituita da Ucraini; vi sono inoltre Russi, minoranze di Polacchi, Romeni, ecc.
L’Ucraina è la più grande regione agricola dell’URSS […] Nelle zone litoranee della Crimea, soggette a clima mediterraneo, sono possibili colture di tipo subtropicale, quali viti e agrumi […]
L’Ucraina, favorita dal clima e dal terreno per l’agricoltura, occupa anche un posto importante nell’URSS per le sue ricchezze minerarie: soprattutto per il bacino carbonifero del Donbass […], i giacimenti di petrolio ai piedi dei Carpazi, che forniscono anche buone quantità di gas naturale […] e inoltre minerali di ferro a Krivoj Rog, manganese a Nikopol’, fosforite e grafite. […]
La grande regione dell’industria pesante è il Donbass (siderurgia, metallurgia dei metalli non ferrosi, chimica pesante, attrezzature industriali, macchine utensili, materiale ferroviario […]).
[…]
L’Ucraina si affaccia sul mare per un lungo tratto, con porti di notevole importanza: sul mare d’Azov, Ždanov e Berdjansk, che sono strettamente legati al bacino del Donbass, ne ricevono carbone e importano ferro dalla Crimea (Kerč) […]
La città più importante sul Mar Nero è Odessa, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, grande porto e centro industriale.
Nella penisola di Crimea si trovano i porti di Sebastopoli e di Kerč, anch’essi con industrie sviluppate nel settore metallurgico; ma la penisola è importante soprattutto per le sue famose stazioni climatiche e di cura, tra cui Alupka, Jalta, Alušta.
Storia
L’individualizzazione del popolo ucraino in seno alla grande famiglia degli Slavi orientali si può far risalire all’epoca della decadenza del principato di Kiev (XII sec.). È di questo periodo la formazione, tra il Dnepr e i Carpazi, del principato russo di Galizia-Volinia, fondato sulla coesistenza di comunità cattoliche e ortodosse. Mantenutosi indipendente durante le invasioni mongole del XIII sec., tale Stato fu tuttavia continuamente esposto agli attacchi dei più potenti vicini occidentali. Gli Ungheresi occuparono le regioni carpatiche; i Lituani presero la Volinia e di qui estero le loro conquiste fino a Kiev e alla Podolia; i Polacchi conquistarono la Galizia e la Rutenia Rossa. Con l’unione personale polacco-lituana del 13864 tutta la regione cadde sotto il dominio seppur indiretto della Polonia, che promosse l’assimilazione alla Chiesa cattolica delle comunità ortodosse locali (Ruteni) e favorì la penetrazione della nobiltà polacca nei territori occidentali del paese. Ciò contribuì ad allentare i legami della regione con il resto del mondo russo, ma realizzò solo in parte l’assimilazione della popolazione locale a quella polacca cattolica, a causa del tenace particolarismo che rimane poi una costante della storia ucraina fino al XX sec.
Il passaggio della proprietà terriera dalle mani della declinante aristocrazia rutena in quelle della dinamica e ben più esosa piccola aristocrazia polacca e il peggioramento delle condizioni dei contadini finirono per determinare un potente fenomeno migratorio delle popolazioni galiziano-voliniche verso le spopolate steppe sudorientali del bacino del Dnepr. Fu in questa «marca di confine» (o ukraina, come era chiamata dagli Slavi) e dall’esigenza di difendere le nuove terre dalle razzie dei nomadi tartari che presero corpo le prime comunità di Cosacchi5, libere da corvées e da imposte. I ripetuti tentativi della Polonia, diventata nel frattempo sovrana diretta della regione (Unione di Lublino, 15696), di ricondurre sotto la propria autorità la nazione cosacco-ucraina, sia inserendo alcuni reparti cosacchi nell’esercito polacco (i cosiddetti «cosacchi registrati») sia forzando i Ruteni7 all’unione con Roma (sinodo di Brest-Litovsk, 1596), provocarono dalla fine del XVI secolo una serie di rivolte. Decisiva fu quella del 1648, capeggiato dall’atamano8 Bogdan Chmelnitzkij, che pose l’Ucraina sotto la protezione della Russia (accordo di Perejaslav, 1654)9. Ne seguì un lungo conflitto tra Polonia e Russia che portò alla spartizione del paese (trattato di Andrusovo, 1667)10; alla Polonia restarono le terre a ovest del Dnepr; alla Russia toccarono i territori orientali con Kiev, dove il governo moscovita in parte favorì la trasformazione dell’elemento cosacco in nobiltà terriera, in parte se ne valse per la colonizzazione delle steppe meridionali e della Siberia. Ma mentre in Ucraina occidentale non vi furono apprezzabili mutamenti rispetto al passato, in quella russa il fallito tentativo dell’atamano Mazepa di ristabilire l’indipendenza ucraina contando sull’appoggio svedese (1708-1709) provocò una pesante opera di snazionalizzazione11. Tale opera, iniziata da Pietro il Grande, con l’introduzione nel paese, ribattezzato Piccola Russia, di guarnigioni rosse e con il divieto di usare il dialetto ucraino12, culminò sotto Caterina II, che soppresse le ultime vestigia delle libertà cosacche […] e aprì l’Ucraina alla colonizzazione straniera (Russi, Serbi, Tedeschi), facendone una base per la conquista della Crimea (annessa nel 1783). Le spartizioni della Polonia (1772-1795) e i regressi dell’Impero ottomano (1775-1812) portarono a una nuova divisione tra Austria (Rutenia subcarpatica, indicata anche come Russia [subcarpatica] o Ucraina subcarpatica, Bucovina e Galizia) e Russia (Piccola Russia, Volinia e Bessarabia). Nella zona russa la politica di compressione nazionale fu approfondita sia con l’esproprio dei latifondi polacchi, sia con la persecuzione delle società autonomiste (confraternita di Cirillo e Metodio, ispirata da Ševčenko, 1846) o anche semplicemente culturali. Più mite fu il regime austriaco, che accordò seppur limitate libertà ai Ruteni.
