sabato 21 dicembre 2024

Il capolavoro di Mattarella

Necropost… siamo a maggio del 2018 e Mattarella non accetta la proposta di Paolo Savona come ministro dell'economia.

Non pubblicato forse perché da finire, revisionare, limare? Non ricordo… e lo pubblico così com'è — a parte questa nota aggiunta ora in testa al testo della bozza.

Le parole di Mattarella per giustificare la sua opposizione a Paolo Savona come ministro dell'economia sono terrorizzanti.

Trascrizione (con note ed enfasi aggiunte)

I colori hanno solo la funzione di identificare la frase o le frasi alle quali si riferiscono i commenti contenuti nelle note.

La parte evidenziata in giallo è la chiave di volta di quella che per ora è la mia interpretazione “preferita” e che viene articolata — si fa per dire — nei commenti. Nel paragrafo successivo la espongo mescolata a caso alle interpretazioni ingenue.

Buona sera.

Dopo aver sperimentato, nei primi due mesi, senza esito, tutte le possibili soluzioni, si è manifestata, come noto, una maggioranza parlamentare tra il Movimento cinque stelle e la Lega, che pur contrapposti alle elezioni, hanno raggiunto un'intesa dopo un ampio lavoro programmatico.

Ne ho agevolato in ogni modo il tentativo di dar vita a un governo. Ho atteso i tempi da loro richiesti per giungere a un accordo di programma e per farlo approvare dalle rispettive basi di militanti, pur consapevole che questo mi avrebbe attirato osservazioni critiche.

Ho accolto la proposta per l'incarico di Presidente del Consiglio superando ogni perplessità sulla circostanza che un governo politico fosse guidato da un Presidente non eletto in Parlamento1. E ne ho accompagnato con piena attenzione il lavoro per formare il governo.

Nessuno può dunque sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiamento2. Al contrario, ho accompagnato con grande collaborazione questo tentativo, come del resto è mio dovere, in presenza di una maggioranza parlamentare, nel rispetto delle regole della Costituzione.

Avevo fatto presente, sia ai rappresentanti dei due partiti, sia al presidente incaricato, senza ricevere obiezioni3, che per alcuni ministeri avrei esercitato un'attenzione particolarmente alta sulle scelte da compiere4.

Questo pomeriggio il professor Conte, che apprezzo e che ringrazio, mi ha presentato le sue proposte per i decreti di nomina dei ministri che, come dispone la costituzione, io devo firmare assumendone la responsabilità istituzionale. In questo caso il Presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non ha mai subito, né può subire, imposizioni. Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri, tranne quella del ministro per l'economia.

La designazione del ministro dell'economia costituisce sempre un messaggio immediato di fiducia o di allarme per gli operatori economici e finanziari5. Ho chiesto, per quel ministero, l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza coerente con l'accordo di programma, un esponente che, al di là della stima e della considerazione per la persona, non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente o addirittura inevitabilmente, la fuoriuscita dell'Italia dall'euro, cosa ben diversa da un atteggiamento vigoroso nell'ambito della Unione Europea, per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano.6

A fronte di questa mia sollecitazione ho registrato con rammarico indisponibilità a ogni altra soluzione e il Presidente del Consiglio incaricato ha rimesso il mandato.

L'incertezza sulla nostra posizione nell'euro ha posto in allarme gli investitori e i risparmiatori italiani e stranieri che hanno investito nei nostri titoli di stato e nelle nostre aziende7. L'impennata dello spread, giorno dopo giorno aumenta il nostro debito pubblico e riduce le possibilità di spesa dello Stato per nuovi interventi sociali8. Le perdite in borsa giorno dopo giorno bruciano risorse e risparmi delle nostre aziende e di chi vi ha investito, e configurano rischi concreti per i risparmi dei nostri concittadini e per le famiglie italiane.9

Occorre fare attenzione anche al pericolo di forti aumenti degli interessi per i mutui10 e per i finanziamenti alle aziende. In tanti ricordiamo quando prima dell'unione monetaria europea gli interessi bancari sfioravano il 20%.

È mio dovere, nello svolgere il compito di nomina dei ministri che mi affida la Costituzione, essere attento alla tutela dei risparmi degli italiani11. In questo modo si riafferma concretamente la sovranità italiana12, mentre vanno respinte al mittente inaccettabili e grotteschi giudizi sull'Italia apparsi su un organo di stampa europeo. L'Italia è un paese fondatore dell'Unione Europea e ne è protagonista.

Non faccio le affermazioni di questa sera a cuor leggero, anche perché ho fatto tutto il possibile per far nascere un governo politico. Nel fare queste affermazioni antempongo a qualunque altro aspetto la difesa della Costituzione e dell'interesse della nostra comunità nazionale13.

