venerdì 7 febbraio 2014

IMU Bankitalia

Cosa ci fa l'IMU nello stesso decreto-legge (ora legge) in cui si rivaluta il capitale della Banca d'Italia?

Se abbiamo due “argomenti”, A e B, e li accorpiamo in un unico decreto-legge, costringiamo chi voterebbe sì a uno e no all'altro a una scelta che, automaticamente, tradisce uno dei principi del votante.

Il decreto-legge, adottato il 30 novembre 2013, nasce come polpettone misto maiale, cavallo, bovino e soia in un Parlamento in cui ci sono ebrei, musulmani, vegetariani e onnivori atei o cattolici1; protetto dal solito paravento dell'urgenza e della necessità2 e ora anche da questa misteriosa “ghigliottina”; tanto per tagliare corte le discussioni parlamentari (uno degli ingredienti della democrazia rappresentativa) —e non perché chi le alimenta è eversivo3, bensì perché si oppone al corso già deciso delle cose e si rifiuta di allinearsi, uniformarsi e piegarsi ossequiosamente alla volontà del Governo.

È chiaro che il fronte di scontro non è la parte che riguarda l'IMU o l'alienazione di immobili pubblici, ma la parte che riguarda la Banca d'Italia e il suo “significato”. Che sia una porcata sono molti a dirlo. Che il decreto-legge nasca più che altro per imporre la porcata e che l'IMU ci sia finita in mezzo come antidoto per una polpetta tossica4 è un sospetto necessario e legittimo: è da ingenui ritenere che l'accorpamento sia preterintenzionale o dovuto a incompetenza5. Tra l'altro, se così fosse, bisognerebbe essere ancor più duri contro il Governo, non più accomodanti.

C'è un'altra debole scusa: secondo Iotti e Scacciavillani sul Fatto Quotidiano, «a tutte le banche italiane, non solo a quelle azioniste di via Nazionale, è stato imposto di farsi tassare per coprire parte del buco creato con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa». A quanto ammonta questa parte? Per quanto tempo sarà in grado di coprire la mancanza dell'IMU? Siamo certi che non ci siano effetti del decreto-legge Bankitalia che impoveriscano lo Stato e i suoi cittadini (se non subito, in un futuro prossimo o comunque non troppo lontano)?

Siamo certi però di un po' di cose, tra le quale l'aumento, (potenzialmente di 6 volte), dei dividendi degli azionisti (però «le tasse sulla plu[s]valenza a carico degli azionisti sono state fissate al 12%, contro il tradizionale 20% e il 16% inizialmente previsto»). Ovvero: gli azionisti ci guadagnano e in un certo senso hanno sgravi fiscali sulla plusvalenza. Tutto grazie a un giochetto di aumento di capitale «pescando» dalla riserva della Banca d'Italia medesima6: in pratica scrivono un paio di numerelli diversi in un paio di caselle (e a catena molte altre…) et voilà, guadagni, tasse ecc. Una magia fantastica, soprattutto per gli azionisti7.

Un'operazione del genere però non può essere fatta così, sotto banco (o sotto banca?): serviva il parere, l'opinione, della BCE. Che viene chiesta otto giorni prima l'adozione del decreto-legge. Otto giorni son pochi e Mario Draghi, nell'opinione pubblicata il 27 dicembre, non perde l'occasione per una tiratina d'orecchie:

The ECB has underlined in several opinions that ‘even in cases of extreme urgency national authorities are not relieved from their duty to consult the ECB and to allow sufficient time to take the ECB’s view into account […] Moreover, Article 3(4) of Decision 98/415/EC obliges the Member States to suspend the process of adoption of draft legislative provisions pending the receipt of the ECB’s opinion. The ECB received the consultation request on 22 nov 2013, and the Decree-Law was adopted on 30 nov 2013. Since the adoption of legislative provisions prior to delivery of the opinion or expiry of the set deadline is tantamount to a non-consultation of the ECB, the ECB would like to remind the Ministry of the proper procedure for consultation […]