Lo scoppio della prima guerra mondiale e le brutalità compiute dall’esercito russo in Galizia crearono le premesse per un forte movimento separatista. Nell’aprile del 1917 […] La Società dei progressisti costituì a Kiev un’assemblea (rada) nazionale ucraina, che nel novembre successivo proclamò la Repubblica Democratica Ucraina Indipendente. A questa i bolscevichi contrapposero un governo sovietico ucraino con sede a Charkov (dicembre) che fece marciare le sue truppe su Kiev. Costretto a riparare a Žitomir, dopo aver proclamato la completa indipendenza (gennaio 1918), il governo della rada concluse la pace separata con gli Imperi centrali (Brest-Litovsk, 9 febbraio 1918) ottenendone l’appoggio contro i bolscevichi, che furono ricacciati oltre Kiev (marzo-maggio 1918). Fin da aprile, intanto, le forze austro-tedesche d’occupazione al comando del generale von Eichhorn13 avevano rovesciato (aprile) il governo della rada e affidato il potere all’atamano14 Skoropadskij15, filozarista. Con il crollo degli Imperi centrali, questi fu a sua volta deposto dall’autonomista Petljura16 (dicembre), mentre in Galizia un consiglio nazionale ucraino, ispirato dall’Austria, dava vita a una repubblica d’Ucraina Occidentale (Leopoli, dicembre 1918). L’unione dei due stati ucraini (gennaio 1919) ebbe vita effimera. Mentre l’esercito polacco rioccupava la Galizia (novembre 1918 - giugno 1919), l’Ucraina orientale divenne campo di battaglia tra i «bianchi» del generale Denikin17, i nazionalisti di Petljura e l’Armata rossa. Dopo l’eliminazione di Denikin, protagonisti della lotta contro i sovietici rimasero i polacchi intervenuti nel conflitto occupando Kiev (maggio 1920) con il pretesto di sostenere i nazionalisti. La guerra russo-polacca che ne seguì rese gran parte dell’Ucraina alla sovranità sovietica (trattato di Riga, 18 marzo 1921)18; alla Polonia rimasero le frontiere orientali del 1792 (Galizia e Volinia), confermate poi nel 1923 dagli Alleati, che attribuirono pure la Bessarabia19 e la Bucovina20 alla Romania e l’Ucraina o Russia subcarpatica21 alla Cecoslovacchia22. Nell’Ucraina sovietica, costituita in repubblica federativa dell’URSS (30 dicembre 1922) il governo di Mosca attuò ben presto una politica repressiva applicata anche dai Polacchi in Galizia. Sorte diversa subì l’Ucraina subcarpatica23, divenuta dopo Monaco sede di un governo filonazista (ottobre 1938) e annessa in due tappe (novembre 1938 e marzo 1939) dall’Ungheria.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, l’URSS annetté i distretti ucraini della Polonia e della Romania (settembre 1939, giugno-luglio 1940). Poco dopo l’intera Ucraina fu occupata dai Tedeschi (1941-9142) che la costituirono in commissariato del Reich, con a capo il Gauleiter24 Koch. Al termine del conflitto la repubblica sovietica d’Ucraina, riconosciuta membro fondatore dell’ONU (1945), integrò in via definitiva i suoi distretti periferici (Galizia orientale, Volinia, Podolia, Russia subcarpatica, Bessarabia meridionale e Bucovina settentrionale), cui si aggiunse nel 1954 la Crimea.25
Nota finale
Ho chiesto al megamodelo linguistico Deepseek chi fossero i padri della patria o fondatori dell’Ucraina.
Non esiste un unico “padre della patria” in Ucraina. Piuttosto, esiste un pantheon di figure che, in momenti storici diversi, hanno incarnato l’aspirazione del popolo ucraino all’autodeterminazione.
Se dovessimo identificare le figure più universalmente riconosciute come fondatrici, queste sarebbero:
- Mykhailo Hruševs’kyj, come padre intellettuale e politico della statualità moderna.
- I combattenti per l’indipendenza del 1917-1921 (come Petljura) come padri della lotta armata.
E qui devo fare una pausa drammatica.
Ok Hruševs’kyj.
Poi abbiamo visto quanto sia bello e bravo Petljura con i suoi pogrom.
Ok, non si fa menzione dell’ottimo Steppan Bandera, ormai arcinoto anche nell’occidente delle capre che non sanno che Russia e Cina sono tra i vincitori della seconda guerra mondiale (sì, sto pensando all’arpia Kallas)…
Ma quanto segue è leggermente sconvolgente:
- I dissidenti sovietici [e ancora possiamo starci] e i martiri di Euromaidan come padri della rinascita democratica del 1991 e del 2014.
Per scrivere una cosa così assurda significa che il concetto è stato scritto/trascritto e fatto circolare con accompagnamento di fanfara (con l’ausilio del ministero ucraino della propaganda, una macchina potentissima) e poi fatto digerire in documenti dati in pasto a questo megamodello linguistico.
Una peculiarità geografica non troppo dissimile da quella della Germania, come descritta in Per la terza volta in meno di 120 anni?:
nessuna forma naturale del terreno interviene a fissare la delimitazione: dappertutto pianure e corsi fluviali navigabili
, cosa che
è stata ed è causa di turbamento nell’assetto politico dell’Europa
perché questa mancanzaha contribuito ad accentuare la naturale tendenza espansionistica dei popoli germanici e ad allargare i confini dello Stato da essi creato, fino a comprendere anche popolazioni non germaniche
. Tradotto in termini geopolitici dal punto di vista della Russia: l’Ucraina è un punto di accesso ideale per poter attaccare la Russia. Per questo non è assolutamente ammissibile che sia sotto il controllo di un’alleanza militare che ha dimostrato di essere tutto fuorché un mero strumento di difesa.↩Stato indipendente esistito dal 1912 al 1992. Fu scisso in Repubblica Ceca e Slovacchia. (Wikipedia).↩
Ucraina subcarpatica è il nome storico per un’area che corrisponde all’attuale oblast di Transcarpazia in Ucraina occidentale, situata ai piedi dei Carpazi. Questa regione ha una storia complessa, avendo fatto parte dell’Ungheria, della Cecoslovacchia e dell’Unione Sovietica prima di essere incorporata nell’Ucraina nel 1945. È nota anche come Rutenia subcarpatica
↩L’“Unione personale polacco-lituana del 1386” si riferisce a un evento storico cruciale che segnò l’inizio di una lunga alleanza tra il Regno di Polonia e il Granducato di Lituania. Tecnicamente, questa unione si realizzò attraverso l’Unione di Krewo, un accordo del 1385, che portò al matrimonio e all’incoronazione del 1386.
L’unione personale èun tipo di unione statale in cui due o più Stati sono uniti unicamente dalla stessa persona come Capo di Stato, ma mantengono formalmente le proprie leggi, istituzioni e sovranità separate.