Quella dell'adesione all'euro è una scelta di importanza fondamentale per le prospettive del nostro paese e dei nostri giovani14. Se si vuole discuterne lo si deve fare apertamente e con un serio approfondimento, anche perché si tratta di un tema che non è stato in primo piano durante la recente campagna elettorale15.

Sono stato informato di richieste di forze politiche di andare a elezioni ravvicinate. Si tratta di una decisione che mi riservo di prendere doverosamente sulla base di quanto avverrà in Parlamento.

Nelle prossime ore assumerò una iniziativa16.

Postumi

Non è chiaro sulla base di quali riflessioni e bisbigli Mattarella pensava di poter imporre un Cottarelli a un Parlamento dal quale prevedibilmente non avrebbe avuto la fiducia, salvo sconvolgimenti che avrebbero creato una bella situazione da sfruttare nelle successive elezioni che si sarebbero tenute «a inizio 2019».

Mattarella doveva immaginare che un governo Cottarelli, chiamato villanamente neutrale17, non avrebbe ottenuto la fiducia e che perciò si sarebbe arrivati a elezioni «dopo il mese di agosto» (a dar retta alle dichiarazioni fatte dallo stesso Cottarelli).

Tra l'altro, dopo aver sacrificato l'innocente18 Savona sull'altare dei “mercati”, questi non si sono nemmeno placati. Abbiamo solo perso un altro po' di tempo; ma non inutilmente se lo scopo era evitare a ogni costo che Savona fosse ministro dell'economia — adesso invece è ministro degli affari europei: sembra che qui sia innocuo, e gioiscono i difensori di non-so-bene-cosa e quelli a cui è antipatico.


  1. Il P.d.R. dovrebbe sapere che il Presidente del Consiglio non viene eletto: lo sceglie lui in persona, a sua totale discrezione, quindi non deve avere perplessità se è un Conte invece di un Di Maio o di un Cottarelli! … Ogni volta che trovate sui social qualcuno che anche solo vagamente osi implicare che il Presidente del Consiglio debba essere stato eletto in qualche modo, trovate orde di fini pensatori che citano alla lettera la Costituzione, che infatti non dice niente del genere. Al diavolo la prassi che si è stabilita negli ultimi 30 anni o giù di lì, con la complicità delle leggi elettorali, ma soprattutto al diavolo ogni ragionamento che porti a questa semplice considerazione: il Presidente della Repubblica non ha affatto tutta la libertà che sembra avere. Infatti il Governo deve ottenere la fiducia di Camera e Senato, e per avere la fiducia occorre una maggioranza, e le elezioni determinano una maggioranza (salvo leggi cretine fatte a posta per evitarlo), e… Continuate voi. Il punto interessante, comunque, è che Mattarella dà forza alla richiesta “popolare” che un Presidente del Consiglio sia «eletto» (in Parlamento). Poi darà l'incarico a Cottarelli… ma è successo solo per necessità

  2. Non capisco perché ha specificato questa definizione che chiaramente è propagandistica/giornalistica. Sembra assolutamente inessenziale ricordare come viene definito il governo in un discorso del genere.

  3. Questo è stato un errore di Lega e Cinque stelle: qualche obiezione l'avrebbero potuta fare. Per esempio: d'accordo, purché le motivazioni non siano di ordine ideologico e che non siano basate su delle presunte intenzioni…

  4. Ci sono delle scelte da compiere. È come se il Presidente della Repubblica si arrogasse il diritto di escludere a priori dei possibili indirizzi politici di un governo e stabilisse perciò d'autorità l'arbitrario terreno d'azione possibile. Ci sono begli esempi di pensiero circolare per giustificarlo. Secondo gli apologeti a prescindere dell'euro, i mistificatori illusi dell'Unione Europea e gli avversari politici della maggioranza formatasi (la gioia di costoro sta tutta nel fatto che il Presidente ha infilato un bastone tra le ruote degli odiati cattivoni), Mattarella ha fatto bene perché infatti ha salvato l'Italia da un corso pericoloso. Determinato, suppongo, non tanto da Savona quanto da chi lo voleva in quel ruolo. Nell'osannarne il comportamento, legittimo se ci si ferma al mero atto in sé e alla lettera della carta costituzionale, certi elettori-commentatori hanno attribuito a Mattarella il potere dell'infallibilità: ogni sua scelta è giusta perché è il Presidente della Repubblica e come tale le sue azioni sono tutte e solo quelle volte a garantire il bene della nazione. Sui social ci sono affascinanti commenti e considerazioni che rendono ancora più «grottesche» le parole di Mattarella.