Che tradotto (più o meno) per chi non sa l'inglese: la BCE ha sottolineato in diverse “opinioni” che anche in caso di estrema urgenza nazionale le autorità non sono esonerate dal loro dovere di consultare la BCE e dal lasciarsi il tempo necessario per prendere in considerazione il punto di vista della BCE […] Inoltre, l'Articolo 3(4) della Decisione 98/415/EC obbliga gli Stati Membri a sospendere il processo di adozione di bozze di disposizioni legislative mentre in attesa di ricevere l'opinione della BCE. La BCE ha ricevuto la richiesta di consultazione il 22 novembre 2013, e il decreto-legge è stato adottato il 30 novembre. Dal momento che l'adozione di una disposizione legislativa prima della consegna dell'opinione o scadenza del termine ultimo imposto è equivalente a non consultare affatto la BCE, la BCE ricorda al Ministro la corretta procedura per la consultazione […].

Insomma: in fretta e furia anche dal punto di vista della BCE, che però, per sintentizzare al massimo, oltre a consigliare prudenza ha poco altro da aggiungere e obiettare.

Dopo l'adozione del decreto-legge, che possiamo tranquillamente chiamare decreto-legge Bankitalia, cioè mettere da parte l'IMU, si hanno 60 giorni per convertirlo in legge. Ma il suo destino è già segnato. Oltre ad essere stato già adottato prima della risposta della BCE, prima di questa risposta lo statuto della Banca d'Italia viene cambiato per armonizzarsi con quella che sarà la nuova legge: è già deciso. Non possono entrare sassolini nell'ingranaggio. Non si è proprio presa in considerazione l'ipotesi che qualcuno avrebbe avuto qualcosa da ridire: chi mai potrebbe osare tanto? Solo dei folli, eversivi, criminali, potenziali stupratori.

Ma c'è un'altra inquietante considerazione. «Per evitare che i rapporti giuridici sorti sulla base di un decreto-legge successivamente non convertito possano trovarsi senza disciplina legislativa, le Camere possono comunque approvare una legge che ne faccia salvi gli effetti» (dalla Treccani). Cioè, oltre l'ipotesi dello scorporamento8 tanto voluta dal M5S, ci poteva essere un altro iter, previsto dalla democrazia: il decreto-legge non veniva convertito. Ma le Camere potevano salvare gli effetti. Tutti? Non per forza: ci sarebbe stata una discussione in proposito. Ma è qui, probabilmente, il problema: l'IMU, scorporata, avrebbe avuto facili consensi (vuoi per idee vuoi perché di sicuro effetto propagandistico). La polpetta avvelenata, senza antidoto, era più a rischio e questo rischio andava assolutamente scongiurato: i due “temi” andavano presentati assieme.

Come detto, il destino del decreto-legge era segnato: non poteva non esssere convertito. Non poteva esserci opposizione vera: la ghigliottina era assolutamente necessaria, l'Ordine andava preservato e ristabilito. Questa è la tragica “democrazia” oggi in Italia: quella che si autodefinisce tale, senza avere tutte le carte in regola, e che poi, non contenta, si autocelebra additando i propri difetti riflessi nella reazione altrui9.

Una deriva fascistoide, se c'è e se ha senso usare questa abusatissima categoria di parole (fascismo, fascista ecc.), non è certo dove i suoi artefici puntano il dito, cioè nel M5S e in tutti i settori della società stanchi, delusi, vilipesi, raggirati e che reagiscono a soprusi sempre più evidenti (e che, proprio perché sempre più evidenti e costretti a smascherarsi, necessitano sempre più del fuoco incrociato di copertura e sempre più di polso fermo…).


  1. Naturalmente è una metafora. Nel Parlamento ci sono certamente onnivori, quasi certamente anche degli atei, sicuramente dei cattolici, e non è da escludere che ci siano vegetariani; ma dubito che ci siano ebrei (sia nel senso di appartenenti al popolo ebraico sia nel senso di seguaci della religione ebraica, ammesso che le due cose possano essere scisse nella pratica), e molto probabilmente non ci sono neanche musulmani.