Nel caso della Polonia e della Lituania, il legame fu stabilito dal matrimonio tra Edvige (Jadwiga) d’Angiò, la giovane Regina di Polonia (erede al trono), e Jogaila (Ladislao II Jagellone), il Granduca di Lituania. Dopo il matrimonio nel 1386, Jogaila fu incoronato re di Polonia con il nome di Ladislao II, unendo così le due corone nella sua persona. Questo diede inizio alla Dinastia Jagellonica, che regnò su entrambi gli Stati per quasi due secoli.
L’accordo, stipulato prima del matrimonio, prevedeva la conversione di Jogaila al cattolicesimo romanoe di convertire anche il Granducato di Lituania. Questo fu un fattore enorme, poiché la cristianizzazione del Granducato era una condizione posta dalla nobiltà polacca.
Prevedeva inoltrel’impegno a unire la Lituania e la Polonia “per sempre” sotto lo stesso monarca
eil rilascio dei prigionieri di guerra polacchi detenuti dai lituani
. L’alleanza con i polacchi era utile alla Lituaniaper difendersi dai Cavalieri Teutonici e, con la conversione al cattolicesimo, evitò ulteriori pretesti per le Crociate del Nord da parte dei Cavalieri
.La Lituania era all’epoca uno Stato vastissimo che si estendeva molto a Est, comprendendo gran parte delle attuali Ucraina e Bielorussia. Questa unione personale fu il primo passo di un processo che si consolidò nel tempo e portò, nel 1569, alla creazione di un unico Stato federale: la Confederazione Polacco-Lituana (Rzeczpospolita)
Cfr. anche La Polonia degli ultimi Jagelloni, Lituania nel Dizionario di Storia della Treccani online, e Confederazione polaccio-lituana su Wikipedia.↩Cosacchi: detti anche Kazaki,
sono (ed erano) una storica e complessa comunità di persone dell’Europa orientale, principalmente note per il loro spirito libertario, l’organizzazione semi-militare e le loro abilità di cavalieri nelle vaste steppe. Il loro nome deriva probabilmente dalla parola turco-tatara qazaq, che significa “uomo libero” o “nomade”, un appellativo che ben riflette la loro origine. […] I Cosacchi iniziarono a formarsi tra il XIV e il XV secolo nelle steppe tra l’Ucraina orientale e la Russia meridionale, in particolare lungo i fiumi Don e Dnepr. Erano originariamente individui di diversa provenienza (contadini in fuga dalla servitù della gleba russa o polacca, avventurieri, guerrieri) che cercavano rifugio e libertà dal controllo dei grandi proprietari e dello Stato. Si organizzarono in comunità militari o semi-nomadi con un forte senso di autonomia e uguaglianza, guidate da un capo elettivo chiamato Atamano. A causa della loro posizione nelle zone di confine (le “marche”) tra Mosca, la Polonia-Lituania e i Tatari di Crimea (e l’Impero Ottomano), i Cosacchi divennero fondamentali come forza di difesa e come guerrieri mercenari. Sia lo Zarato Russo che la Confederazione Polacco-Lituana cercarono di inquadrarli, offrendo loro privilegi in cambio di servizio militare di frontiera. Essi servirono come unità di cavalleria d’élite, diventando famosi per la loro irruenza e abilità, e furono determinanti nell’espansione russa in Siberia. Nonostante il servizio, i Cosacchi non rinunciarono al loro desiderio di autonomia. Nel XVII secolo, i Cosacchi di Zaporižžja (in Ucraina) guidarono grandi rivolte contro il dominio polacco (come quella di Bohdan Chmel’nyc’kij nel 1648), che portò a un’unione con lo Zarato Russo (Trattato di Perejaslav, 1654), segnando una tappa cruciale per la storia ucraina. Nel XVIII e XIX secolo, la Russia limitò drasticamente l’autonomia cosacca, trasformandoli in una classe militare privilegiata (ma controllata) al servizio dello Stato, spesso utilizzata per reprimere le rivolte interne. I Cosacchi si divisero durante la Guerra Civile Russa (1918-1922): molti si schierarono con l’Armata Bianca (anti-bolscevica), subendo in seguito dure repressioni da parte del regime sovietico. Sebbene la loro organizzazione militare tradizionale sia scomparsa con l’Unione Sovietica, le comunità cosacche sono state parzialmente ripristinate in Russia e Ucraina. Oggi, l’identità cosacca è celebrata soprattutto come tradizione culturale (danze, musica, costumi) e come simbolo storico di libertà e spirito guerriero. In contesti contemporanei, esistono anche “Cosacchi Registrati” che svolgono funzioni di servizio pubblico in Russia.
(Il testo precedente è la risposta di Gemini alla domanda chi fossero i cosacchi. Non ricordo se ho integrato altre risposte o informazioni da altre fonti.)↩L’Unione di Lublino fu un atto politico siglato a Lublino, in Polonia, il 1º luglio 1569, con il quale fu sancita la fusione del Regno di Polonia e del Granducato di Lituania in un’unica realtà statale che prese il nome di Repubblica dei due Popoli o Confederazione polacco-lituana. […] L’Unione di Lublino rappresentò l’evoluzione della precedente unione personale fra domini polacchi e lituani.
(Unione di Lublino, Wikipedia). Da notare che nella pagina di Wikipedia scrivono che l’unionefu resa necessaria dalla pericolosa posizione della Lituania nelle guerre con la Russia
. La storia è, come al solito, più articolata. Le cause che spinsero all’unionefurono principalmente di natura geopolitica, dinastica e sociale
. Tra le questioni geopolitiche c’era ovviamente anche ladifesa comune più forte contro la crescente potenza della Russia moscovita
: ilGranducato di Lituania era in guerra con lo Zarato Russo (guidato da Ivan il Terribile) per il controllo della Livonia
(Guerra di Livonia, 1558-1583).I magnati lituani, incalzati dalla minaccia russa che puntava a espandersi verso il Baltico, furono costretti a cercare un’unione più stretta con la Polonia per ottenere un aiuto militare decisivo. La Polonia, dal canto suo, non era disposta a fornire sostegno senza in cambio una maggiore integrazione politica.