  5. Quindi Mattarella è garante degli interessi degli operatori economici e finanziari?

  6. Operatori economici e finaziari non devono vedere che il ministro dell'economia di un paese supporta una certa linea. Traduzione: decidono loro quale linea un governo può supportare in apparenza. E nella pratica? In questo caso sembra che non sia accettabile qualunque linea che turbi lo status quo dell'euro o, meglio, dell'Italia rispetto all'euro. Se i padri costituenti fossero stati più intelligenti avrebbero “blindato” la lira… ma forse non l'hanno fatto perché “blindare” una moneta non è una cosa così intelligente da fare. Tutta la propaganda dell'irreversibilità denota incredibile stupidità: qualcosa è “irreversibile” finché conviene, e non deve essere mai considerata tale a prescindere e per dogma di fede — può essere. Questo era vero prima dell'euro. L'euro è senza possibilità di ombra alcuna, la moneta definitiva. L'euro è irreversibile, a differenza della lira, del marco, del franco, ecc.

  7. Gli operatori economici e finanziari… gli investitori e i risparmiatori italiani e stranieri hanno investito nei titoli di stato italiani e nelle aziende italiane. Ora mi faccio, tra le altre, questa domanda: quanto grossi, o quanto numerosi e “attivi” devono essere questi «investitori e risparmiatori» per incidere in modo preoccupante sulla stabilità economica di una nazione? La mia profonda ignoranza del mondo degli «investitori e risparmiatori» e la mia limitata fantasia mi fanno credere che questi soggetti non siano proprio soggetti qualunque. Si tratterebbe, cioè, di professionisti o attori istituzionali (banche centrali, per dire) che possono muovere in continuazione e in breve tempo molti soldi alla ricerca dell'investimento più lucrativo, del “risparmio” più stabile o dell'effetto più dirompente (le guerre non si fanno solo con gli eserciti). Solo così riesco a vedere come sia possibile che ci siano effetti tanto consistenti nel giro di poche ore da questa o quella dichiarazione o fatto. Naturalmente è anche possibile che ci siano tante “persone normali” che alzano il telefono per ordinare la vendita dei loro titoli di stato italiani (o quello che sia), o la alzano per loro dei soggetti che hanno in gestione nei loro pacchetti un tot di queste “persone normali”. Magari singolarmente non ne hanno tanti, ma complessivamente ne posseggono abbastanza da incidere. E tutte queste “persone normali”, e/o questi gestori, fanno tutte la stessa cosa perché reagiscono irrazionalmente alle stesse informazioni. Chi controlla queste informazioni ha un potere incredibile che ogni Stato dovrebbe regolamentare.

  8. Molto interessante che lo spread determini il potere di spesa dello Stato per nuovi interventi sociali. Se si trattasse di salvare una banca o di qualunque altra spesa che non sia classificabile tra gli «interventi sociali», qualunque essi siano secondo Mattarella, la «possibilità di spesa» non sarebbe ridotta?

  9. Il primato dell'economia sulla politica… ma non (solo) dell'economia reale, bensì di quella finanziaria, speculativa, dei giochi di borsa. Si intravede un'altra cosa: il tessuto produttivo e imprenditoriale dell'Italia è stato già in gran parte (s)venduto sul “mercato” – forse vale per tutte le nazioni, e allora è solo il sintomo di un problema globale (ma a noi in questo momento interessa il «punto di vista italiano»). Se una nazione qualunque, per esempio la Cina, per dire, volesse diventare uno stakeholder dello Stato italiano, gli basterebbe investire nelle aziende italiane. E troverebbe nel Presidente della Repubblica un garante di questi investimenti. Le aziende poi danno lavoro agli italiani e quindi è un bene che abbiano investito, sennò le aziende italiane non ce l'avrebbero fatta da sole… Naturalmente al posto degli euro cinesi ci possono essere quelli russi, americani, o, più verosimilmente, altri grandi giocatori di nazioni europee come Germania e Francia. Chiunque siano quelli del «chi» di «chi vi ha investito», è a loro che dobbiamo delle garanzie…

  10. Qui Mattarella dà, senza volerlo, un buon suggerimento: fate il tasso fisso!

  11. Ma per forza di cose prima vengono gli «operatori economici e finanziari», gli «investitori […] italiani e stranieri», e poi naturalmente i risparmiatori (italiani). Che non sono quelli con il gruzzoletto parcheggiato in banca, naturalmente (anche se… chissà cosa ci fanno le banche con i nostri soldi per darci un tot di interessi…)

  12. Questa non l'ho capito. La sovranità italiana si riafferma grazie al fatto che Mattarella sta attento alla tutela dei risparmi degli italiani? Cioè anche la sovranità (che appartiene al popolo, blah blah) si riduce del tutto a una questione di gestione economica dei risparmi italiani e stranieri? Non ho proprio capito dov'è la riaffermazione della sovranità. Riaffermare la sovranità significa denunciare a testa alta su uno scranno i «grotteschi giudizi […] apparsi su un organo di stampa europeo» e poi avere un «atteggiamento vigoroso» in Ue? L'atteggiamento vigoroso ce lo diamo sulle gengive senza opportune leverages (l'uso di leverages è intenzionale).

