domenica 16 maggio 2021

Danni alla Treccani online?

Titolone sul Fatto Quotidiano: La Treccani cancella termini offensivi associati alla parola “donna”. La vittoria di 100 attiviste.

Sembra un altro segno di imbarbarimento intellettivo della civiltà contemporanea: i dizionari devono registrare gli usi delle parole, non darne un giudizio e in base ad esso decidere di farle scomparire.

L’articolo dice:

Una battaglia linguistica che è prima di tutto una battaglia politica.

È solo una battaglia politica: non può essere una battaglia linguistica — e non è nemmeno una battaglia di civiltà, anche se vorrebbe spacciarsi per tale. E visto che la politica dovrebbe essere qualcosa di “elevato” e questa iniziativa non può esserlo, direi che non dovrebbe nemmeno essere descritta come una battaglia politica.

È una manifestazione di imbecillità come ce ne sono tante, specie di questi tempi.

Ma cosa è cambiato?

Da oggi sull’enciclopedia Treccani, alla voce “donna” non saranno più associati sinonimi offensivi come “cagna” o “zoccola”

Un dizionario, o un’enciclopedia, non associano né sinonimi né appellativi: al massimo li registrano. Toglierli non ha senso da nessun punto di vista e soprattutto non rappresenta nessuna vittoria o conquista di civiltà. È solo imbecillità (e pubblicità politica…).

L’imbecillità si raddoppia quando nel contesto 1 si leggono idiozie di questo tipo (dette, a quanto sembra, da tale Rossella Muroni):

[…] è evidente che è ancora lunga la strada per raggiungere la parità di genere nel nostro Paese e che questa sfida passa dall’educazione e da un cambiamento culturale.

Togliere da un dizionario i termini “scomodi” sarebbe educazione per raggiungere la parità di genere? Forse per questi trogloditi lo è.2

Sembra quasi che pensino che l’eliminazione di una parola da un dizionario la faccia scomparire dalla lingua parlata3, o che quello che c’è scritto nel dizionario possa limitarne l’uso ai soli casi “leciti”!

Se togliamo le parolacce dai dizionari e poi naturalmente dai libri, le generazioni future (che risaputamente annovereranno folte schiere di avidi lettori disdegnanti televisione e cinema e che impareranno, domani come oggi, le parolacce sfogliando i dizionari…) saranno tutte più educate, vero?

Su un altro giornale

Ovviamente la notiziona è riportata anche su altri giornali (in rete). Per esempio su Il Giornale: Ecco le parole che spariscono dal vocabolario:

Il vocabolario online Treccani eliminerà tutti i sinonimi dispregiativi della parola “donna” in favore di espressioni che ne valorizzino lo status sociale e intellettuale

[…]

Da oggi, chi cercherà un sinonimo di donna nella versione online del vocabolario Treccani non troverà più parole come “cagna” o “zoccola”4. Tutti i vocaboli con connotazione dispregiativa - perché lo sono palesemente5 - sono stati assorbiti dal termine “prostituta” mentre in allegato6 alla parola “donna” ci saranno riferimenti ad espressioni che ne valorizzino i traguardi intellettuali e sociali (donna di Stato, di legge, di scienza eccetera).

Il Giornale (come il Fatto) ci dice chi sono i colpevoli di quella che chiamano rivoluzione linguistica — rivoluzione linguistica? Bandire parole da uno dei dizionari esistenti sarebbe una rivoluzione linguistica? Tanta crassa e ignara ignoranza è disgustosa.

Colpevoli Promotrici della scemenza rivoluzione linguistica sono state le attiviste Maria Beatrice Giovanardi […] e Valeria Della Valle, direttrice del vocabolario Treccani e condirettrice, con Giuseppe Patota, del Nuovo Treccani.

Se avete un Vecchio Treccani, tenetevelo stretto. Conservate i tomi dei vecchi dizionari e delle vecchie enciclopedie, solidi e non evanescenti e mutevoli come le pagine web, con religiosità: sono le ultime testimonianze di un mondo culturale non ancora infettato dal morbo.

Vediamo che hanno fatto alla Treccani

Al di là di titoloni e articolacci, vediamo che hanno combinato alla Treccani online — non temete: per ora sono riusciti “solo” a ricattarvi per imporvi l’iniezione di un medicinale, ma ancora non hanno spianato a sufficienza la strada per permettere, nel silenzio e nell’indifferenza generale, di entrarvi in casa e correggere opere stampate che non dovessero uniformarsi alla nuova “cultura”.7

Se si va al vocabolario Treccani alla voce donna, dopo ◆, si può leggere uno spiegotto non petitus e fuori stile per un dizionario:

In numerose espressioni consolidate nell’uso si riflette un marchio misogino che, attraverso la lingua, una cultura plurisecolare maschilista, penetrata nel senso comune, ha impresso sulla concezione della donna. Il dizionario, registrando, a scopo di documentazione, anche tali forme ed espressioni, in quanto circolanti nella lingua parlata odierna o attestate nella tradizione letteraria, ne sottolinea sempre, congiuntamente, la caratterizzazione negativa o offensiva.

