venerdì 21 giugno 2013

Quoque tu, Brute?

La Gambaro è stata espulsa (65.8% a favore dell'espulsione) e sentite le dichiarazioni pubbliche mi sembra ovvio che tale risultato fosse molto probabile. Di seguito riporto la trascrizione del video dell'intervista (circolano video abbreviati; la durata intera è di circa 9 minuti; enfasi varie, link, colori ecc. miei).



A[Andrea Bonini]: […] un gruppo parlamentare al senato che si divide, che si interroga anche su quelli che sono stati i risultati elettorali. Noi siamo con la senatrice Adele Gambaro [AG]; abbiamo sentito diverse versioni  con il movimento cinque stelle che rivendicava comunque questa tornata amministrativa come una tornata di successo. Due comuni, Pomezia e un comune periferico di Cagliari è un bottino che si può definire un successo secondo lei, da senatrice del movimento?

AG: Due comuni no, non si può definire come un successo anche perché le percentuali sono molto basse e quindi io definirei questo risultato abbastanza negativo, diciamo anche una debacle elettorale. Ci sono comuni, come Treviso, dove abbiamo raggiunto il 5%, Catania il 2%, e quindi no, non è stato assolutamente un successo in questi termini. Abbiam messo qualche consigliere in più però ci sono alcuni comuni dove non c'è neanche un consigliere, quindi…

A: Quando dice debacle dice che sostanzialmente il movimento non ha tenuto rispetto alle precedenti consultazioni sia politiche che regionali (in alcuni casi); cosa secondo lei non ha funzionato a questo giro?

AG: Io credo che stiamo pagando i toni di Beppe Grillo, insomma, la sua comunicazione sbagliata, che viene dal blog, questi post che lui manda un po' minacciosi e soprattutto l'ultimo che ha fatto sul Parlamento. Questo era proprio un attacco al Parlamento e mi chiedo come faccia ad attaccare il Parlamento lui che in Parlamento non è mai venuto. Noi siamo qui da tre mesi e non lo abbiamo mai visto; ci sono scolaresche, persone che vengono da tutta Italia e che vengono a seguire le nostre sedute, l'aula, che sono importantissime perché solo così si riesce capire come funziona il parlamento in una democrazia. Lui non è mai venuto, lo invito a venire e a seguire il lavoro che noi facciamo tutti i giorni e forse non scriverebbe più questi post sul suo blog. Ecco, lo invito a scrivere meno e osservare di più.

A: Ecco mi pare che le sue parole siano anche di… come dire… una presa di distanza senza equivoci rispetto a quelli che sono i toni di Grillo. Lei quando dice però che i commenti sul blog, i post sul blog sono inaccettabili sostanzialmente mette in discussione quella che è la linea politica perché, mi corregga se sbaglio, la linea politica è fondamentalmente quella che arriva dal blog, o così forse non dovrebbe essere secondo lei? Mi aiuti a capire meglio.

AG: Certo. Io non credo che dovrebbe essere quella la linea politica anche perché non c'è stata nessuna condivisione. I post vengono scritti senza che noi ne siamo assolutamente a conoscenza e noi ce li ritroviamo… anzi dobbiamo rispondere di queste parole anche quando noi con le altre forze politiche… e bisogna moderare queste parole, bisogna… io l'avevo già detto la settimana scorsa, e non è passato il messaggio; spero che passi questa volta.

A: Quindi secondo lei in questo momento il problema del movimento è per certi versi Beppe Grillo?

AG: Direi di sì perché noi il lavoro lo stiamo facendo, stiamo cercando di… lavoriamo tantissimo e anche questo non viene percepito all'esterno e invece di… come dire… incoraggiarci lui scrivendo questi post ci… diciamo… ci mette in cattiva luce anche al di fuori del movimento.

A: Quindi è comprensibile che alla camera, per esempio, due deputati se ne siano andati, abbiano lasciato il movimento? Lei come lo giudica questo passaggio?

AG: Mah, anche se io non condivido la loro scelta trovo veramente incredibile che siano stati attaccati in quel modo così violento e anche un po' vergognoso. Quindi pur non condividendo la loro scelta sono assolutamente liberi di decidere dove stare. Anzi gli è stato detto tante volte… ci è stato detto che se non condividiamo le linee del movimento dobbiamo uscire. Loro l'han fatto e per questo sono stati attaccati in modo molto violento.