  2. La necessità e l'urgenza che spingono all'uso del decreto-legge dovrebbero essere ben spiegate. Non mi pare che il Governo si sia impegnato a spiegare; per esserne certi bisognerebbe leggere i vari resoconti. Tuttavia, visto che non è uscito nulla nei media, azzardo una scommessa su una probabilità bassa che ci siano state argomentazioni serie sul carattere d'urgenza e necessità del decreto-legge.

  3. Qualunque atteggiamento che metta in discussione un potere può essere definito «eversivo» da questo stesso potere.

  4. Qualcuno disinteressato all'argomento bancario o disposto a ingoiare il rospo pur di non apparire il vile che ha fatto pagare l'IMU agli italiani (cosa che non fa bene in campagna elettorale, che ormai è perenne) si trova. Scorporato dall'IMU, c'era il rischio che il nodo della Banca d'Italia sarebbe emerso come scarsamente digeribile a molti più parlamentari. Inoltre, grazie all'accorpamento, si poteva giocare la carta mediatica del «questi hanno promesso di togliere l'IMU, ma votano contro la conversione di questo dl, quindi —vedete!— vi hanno ingannato!». Questa è una parafrasi, ma tentativi di insinuare discorsi simili sono stati fatti.

  5. Usa questa ipotesi il giornalista Paolo Baroni, in un articolo su La Stampa, in cui accenna all'ipotesi che «il governo […] anche in questo caso ha combinato semplicemente un pasticcio». Non solo incompetente, ma deve essere per forza anche composto da sprovveduti! Se fosse così non sarebbe il caso di tornare alle urne per disfarsi di un Governo che ha dimostrato di essere pasticcione?

  6. Si parla di guadagni tra 2,7 e i 4 miliardi (articolo del Fatto Quotidiano) per i maggiori azionisti della Banca d'Italia (Intesa S.Paolo e Unicredit); ma si parla anche di svendita, regalo alle banche (commerciali private), ecc.

  7. Gli azionisti non sono “poveri” risparmiatori, commercianti o imprenditori che hanno comprato delle azioni. Magari ci sono pure questi da qualche parte. Ma fondamentalmente sono altri istituti, tra cui banche commerciali (private), assicurazioni, ecc. In ordine decrescente di quote: Intesa Sanpaolo S.p.A (91035 quote), UniCredit S.p.A., Assicurazioni Generali S.p.A., Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A., INPS, e via dicendo.

  8. Plausibile e fattibile e anzi dovuto, visto che dovuta era fin dall'inizio l'esistenza di decreti-legge separati.

  9. L'imbecillità non ha colore politico. Il più grande neo della sinistra tradizionalmente è quello di ergersi, con sofisticherie pseudointellettuali, a custode della cultura e della morale della società. Questi signori, seguiti a ruota da altri interessati, vorrebbero far credere che ci sono elettori imbecilli, trogloditi, subdotati, sessisti, impreparati ecc. e che tale tipologia di elettore abbia una densità maggiore nel M5S (nella destra, nella lega ecc.). Sei elettore del M5S? Sei troglodita (o potenziale stupratore). Sei troglodita? Allora voti M5S! Peccato che i difetti che denunciano sono quelli standard del genere umano e della cultura media generale, a prescindere dal colore politico. Le “masse” sono così, è un fatto con cui bisogna convivere. Ma, naturalmente, ciascuno di noi può essere un'eccezione. L'errore è nel ritenere che tale eccezione porti a scelte migliori, e non semplicemente diverse, e che tali scelte diverse richiamino solo queste eccezioni sicché i nostri “compagni” finiscono per essere quasi tutti persone eccezionali. Questo è il sogno-illusione regalato dalla sinistra alla maggior parte del suo elettorato.

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