Una cacofonica precisazione rivolta agli ignoranti, cioè per quanti ignorano cosa sono i dizionari8. Non è una conquista culturale, bensì l’esatto opposto. Forse sarebbe buona, una volta generalizzata, nell’introduzione dell’opera.

Troveremo inutili precisazioni simili, debitamente adattate, in qualunque altra voce contenente parole o espressioni con caratterizzazione negativa o offensiva?9

Prendiamo la voce come compariva il 16 marzo del 2016 e paragoniamola alla voce corrente.

Mi sembra che la differenza sia proprio solo l’aggiunta di quella nota, che vedrei bene al massimo nelle pagine introduttive dell’opera, come detto, non certo abbinata a ogni voce che contenga elementi che potrebbero essere usati per offendere (secondo i venti del momento).

E se cerchiamo donna tra i Sinonimi e contrari? Oggi troviamo il già citato spiegotto. E invece un tempo, per esempio al 18 marzo 2018?

Intanto lo spiegotto non c’era, ovviamente. Poi nella vecchia versione leggiamo:

Espressioni: eufem., buona donna, donna da marciapiede (o di malaffare o di strada o di vita o, eufem., di facili costumi) → □

Nella nuova:

Espressioni: buona donna, donna da marciapiede (o di malaffare o di strada o di vita o, eufem., di facili costumi) → prostituta

È stato tolto il primo eufem.… Quindi le espressioni «buona donna» (come in «figlio di una buona donna») o «donna da marciapiede» non sono più eufemismi che stanno per puttana o simili?

Nella nuova versione si rimanda al vocabolo «puttana»; nella vecchia c’è un riferimento interno. Questa sì che è una rivoluzione linguistica!

Nel riferimento interno della vecchia voce leggiamo:

[…] □ buona donna, donna da marciapiede (o di malaffare o di strada o di vita o, eufem., di facili costumi) [donna che esercita la prostituzione o che è giudicata simile alle prostitute, anche come epiteto ingiurioso] ≈ (volg.) bagascia, (eufem., non com.) baiadera, (volg.) baldracca, (roman., volg.) battona, (eufem.) bella di notte, (spreg.) cagna, cocotte, (eufem.) cortigiana, (spreg.) donnaccia, (eufem.) donnina allegra, (eufem., disus.) falena, (gerg., non com.) gigolette, (eufem.) lucciola, (non com.) lupa, (merid.) malafemmina, (roman., volg.) marchettara, (lett.) meretrice, (region., volg.) mignotta, (eufem.) mondana, (eufem.) passeggiatrice, (eufem., disus.) peripatetica, prostituta, (lett.) putta, (volg.) puttana, (ragazza) squillo, (lett.) sgualdrina, taccheggiatrice, (volg.) troia, (spreg.) vacca, (region., volg.) zoccola. □ donna-ragno [artista circense che esegue esercizi di contorsionismo] ≈ contorsionista.

Notare che il ≈ non è tra donna e quanto segue, ma tra «donna da marciapiede» e quanto segue. Ora quella sezione è spostata, tramite hyperlink, alla voce prostituta (Sinonimi e Contrari). Che rivoluzione!

Certo, questa riorganizzazione ha senso, ma non è una rivoluzione e non costituisce una notizia. È solo un fatto di organizzazione delle voci, appunto. Evita una ripetizione. Infatti la vecchia voce prostituta nei sinonimi e contrari in pratica replica quanto già poteva essere letto dopo □ nella voce donna dove — spiego per gli energumeni — l’“associazione” non è tra donna e le parole offensive (“puttana” ecc.), bensì tra le espressioni come “donna da marciapiede” e “puttana” ecc., essendo “donna da marciapiede” un eufemismo per “puttana” ecc.

Se invece di 100 attiviste imbecilli fosse intervenuto un solo revisore accortosi dello spreco di spazio della ripetizione o semplicemente della ridondanza10 — eliminabile facilmente nel mondo ipertestuale senza compromettere la fruibilità dell’opera — l’effetto sarebbe stato lo stesso ma non ci sarebbero state la fanfara mediatica e la scenografia politica.