A: Ecco Paola, non so se ci sono domande da studio…
P[Paola]: Andrea ce ne sono…
A: … le parole mi sembrano molto chiare e forti anche
P: Devo dire ci lasciano… hanno lasciato lo studio completamente spiazzato, senatrice, la ringrazio; [ringrazio] ovviamente Andrea Bonini che l'ha cercata per noi, per SkyTG24. C'è Sebastiano Messina, La Repubblica, che forse vuole fare una domanda
SM[Sebastiano Messina]: Sì volevo chiedere alla senatrice se lei… queste critiche così radicali nei confronti di Grillo… devo dire che non avevo finora mai sentito un parlamentare del suo movimento rivolgersi in maniera così netta e tassativa a Grillo e devo dire complimenti per la franchezza, per il suo coraggio… se lei pensa di poter continuare a rimanere
P: Esatto
SM: … in quel movimento e se lei è l'unica a pensarla così in base ai discorsi, ai colloqui che ha avuto in questi giorni con i suoi colleghi.

AG: Sì adesso lei mi dice che ho coraggio, mi fa sorridere perché qualche tempo fa mi dicevano che ero coraggiosa perché sostenevo le idee di Grillo e adesso mi dicono che son coraggiosa perché prendo le distanze. Quindi è abbastanza… insomma mi fa riflettere. Queste sono le mie posizioni e credo che altri, altri del… all'interno del parlamento abbiano più o meno poi le mie stesse idee e insomma vediamo: io per il momento sono dentro, vediamo se le cose miglioreranno.

A: Ecco ma quanto… si può misurare il dissenso? Perché si parla sempre di ampiezze variabili sostanzialmente. Dal suo punto di vista è una minoranza? è una maggioranza? cioè in che termini è quantitavamente misurabile l'onda di dissenso
P: Esatto
A: …che è dentro il movimento?

AG: Quanti…

A: Cioè in quanti siete per volgarizzare la domanda.

AG: Eh questo non glielo posso dire… non glielo so dire, davvero, perché il disagio c'è, è molto evidente però non arriva a un dissenso vero e proprio quindi purtroppo non saprei dare dei numeri certi.

A: Perché, se c'è questo dissenso, c'è difficoltà a manifestarlo? Da dove nasce, tra virgolette, anche questa paura ad esporsi, come è stato fatto nel suo caso, ad una linea differente?

AG: Forse un po' questo… queste minacce, probabilmente, che vengono fatte; questi toni molto aggressivi… io credo che sia quello, ecco: i toni stanno diventando sempre più aggressivi. Ci siamo avvicinati al movimento perché pensavamo che fosse una cosa diversa e adesso la piega che sta prendendo non… è molto diversa da quella che era agli inizi.

P: Senatrice, «la piega che sta prendendo è diversa dagli inizi». Il vostro rapporto con l'elettorato, con la gente che vi ha portato in parlamento… si sente anche da parte dell'elettorato questo dovere evidentemente cercare una bussola o una nuova strada? Se l'elettorato evidentemente non si presenta alle urne per mettere il segno sul movimento cinque stelle?

AG: Beh l'elettorato ha dato un segnale molto significativo. Alle ultime politiche abbiamo preso una percentuale del 25% e adesso praticamente ci hanno abbandonato quindi direi che anche a livello dell'elettorato… insomma gli italiani…

P: Come si recupera…?

AG: …dica…

P: Come si recupera (mi scusi) secondo lei?

AG: Cambiando completamente… radicalmente il modo di porsi, il modo di comunicare perché le idee ci sono sempre, le idee sono buone quindi forse siamo ancora in tempo, forse siamo ancora in tempo per recuperare un po' dell'elettorato. Però certo che i risultati non sono incoraggianti. 

P: Sebastiano Messina.
SM: No volevo chiedere, visto che la sua critica è così radicale, lei pensa che sia in discussione a questo punto anche la leadership di Grillo, che è stato il protagonista di questa campagna elettorale, anche in Sicilia abbiamo visto delle piazze piene ma mai come questa volta si è rivelato vero il detto "piazze piene urne vuote". Quindi se lei mette in discussione la leadership di Grillo, se pensa che un'altra persona, meglio di Grillo, possa guidare questo movimento.

AG: Ma il movimento è Grillo, è difficile dire… mettere in discussione la sua leadership perché l'ha creato lui, quindi forse è lui che dovrebbe farsi un… ragionare un pochino su quello che ha fatto in questi tre mesi, da quando noi siamo entrati in parlamento. Io non metto in discussione la sua leadership. Certo è che son stati fatti degli errori molto gravi. Se fossi in Grillo io inizierei a riflettere molto seriamente.