  13. Doveva essere: nel fare queste affermazioni credo di anteporre a qualunque altro aspetto, tranne quelli economici e finanziari globali, la difesa della Costituzione e dell'interesse della comunità nazionale nei limiti concessi dall'Unione Europea. Qualcosa del genere. Naturalmente nella Costituzione c'è scritto che i trattati internazionali, ecc. ecc.… Il trucco è di evitare di sottoscrivere trattati internazioniali in contrasto con la Costituzione e con gli interessi nazionali presenti e futuri. Ma per questo ormai è troppo tardi — tranne per la Libia, per quella si è potuto fare un'eccezione.

  14. Posit. Ipse dixit. Fiat lux.

  15. Se ne sta discutendo «apertamente» da svariati anni, forse quasi da un decennio. Chi ha votato Lega e Cinque stelle non può non sapere delle loro posizioni; al limite si può dire che la questione europea no è per tutti gli elettori importante allo stesso modo. Che il dibattito era in corso se ne sarebbero accorti più italiani se fosse stato preso più seriamente, senza allarmismi apocalittici, terrorismi diluviani e senza il dogma di fede dell'irreversibilità. Invece non è stato così, forse per via degli stessi soggetti a beneficio dei quali Mattarella ha pronunciato questo discorso. O forse per altri motivi più complessi e globalmente intrecciati. Comunque, il dibattito è sempre stato osteggiato e denigrato, pur trovando i suoi spazi anche in televisione. Finora Mattarella sembrava voler soltanto tranquillizzare certi “attori” sulla permanenza dell'Italia nell'euro; con questa frase, dovevano discuterne prima apertamente, scopre le carte di una possibile strategia e danneggia l'Italia. Si apre perciò un'altra interpretazione, se possibile altrettanto raccapricciante, che richiama le parole di Savona: «aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione»): Mattarella usa delle parole che sembrano svelare un piano segreto… Mattarella rivela, imponendoli, i limiti dell'azione; alza la bandierina, allerta gli investitori e compagnia bella, svela le carte della nostra mano: guardate che questi non apertamente volevano mettere in discussione la scelta dell'«adesione all'euro»! Tranquilli, però: Mattarella li ho sgamati leggendo il curriculum di Savona (bisogna trovare un colpevole per la narrazione pubblica), e ora siete salvi, i vostri investimenti e risparmi sono garantiti! Savona, dal canto suo, gli spiega che non era sua intenzione, che magari era un bluff — addio atteggiamento vigoroso. Secondo questa interpretazione dobbiamo ringraziare Mattarella di averci spuntato ali, becco e artigli. § Dal punto di vista degli elettori Lega e Cinque stelle non hannno da rimproverarsi nulla: hanno discusso apertamente il tema, con diversi approcci, compreso il singhiozzo (specie nel caso del M5S), diversi meriti e demeriti, con alti e bassi propagandistici e tutto il resto del bagaglio. Dal 4 marzo la Lega vanta la presenza del cavaλλere nero (Alberto Bagnai), che arriva dopo — ma solo cronologicamente — il già agguerrito e preparato (dicono) Claudio Borghi Aquilani. All'appuntamento antieurista i leghisti arrivano sicuramente con una maggiore solidità formale sul tema rispetto ai Cinque stelle. Tutto ciò (non so con esattezza cosa), comunque, non è avvenuto in questa campagna elettorale. E Mattarella docet: ciò che non viene detto nella campagna elettorale non può essere fatto, pappappero…?

  16. L'iniziativa era quella di dare l'incarico della formazione di un governo a Cottarelli. Iniziativa nata morta e che avrebbe spinto quindi alle «elezioni ravvicinate» dopo il mese di agosto. («Il Presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il paese a nuove elezioni […] Mi presenterò quindi al Parlamento con un programma che in caso di fiducia includa l'approvazione della legge di bilancio per il 2019, dopodiché il Parlamento verrebbe sciolto con elezioni a inizio 2019. In assenza di fiducia il Governo si dimetterebbe immediatamente e il suo principale compito sarebbe la gestione dell'ordinaria amministrazione e di accompagnare il paese a elezioni dopo il mese di agosto.», dalla Dichiarazione del Prof. Carlo Cottarelli dopo il conferimento dell’incarico).

  17. Neutrale rispetto a chi o cosa? Date le motivazioni dell'iniziativa contenute nel discorso di Mattarella, come si è fatto a definire un simile (ipotetico) governo “neutrale”? La sua essenza ha origine proprio dalla “necessità” di un atteggiamento non affatto neutrale.

  18. «Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti. […] [Jean Paul Fitoussi] afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri; aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione, perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espresso pubblicamente.» Da La risposta del prof. Paolo Savona apparsa su Scenari Economici.

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