Poi c’erano problemi di successione:la prospettiva della fine della dinastia regnante fu un catalizzatore essenziale: il re Sigismondo II Augusto, che regnava su entrambi gli Stati (in unione personale sin dal 1386), era l’ultimo membro maschio della potente Dinastia Jagellonica. Senza un erede diretto, l’unione personale [cfr. altra nota] esistente sarebbe terminata. La nobiltà polacca temeva che il Granducato di Lituania potesse separarsi e eleggere un proprio Granduca, mettendo fine all’influenza polacca ad Est. L’obiettivo polacco era rendere l’unione permanente e indivisibile prima della morte del re.
• Poi c’erano motivi sociali relativi ai privilegi della nobiltà, che spinsero la nobiltà polacca, ma anche quella lituana, a sostenere l’iniziativa per tornaconto: la nobiltà polaccamirava a estendere in Lituania il sistema di “Democrazia Nobiliare” (la “Libertà Dorata”) e, soprattutto, a ottenere vasti possedimenti terrieri nelle ricche regioni meridionali della Lituania (le attuali Volinia, Podolia e Kiev, che vennero annesse direttamente alla Polonia durante i negoziati di Lublino).
La nobiltà e i magnati lituaniambivano a ottenere gli stessi diritti e privilegi legali di cui godeva la szlachta [nobiltà] polacca, i quali erano molto più ampli rispetto a quelli garantiti dalla legge lituana.
↩Il termine Ruteni (dal latino medievale Ruthenus) era usato in particolare dagli scrittori latini e polacchi per riferirsi agli Slavi orientali sotto il loro dominio, distinguendoli dai Moscoviti (i “Grandi Russi”). Per secoli, Ruteni fu l’esonimo (nome dato da altri) o l’endonimo (nome usato da sé) per ciò che oggi chiamiamo Ucraini e Bielorussi, prima che le identità nazionali moderne si sviluppassero appieno nel XIX secolo. […] sono considerati gli antenati comuni degli attuali popoli Ucraini e Bielorussi, oltre che dei Russini. Il termine acquisì anche un forte connotato religioso, specialmente dopo il XVI secolo
. Cfr. nel testo (immediatamente dopo il rimando a questa nota) il riferimento al fatto che i polacchi volevano forzare i ruteni «all’unione con Roma» (cioè convertirli):Molti Ruteni che vivevano in territorio polacco-lituano, pur mantenendo il rito bizantino (simile all’Ortodossia), accettarono l’autorità del Papa di Roma (Unione di Brest nel 1596 e Unione di Užhorod nel 1646). Questi furono chiamati Uniati o Greco-Cattolici; pertanto, Ruteno divenne spesso sinonimo di Greco-Cattolico slavo orientale
. Per quanto riguarda i Russini, o ruteni carpatici:sono popolazioni che vivono o vivevano nella regione storica della Rutenia subcarpatica (o Transcarpazia), una zona montana incuneata tra l’Ucraina, la Slovacchia, la Polonia, l’Ungheria e la Romania. A causa del loro isolamento geografico e della loro lunga storia sotto l’Impero austro-ungarico (e non sotto il dominio russo), hanno sviluppato una cultura e una lingua (il russino) che alcuni linguisti considerano un ramo distinto delle lingue slave orientali, mentre altri lo vedono come un dialetto dell’ucraino. I Russini sono oggi riconosciuti come minoranza etnica in diversi paesi (come Slovacchia, Polonia e Serbia, dove il russino è una lingua ufficiale in Voivodina), mentre in Ucraina il loro status è dibattuto e la maggioranza si identifica come Ucraina.
Dunque storicamente i ruteni eranogli Slavi orientali medievali e moderni sotto il dominio polacco-lituano
, mentre oggiil termine è utilizzato specificamente per l’etnia dei Russini (o Ruteni Carpatici) che vive al confine con i Carpazi.
↩Capo supremo di una comunità cosacca.↩
Accordo di Perejaslav: su Wikipedia è il trattato di Perejaslav.
Fu stipulato nel marzo 1654 a Perejaslav, in Ucraina, fra i cosacchi di Bohdan Chmel’nyc’kyj e lo zar di Russia Alessio I. Le copie originali del trattato sono state perse e gli esatti termini del trattato sono oggetto di controversie. Il trattato istituì l’Etmanato cosacco sulla Riva sinistra ucraina sotto il dominio russo
. Inoltre su Wikipedia viene data una sfumatura diversa da quella raccontata nella Rizzoli-Larousse (e suffragata anche da una delle motivazioni ufficiali date per il trasferimento della Crimea alla RSS Ucraina). Qualcuno ha scritto:È in questo contesto che la Russia offrì il suo sostegno e la sua protezione ai cosacchi, aprendo la strada alla guerra russo-polacca (1654-1667) che avrebbe portato a un indebolimento irreversibile della nazione polacco-lituana
. E fin qui, le cose più o meno tornano. Poi proseguono sostenendo che iltrattato produsse un risultato molto diverso da quello previsto da Bohdan Chmel’nyc’kyj
perché il trattato, di cui non abbiamo le copie originali (così hanno scritto all’inizio),originariamente [era] progettato solo per garantire il sostegno militare del potere russo
. Questa affermazione non ha un’appropriata nota bibliografica, tanto più necessaria dal momento chegli esatti termini del trattato sono oggetto di controversie
e che non rima con quanto riportato dalla Rizzoli-Larousse. Wikipedia prosegue dicendo chesegnò la separazione dell’Ucraina dalla Polonia
; ok: doveva essere chiaramente lo scopo della rivolta, visto che tra le cause c’erano proprio iripetuti tentativi della Polonia […] di ricondurre sotto la propria autorità la nazione cosacco-ucraina
. Wikipedia prosegue dicendo che il trattato ebbe la conseguenza di rafforzare il potere russo, come del resto prima la forza era evidentemente nel potere polacco. Poi prosegue dicendo che la zonaai tempi del predominio polacco faceva riferimento alla tradizione cattolica
, cosa che non mi sembra corretta, dal momento che, come abbiamo letto, la Polonia cercava di ricondurresotto la propria autorità la nazione cosacco-ucraina […] forzando i Ruteni all’unione con Roma