P: Andrea.
A: Eccoci insomma direi che la posizione è per certi versi chiara, quindi forse c'è poco altro da aggiungere se non appunto che quel dissenso di cui tanto si parla c'è ed è palese sostanzialmente.

AG: [annuisce]

P: E dice di sì la senatrice. Io la ringrazio, grazie al nostro Andrea Bonini e buon lavoro, a entrambi…

AG: Grazie.

Il procedimento di espulsione è iniziato dopo aver sondato gli umori del movimento e si è svolto secondo i criteri che il M5S si è dato cioè interpellando la base (gli iscritti al portale entro il 31 dicembre 2012), mettendo ai voti la questione prima valutata (lunedì 17 giugno) dall'«assemblea congiunta dei gruppi parlamentari». Un procedimento “interno” coerente e limpido.

Tutto regolare, per così dire. Tranne la reazione di certi media e di conseguenza delle persone che seguono il gossip politico: l'amplificazione se non addirittura la costruzione (giornalistica) dell'affaire è un privilegio quasi esclusivamente riservato al M5S.

Delle espulsioni che avvengono nei partiti non abbiamo in pratica visibilità, forse se ne sa qualcosa di sfuggita, magari per caso, forse come accenno di un discorso a parte, ma tipicamente i media non riservano a questi eventi troppa attenzione. Nel caso M5S, diventa un affaire cruciale.

Persino Scanzi, che viene spesso accusato dai detrattori di essere morbido con il M5S, su Facebook scrive che «Espellere la Gambaro è stato un delirio. Indifendibile», che «La cazzata rimane, e purtroppo per il M5S ha offuscato il lavoro meritorio che i parlamentari svolgono a Camera e Senato»; lo definisce «harakiri Gambaro»; in un altro post scrive (grassetto mio):
Difendere sempre il M5S (o il Pd, o chi volete voi) non è politica: è bimbominkismo becero e infantile. Il M5S fa ottime cose e cazzate tafazzesche. L'epurazione della Gambaro appartiene alla seconda categoria, e non perché lei non abbia sbagliato o perché solo il M5S "epuri" (il Pd lo fa sempre ma non frega nulla a nessuno): perché espellerla è un assist gigantesco ai detrattori. Bastava ignorarla e avreste fatto la parte dei democratici
In un altro post ancora  ribadisce che «Gli avversari non aspettavano altro. Anche la cattiva stampa non aspettava altro» e che il M5S deve darsi una svegliata, o  «di tutte le buone cose che fate in Parlamento (e ne fate: chi vuole informarsi lo sa) non si accorgerà nessuno.»

Cosa si sta chiedendo al movimento (o a Grillo)? A me sembra che si stia chiedendo di badare di più all'apparenza, magari di essere meno coerenti nell'applicazione di certe idee e meno affezionati  ad altre. Di agire pensando prima di tutto a «quel che dirà la gente». Di camuffarsi, come sanno fare i politici di professione. Di giocare nel fango in cui tutti questi navigati giocatori sguazzano.

Se è vero che la «cazzata» offusca il lavoro meritorio del M5S in Parlamento, che i post di Grillo, i suoi toni “aggressivi” fanno sì che anche se stanno lavorando tantissimo ciò «non viene percepito all'esterno», vuol dire che la «cattiva stampa» (che si nutre di quel materiale e ignora l'altro) è la maggior parte della stampa perché se così non fosse, essendo il compito dei giornalisti quello di informare, nessuna di queste «cazzate» potrebbe offuscare il buon lavoro di nessun gruppo parlamentare, perché ci sarebbero più articoli a parlare di tali lavori che non delle «cazzate».

È evidente che c'è un forte interesse a mettere in cattiva luce il M5S, anche e soprattutto picconando la figura di Grillo su cui regge buona parte della forza propagandistica del M5S, e la sua “gestione”. Per qualcuno la soluzione potrebbe essere di non regalare assist, ma questo vorrebbe dire in sostanza cedere a un ricatto.

Sarebbe comunque come dare una medicina (sbagliata) a un paziente sano: Grillo e il M5S non sono la malattia, né sono gli ammalati di questo sistema.

(I colori della trascrizione evidenziano alcuni “temi” ma sono da considerarsi in fieri, una bozza, incompleti; per un eventuale articolo successivo. Dissenso interno e contro Grillo, perdita di voti/elettori/consensi, mancanza di democrazia, condivisione, tolleranza; pressione, manipolazione)

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