. I ruteni all’epoca, prima di quell’unione forzata, erano ortodossi (cristiani di rito bizantino). Quindi il passaggiosotto l’influenza della chiesa ortodossa
, stabilito nel sinodo del 1596, era una decisione calata dall’alto. In realtà, almeno per i Ruteni, si tratta di un ritorno alle origini e del rigetto dell’unione con Roma imposta dalla Polonia. Possiamo dire che quelli che Wikipedia presenta come cose indesiderate, fossero in realtà tra gli obiettivi dell’accordo/trattato. Abbiamo un allarmante esempio di sottile revisionismo storico, che di questi tempi è un rischio concreto. Infatti il pezzo discusso, quello che afferma cheil trattato produsse un risultato molto diverso da quello previsto da Bohdan Chmel’nyc’kyj
, è un’aggiunta fatta il 6 marzo 2022 (compara). Aggiunta pertanto molto sospetta, non suffragata da fonti che confermino che sappiamo cosa avesse previsto Bohdan Chmel’nyc’kyj, e che inoltre è in contrasto con la storia che stiamo leggendo dalla Rizzoli-Larousse. Wikipedia è notoriamente frequentata da manine speciali: la usiamo tranquillamente per argomenti neutri o quando l’accuratezza e l’imparzialità non sono elementi fondamentali; per tutti gli altri casi va ricordato che possono abbondare casi ben più gravi di questo. In questo caso l’intenzione della manina revisionista sembra quella di assolvere i polacchi e condannare, come ovvio, i russi che imposero una religione che non era quella della zona; obiettivo raggiunto dimenticando che in realtà prima dei polacchi i ruteni erano proprio ortodossi. Per inquadrare meglio questa manipolazione, bisognerebbe approfondire i rapporti in tempo di guerra tra la chiesa ucraina e quella russa del patriarca Cirillo (Kirill): sicuramente non buoni, anche perché già nel maggio del 2022 la rada ucrainaaveva registrato due leggi che minacciavano l’esistenza della Chiesa legata al patriarcato di Mosca in Ucraina. La prima legge era stata proposta dal partito Svaboda e prevedeva l’introduzione di un veto alle attività della Chiesa ortodossa russa (Cor) in Ucraina. Il secondo documento era stato invece proposto dai partiti Servitori del popolo e Holas, e si inseriva nelle disposizioni della legge sulla libertà di coscienza e delle associazioni religiose vietando le attività delle associazioni religiose che fanno riferimento a una struttura che si trova al di fuori dell’Ucraina, in uno Stato considerato aggressore.
(Il patriarca Kirill e la guerra in Ucraina) Non è chiaro se si intende al di fuori dell’Ucraina in generale e soprattutto se lo stato è aggressore, o solo qualora lo stato fuori dall’Ucraina sia appunto considerato aggressore. Da noi le chiameremmo leggi liberticide in violazione di principi Costituzionali ben determinati. Ma è diverso per l’Ucraina che è in prima linea a difendere i valori occidentali 🤮.↩Leggiamo Andrusovo dall’enciclopedia online Treccani:
Villaggio presso Smolensk, dove il 13 gennaio 1667 fu conchiuso il trattato di pace per tredici anni e mezzo, fra la Russia ed il regno polacco-lituano. Si chiudeva così quella lotta che, combattuta per il possesso della Piccola Russia (Ucraina), durava fin da quando il hetman Bogdan Chmeljnickij si era sottomesso, insieme con l’esercito di Zaporožja, allo zar moscovita. Secondo questo trattato, Mosca rinunziava alla Lituania ed alla Russia Bianca, che una volta erano state occupate dall’esercito moscovita, ma acquistava il possesso della regione di Smolensk, di una parte di quella di Vitebsk, di Černigovo-Seversk e di una parte della Piccola Russia, situata sulla riva sinistra del fiume Dnepr. Quanto alla riva destra, il trattato lasciava a Mosca la città di Kiev coi suoi dintorni, che dopo 2 anni doveva essere restituita alla Polonia, ma che rimase poi nel possesso dell’Impero moscovita. I Cosacchi di Zaporožja, dovevano essere sotto la dipendenza e la protezione di ambedue i regnanti, dello zar moscovita e del re di Polonia. Inoltre, ognuna delle parti contraenti si obbligava di indurre alla pace il khan dei Tartari di Crimea; e nel caso che i Tartari avessero attaccato, di procedere uniti contro di loro. Se poi la Turchia fosse venuta in aiuto alla Crimea, l’esercito moscovita avrebbe agito contro ambedue questi regni, in unione con l’esercito polacco-lituano; ed ambedue i regnanti avrebbero indotto anche i Cosacchi a prestar aiuto contro i Tartari ed i Turchi. Infine, il trattato di A[ndrusovo] garantiva la libertà di confessione ai cattolici ed agli ortodossi nei paesi delle due parti contraenti e la reciproca libertà di commercio. Nel 1686, ebbe suggello dalla “Pace eterna” conchiusa fra il regno moscovita e quello polacco-lituano, in virtù del quale si confermava a Mosca tutto quel che essa aveva acquistato col trattato di Andrusovo, compresa la città di Kiev.
. Su wikipedia dicono che il trattato sarebbe stato firmatotra il 30 gennaio e il 9 febbraio del 1667
. Aggiungono che irappresentanti dell’Etmanato cosacco […] non furono ammessi alle trattative e non presenziarono alla firma del trattato
. Le condizioni coincidono sostanzialmente coincidono; lievi differenze o dettagli aggiuntivi:che la città di Kiev […] fosse ceduta alla Russia inizialmente per due anni e poi permanentemente nel 1686 in cambio di 146.000 rubli
,il riconoscimento del sich degli Zaporoghi come codominio di entrambi gli stati
,un risarcimento da parte russa di 1.000.000 zloty o 200.000 rubli per le terre della riva sinistra ucraina, perdute dai polacco-lituani
. Alla fine l’autore originale del contributo afferma che:Con l’intento di portare dalla propria [parte] gli ortodossi polacco-lituani, il patriarca Nikon permise la fondazione di un’accademia di ispirazione Mogila a Mosca, ponendo le basi della forte influenza del patriarcato moscovita su quello ucraino e fornendo successive giustificazioni per le ingerenze zariste negli affari di Kiev.
Che non ha molto senso: il trattato assegnava Kiev alla Russia per due anni e poi, a suon di rubli, permanentemente dal 1686: già questa è una giustificazione per le ingerenzeromane negli affari torinesimoscovite negli affari kieviti. In secondo luogo, come riportano sulla stessa wikipedia,Kiev era stato il centro religioso ortodosso opposto al patriarcato di Mosca […] grazie anche all’operato del metropolita Pietro Mogila che aveva aperto la religione ortodossa alle influenze europee occidentali
. Fondare un’accademia diispirazione Mogila
a Mosca oggi si chiamerebbe apertura, integrazione, o qualcosa del genere. In ogni caso era la prova che non c’era nessun preconcetto negativo, anche se c’era, se crediamo alle parole scritte su Wikipedia, un fine pragmatico:portare dalla propria gli ortodossi polacco-lituani
. Il problema che ho voluto indicare scrivendo «se crediamo alle parole scritte su Wikipedia» è che serve una fonte per affermare che una certa azione sia stata fatta precipuamento con uno scopo dichiarato (anche se non pubblicamente). Questa parte manca, per cui l’informazione corretta è solo il dato di fatto: la fondazione di un’accademia di ispirazione Mogila a Mosca. Se questo “gemellaggio” si vuole leggere come tentativo di acquisire un’influenza, va bene. Ma allora vale sempre; anche in tempi moderni, per esempio con «La Scuola Internazionale di Roma»: la parola “internazionale” va interpretata secondo il gergo tecnico: significa “con cui gli Stati Uniti esercitano la loro influenza su un pezzo di mondo attraverso la formazione e l’educazione di nuove giovani menti provenienti da diversi paesi”).↩Quindi abbiamo l’intervento di un altro paese (la Svezia) negli affari di questa zona che era contesa tra Polonia-Lituania e Russia, e che con il trattato di Andrusovo era ormai russa. Cosa fanno gli stati quando i cittadini si ribellano al potere ufficiale costituito e provano a far divampare movimenti separatisti indipendentisti? Una delle possibili cose che può accadere è la snazionalizzazione. Poi naturalmente può nascere qualche antipatia nei confronti di ingerenze esterne, in questo caso svedesi.↩
L’Ucraino era considerato un dialetto ed è ancora così, in alcuni casi. Lo status di lingua in effetti è ambiguo e nel caso specifico può essere dettato più da una questione di identità nazionale che non per una “distanza linguistica” con il russo. Comunque secondo la linguistica moderna l’ucraino è una lingua. Nel 1700 sicuramente era corretto considerarlo un dialetto. Per quanto riguarda il divieto di usare tale dialetto: ricorda un po’ il divieto di usare il russo, divieto che è stato messo da regimi con influenze ideologiche paranaziste e naturalmente russofobiche.
Le restrizioni sull’uso della lingua russa in Ucraina sono state introdotte in diverse fasi.
“La legge sulla lingua” è stata approvata dal parlamento ucraino il 25 aprile 2019 e firmata da Porošenko. Da notare e ricordare cheUna legge del 2012 (“Sui principi della politica linguistica di Stato”) aveva conferito lo status di lingua regionale al russo e ad altre lingue minoritarie, ma è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale ucraina il 28 febbraio 2018
ea settembre 2018 era stato introdotto nell’Oblast’ di Leopoli un divieto locale all’uso di prodotti culturali in lingua russa.
La restrizione più significativa a livello nazionale è legata alla legge del 2019.
Tra le altre cose, questa legge fa sì che l’ucraino sial’unica lingua d’insegnamento nelle scuole e nelle università pubbliche, ad eccezione delle classi per le lingue minoritarie dell’UE (come l’ungherese o il rumeno), ma non per il russo.
Inoltre,le conferenze pubbliche devono svolgersi in ucraino
… evidentemente anche nelle regioni ucraine a maggioranza russofona. È come se in Alto Adige di punto in bianco si mettessero questi paletti per il tedesco.↩Hermann von Eichhorn
è stato un generale prussiano […] Veterano della Guerra franco-prussiana […] Il 3 aprile 1918 divenne comandante supremo del gruppo d’armata Kiev (Heeresgruppe Kiew) e simultaneamente Governatore militare dell’Ucraina.
Wikipedia. Da notare che fu assassinato a Kiev da un membro di un partito antibolscevico e antitededesco, i Socialrivoluzionari di Sinistra, chevedevano Eichhorn come il simbolo della dominazione straniera (tedesca) e dell’oppressione in Ucraina, oltre che come un ostacolo al progetto rivoluzionario russo
.Eichhorn aveva sostenuto l’istituzione dell’Etmanato Ucraino […] un governo fantoccio posto sotto la sua autorità militare tedesca. Il leader di questo stato era l’atamano Pavlo Skoropads’kyj
, il qualeaveva forti tendenze conservatrici e filorusse (anche se non strettamente “filozariste” […] era comunque molto ostile ai nazionalisti ucraini e ai socialisti)
↩Atamano o etmano, è lo stesso.↩
Pavlo Petrovyč Skoropads’kyj (Wikipedia):
nell’aprile 1918 fu proclamato etmano dell’Ucraina dopo un colpo di Stato che rovesciò i vertici della Repubblica Popolare Ucraina
. Ma dopo la fine della prima guerra mondiale,il 14 novembre si costituì a Kiev un Direttorio […] che proclamò l’insurrezione contro Skoropads’kyj. Questi […] si rifugiò nel sud dell’Ucraina e il 14 dicembre 1918 abdicò […]. Il giorno seguente le truppe fedeli al Direttorio, comandate da Symon Petljura, fecero il loro ingresso a Kiev
. Petljura (1879-1926) è una delle figure scelte dall’Ucraina contemporanea come «padre della patria», nonostante i suoi pogrom antisemiti. Skoropads’kyj fu anche unmembro attivo dell’organizzazione nazionalista Hromada, contrapposta all’OUN di Stepan Bandera
, altro «padre della patria» secondo la storiografia mitopoietica ucraina contemporanea. Altro criminale di estrema destra, come Petljura; Bandera, leader dell’OUN-B,fazione radicale militante dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini
, quell’organizzazione nazifascista che nello stemma aveva il tridente ucraino (con il rebbio centrale spadiforme). Quell’organizzazione che, quando le truppe naziste entrarono in Ucraina, dichiarò unilateralmente lo stato indipendente d’Ucraina e impegnò l’Ucraina a cooperare con la Germania nazista sotto la guida di Hitler.La dichiarazione [d’indipendenza] fu accompagnata da violenti pogrom
. Nella Wikipedia inglese lo si assolve leggermente dicendo che non ci sono prove che abbia promosso e partecipato ai pogrom, anche se ne fu informato.Come scrive lo storico tedesco Olaf Glöckner, Bandera fallì nel gestire il problema (l’odio etnico e antisemitico) all’interno delle sue forze, proprio come aveva fallito Symon Petljura 25 anni prima di lui
. Comunque Skoropadskij era meglio del Petljura che lo scalzò e che viene oggi onorato: il suo problema fu di essere sostenuto dalla Germania (della prima guerra mondiale: non fate confusione!) ⚠️🇵🇱 Bronisław Pieracki (1895 - 15 giugno 1934),Generale e Ministro degli Interni polacco durante la Seconda Repubblica
, fu assassinato a Varsavia per mano di Hryhorij Maciejko, un nazionalista ucraino:l’attentato fu ordito dall’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN)
eStepan Bandera era uno dei leader dell’OUN e fu ritenuto il principale mandante dell’assassinio. Per questo crimine fu condannato a morte dalla giustizia polacca (pena poi commutata in ergastolo)
.↩Autonomista autore di pogrom. Nel dibattito pubblicato dal canale youtube Il Puzzle, Caccia ai filorussi, Sandro Teti parla di come (per avere figure patriottiche da osannare per alimentare il nazionalismo ucraino — parole mie), abbiano scelto figure criminali, tra cui Petljura:
sono andati a cercare […] proprio delle figure da imporre come padri della patria. E potevano scegliere, tra altri — ci sono stati anche [importanti?…] scrittori, intellettuali nell’ottocento, che non si sono macchiati di crimini, anche nel primo novecento, ucraini. Loro sono andati a cercare proprio i criminali. Come per esempio Petljura. Nell’anno prossimo uscirà un libro […] dedicato ai pogrom compiuti da Petljura in Ucraina e soprattutto al processo che è seguito nel [19]26, dopo l’uccisione di Petljura stesso da parte di un ebreo ucraino che [per vendetta per i pogrom anti-ebraici avvenuti in Ucraina durante la guerra civile] l’ha ucciso a Parigi, dove si era rifugiato. E il successivo processo che fece scalpore e fu seguito dalla stampa internazionale […] portò alla liberazione di Sholom Schwartzbard, colui che l’aveva ucciso, perché, con una piroetta giuridica, i giudici dissero: lui ha ucciso un criminale di guerra che noi comunque avremmo condannato alla ghigliottina sulla base della messe enorme di testimonianze, di prove schiaccianti dei suoi crimini. […] Questa persona [Petljura], di cui esistono nei musei, negli archivi di Parigi, di Berlino e di Tel Aviv, le prove dei suoi crimini, questa persona ha visto negli ultimi due-tre anni dedicar[si] […] piazze, strade, vie e, cosa più grave, nei libri di scuola, delle scuole elementari, delle scuole primarie, è dipinto come un combattente per la libertà: lui si schierò con i Bianchi, combatté contro l’esercito Rosso.
Bandera, criminale nazista, è nella stessa pentola dei personaggi ripescati per fare da padri della patria e avere dunque un nucleo intorno a cui dovevano prosperare l’identità e il nazionalismo ucraini carico di odio contro i russi. Teti prosegue:Questo lavoro è stato portato con successo a termine perché c’è stato l’indottrinamento sistematico di alcuni milioni di bambini che hanno nel frattempo concluso le scuole primarie, sono cresciuti, e sono cresciuti con questo odio e soprattutto con la certezza che questi delinquenti, che sono stati elevati a padri della patria, fossero degli eroi e non dei criminali.
↩Anton Ivanovič Denikin:
Generale [russo] nella prima guerra mondiale, dopo la rivoluzione fu con L. G. Kornilov, cui succedette (1918) nel comando dell’esercito controrivoluzionario dei Bianchi. Riuscì a spingersi nell’Ucraina centrale; ma la controffensiva sovietica, condotta da S. M. Budënnyj, mise in rotta l’esercito del D. (nov. 1919), che lasciò il comando al gen. Vrangel’. Riparato a Costantinopoli, passò in Francia e infine negli USA.
(Treccani)↩Wikipedia, pace di Riga:
fu siglata a Riga il 18 marzo 1921 dalla Polonia da un lato e dalla RSFS Russa e dalla RSS Ucraina dall’altro, ponendo fine alla guerra sovietico-polacca. […] Durante la guerra civile russa i polacchi erano desiderosi di riconquistare tutti i territori della Confederazione polacco-lituana dal loro nemico storico, la Russia, attaccandola a tre mesi dalla dichiarazione di indipendenza nel 1918
. Si fa riferimento alla dichiarazione di indipendenza della Polonia: «infatti lo Stato polacco guidato da Józef Piłsudski, mirava a ricostituire i confini orientali più o meno corrispondenti a quelli della Confederazione del 1772 (“Kresy”). È proprio per questo motivo che, appena tre mesi dopo la ritrovata indipendenza (febbraio-aprile 1920), la Polonia attaccò la Russia sovietica (guerra polacco-sovietica 1919-1921), occupando Vilnius, vaste zone di Ucraina e Bielorussia occidentale.»↩Bessarabia: regione storica che oggi corrisponde alla Moldavia, esclusa la Transnistria (formalmente parte della Moldavia, ma contesa con i russi), più un pezzo di Ucraina sud-occidentale. Nel 1918 si unì al Regno di Romania,
diventando parte della “Romania Mare” [Grande Romania] fino al 1940, quando fu occupata dall’URSS.
Per la Grande Romania, cfr. Grande Romania in un’altra nota.↩Bucovina: regione storica che oggi corrisponde, per poco più della metà a un pezzo di Romania (Bucovina meridionale), e per il resto a un pezzo di Ucraina (Bucovina settentrionale). Il 27 novembre 1918
il Congresso Generale della Bucovina (con rappresentanti romeni, ucraini, tedeschi, polacchi ed ebrei) votò l’unione incondizionata con il Regno di Romania. Quindi nel 1918-1940 tutta la Bucovina (sia quella settentrionale che meridionale) fece parte della Romania Mare
. La “Romania Mare”, cioè “la Grande Romania”, è la Romania tra il 1918 e il 1940, al massimo della sua estensione storica.Nel 1940 l’URSS occupò la Bucovina settentrionale (più una parte della Bessarabia e l’Erzegovina) con l’ultimatum del 26-28 giugno [1940]; da allora la parte settentrionale è rimasta ucraina (prima URSS, poi Ucraina indipendente).
↩Ucraina subcarpatica, altrimenti detta anche Russia subcarpatica.↩
Oggi i territori dell’ex Cecoslovacchia corrispondono alla repubblica Ceca (intera), alla Slovacchia (intera), ad una piccola parte di Polonia e ad un pezzo di Ucraina (regione storica della Rutenia subcarpatica; oggi oblast’ di Transcarpazia).↩
Ucraina subcarpatica, altrimenti detta anche Russia subcarpatica.↩
Gauleiter (Wikipedia):
[…] capo di un Reichsgau (una suddivisione amministrativa dello Stato).
Letteralmente «capo (Leiter) della regione (Gau)». Secondo Wikipedia italiana, Koch fu Gauleiter della Prussia Orientale tra il 1928 e il 1945. Non c’è menzione dell’Ucraina, che invece troviamo in quella inglese:Granted the title of Reichskommissar, they [i Gauleiter] ruled vast swaths of territory encompassing Norway, Belgium & Northern France, Ukraine and “Ostland”
: accordato loro il titolo di Commissari del Reich, i Gauleiter governavano vaste porzioni di territorio che comprendevano Norvegia, Belgio, Francia del Nord, Ucraina e l’Ostland. L’Ostland, Reichskommissariat Ostland, fu istituito dalla Germania nazista nel 1941, con capitale Riga (Lettonia), e comprendeva Estonia, Lettonia, Lituania e parte della Bielorussia.↩La Crimea fu trasferita dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR) alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (RSS Ucraina) il 19 febbraio 1954, per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS. Questa decisione fu presa principalmente per motivi di opportunità amministrativa, economica e simbolica sotto la leadership del Primo Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Nikita Khrushchev. La decisione fu formalmente giustificata dal Presidium del Soviet Supremo della RSFSR con tre argomentazioni principali: (1) Vicinanza Territoriale e Legami Economici: La Crimea è geograficamente collegata via terra solo all’Ucraina, e le sue infrastrutture (in particolare l’approvvigionamento idrico ed elettrico) erano strettamente integrate con la RSS Ucraina. Si riteneva che fosse più efficiente e logico amministrare la penisola da Kiev piuttosto che da Mosca. (2) Comunanza Economica e Culturale: Si faceva riferimento agli stretti legami culturali e alla necessità di una gestione economica più efficace per la penisola, che era stata gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale (chiamata “Grande Guerra Patriottica” in URSS). (3) Anniversario: Il trasferimento fu presentato come un gesto simbolico per celebrare i 300 anni del Trattato di Perejaslav (1654), che segnò l’alleanza tra i Cosacchi dello Zaporižžja e lo Zar russo (e che per l’URSS simboleggiava l’unione tra i popoli russo e ucraino).
(Gemini) • Il Trattato (o Accordo) di Perejaslav è appunto quello fatto a seguito della rivolta antipolacca dell’atamano Bogdan Chmelnitzkij,che pose l’Ucraina sotto la protezione della Russia
. 🧷Sebbene il trasferimento sia stato formalmente un atto collegiale, è ampiamente attribuito al volere di Nikita Khrushchev. Le sue motivazioni, oltre a quelle ufficiali, sono dibattute dagli storici: • Khrushchev aveva ricoperto a lungo l’incarico di Primo Segretario del Partito Comunista in Ucraina e manteneva stretti legami con la nomenklatura ucraina. Il “dono” potrebbe essere stato un modo per assicurarsi il sostegno dell’influente Partito Comunista Ucraino nella sua ascesa al potere dopo la morte di Stalin nel 1953. • La Crimea, dopo le deportazioni di massa dei Tatari di Crimea (un’etnia turcofona non russa) volute da Stalin nel 1944, e i danni della guerra, era in uno stato di grave declino economico. Il trasferimento alleggeriva l’onere della ricostruzione alla RSFSR e lo affidava all’Ucraina confinante.
(Gemici)All’epoca, il trasferimento ebbe un impatto limitato poiché si trattava di uno spostamento amministrativo interno all’Unione Sovietica (URSS), un unico stato federale. • Popolazione: Nonostante il trasferimento, la Crimea aveva una maggioranza di popolazione etnicamente russa (principalmente a causa delle deportazioni staliniane e dei successivi trasferimenti di popolazione russa). • Status Autonomo: Prima del 1945, la Crimea aveva lo status di Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Crimea (RSSA di Crimea). Dopo la guerra, era stata declassata a semplice Oblast’ (regione) all’interno della RSFSR, e fu come Oblast’ che passò sotto l’amministrazione ucraina. • Dissoluzione dell’URSS: Il trasferimento divenne un fattore cruciale solo con la dissoluzione dell’URSS nel 1991. In quel momento, i confini amministrativi tra le repubbliche sovietiche vennero riconosciuti come confini internazionali, e la Crimea divenne de jure parte integrante dell’Ucraina indipendente. — Il trasferimento del 1954 è la ragione storica che, nel 2014, è stata utilizzata come pretesto dalla Federazione Russa per l’annessione della Crimea. L’uso del termine “pretesto” da parte degli osservatori internazionali e ucraini deriva dal fatto che, dal punto di vista del diritto internazionale, la Crimea era legalmente territorio ucraino
, mal’argomento è che il trasferimento del 1954 non avrebbe dovuto avere valore legale con la dissoluzione dell’URSS nel 1991, quando la popolazione russa della Crimea non fu consultata sulla permanenza nello Stato ucraino
. Ed è un argomento solidissimo, anche perchéla maggioranza della popolazione era ed è tuttora etnicamente russa
. C’è poi la questione dell’importanza strategica della Crimea:la città di Sebastopoli è la base storica della Flotta del Mar Nero russa sin dal XVIII secolo. Anche dopo l’indipendenza dell’Ucraina, la Russia aveva un accordo (rinnovato nel 2010) per mantenere la sua flotta lì fino al 2042. Il controllo della Crimea garantisce alla Russia un accesso e un’influenza dominanti nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, un elemento cruciale per la sua proiezione geopolitica nel Mediterraneo e verso il Medio Oriente
— ed anche il motivo principale per cui viene osteggiata (non certo per i millantati valori occidentali o perché ci frega qualcosa delle vite dei cittadini di un paese in guerra). Quindi è una questione chiave per i motivi su citati ma anche nel quadro delle richieste di sicurezza della Russia, più che sensate e del tutto speculari a quelle che in analoga situazione avrebbero chiesto gli USA (e qualunque altra nazione degna di definirsi e pensarsi tale) anche e soprattutto in virtù di potenza globale. Chiaramente questo scombina i vecchi piani di ridurre la Russia a potenza regionale, piani tanto più caldi quanto ha iniziato a bruciare il fatto che la Russia, sebbene sconfitta nella Guerra Fredda, abbia rialzato la testa e si sia messa alla pari con gli USA, impedendo così che gli avvoltoi la spolpassero.↩

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