Cancellazioni di voci?

Ma si parla di eliminazione di tutti i sinonimi dispregiativi della parola “donna”.11

Alla voce “donna”, sezione sinonimi e contrari, abbiamo visto che si sono limitati alla

  • rimozione di un “eufem.” (forse un errore?),
  • all’aggiunta dello spiegotto,
  • alla rimozione di quanto già presente alla voce “puttana”, sostituendo un rimando interno con un rimando esterno alla voce (in tutte e due i casi il rimando si trova dopo gli eufemismi “donna da marciapiede” e simili12).

E i termini non eufemistici con i quali si indicano donne da marciapiede, donne di facili costumi, ecc.?

Per curiosità andiamo a vedere alla voce cagna: femmina del cane… cantatrice da strapazzo…, spreg. Donna di facili costumi, donnaccia, o cattiva, rabbiosa. Nel riquadro “Sinonimi e contrari” a destra leggiamo:

  1. (fig., spreg.) [donna che si concede facilmente] ≈ (volg.)…

Andiamo a vedere un fermo-pagina del 24 marzo 2016: invariato il corpo, ma il riquadro “Sinonimi e contrari” è cliccabile e cliccando nella pagina che si apre leggiamo:

  1. (fig., spreg.) [donna che si concede facilmente] ≈ (volg.) bagascia, cocotte, (spreg.) donnaccia, (eufem.) donna di facili costumi, (eufem.) donnina allegra, (region., volg.) mignotta, (volg.) puttana.

Nella versione odierna sembra solo che sia diverso il modo di accedere alla stessa informazione. Infatti la voce cagna (Sinonimi e Contrari) non differisce da quella memorizzata nel 2016. Non sembra che l’iniziativa imbecille c’entri qualcosa con i cambiamenti a come si accede alla sezione Sinonimi e Contrari a partire dal riquadro laterale, cliccabile in un caso e non cliccabile nell’altro: probabilmente è solo un errore di tipo tecnico.

Conclusioni

Al di là dei titoloni, per fortuna non sembra che alla Treccani abbiano fatto del revisionismo assurdo eliminando delle voci: sembra che si siano limitati ad aggiungere quella nota, sperando che basti al più imbecille del politically correct, e a riorganizzare un po’ di materiale.

Per ora possiamo tirare un sospiro di sollievo, rimanere schifati dalla politica e dare il solito meritato scappellotto ai giornalisti per i loro troppo spesso pessimi e ingannevoli articoli.

Per inciso: non comprerei mai una Treccani stampata — o altra enciclopedia — che abbia simili spiegotti e giustificativi piazzati su ogni voce “sensibile”.


  1. Il contesto è creato dai giornalisti che hanno scritto Treccani cancella termini offensivi[…] o Treccani eliminerà tutti i sinonimi dispregiativi della parola “donna”, facendo intendere che si tratta di cancellare termini o eliminare “sinonimi”. Per fortuna sembra che non sia ciò che è stato fatto e che, come spesso accade, i giornalistacci abbiano creato confusione, forse per avere pezzi con mordente: sarebbero stati fiacchi, non ci sarebbe stata notizia, se avessero scritto ciò che effettivamente è stato fatto.↩︎

  2. Come si evince in seguito, non avviene nessuna cancellazione o eliminazione di termini. Tolto questo dal contesto creato da giornalistacci, le parole di Muroni hanno un senso, visto che probabilmente l’educazione di cui si parla non passa attraverso la cancellazione di lemmi… Dico probabilmente perché da quella citazione non è possibile dedurlo, ma non so che altro abbia detto tale Muroni.↩︎

  3. E dalla letteratura! Ma che importa? Tanto sempre meno persone leggono e comunque nei libri del futuro nessuno più farà un personaggio che insulta una donna chiamandola «cagna», «zoccola», ecc. … perché bandiranno e censureranno simili libracci contenenti questo genere di turpiloquio che danneggia la parità di genere!↩︎

  4. Scritta così sembra che prima «zoccola» e «cagna» si trovassero come sinonimi di donna… Ma non era e non è così. Ma chi scrive nei giornali a volte scrive proprio da cani.↩︎

  5. Rileggete questo passaggio. È scritto da cani — e mi dispiace se i cani si offendono, come al solito.↩︎

  6. «In allegato». Sic.↩︎

  7. Il passaggio al digitale e al cloud rende obsoleta la necessità di entrarvi in casa… Ma siamo in un’epoca di passaggio in cui c’è ancora molta carta stampata in circolazione.↩︎

  8. Lo stile moderno di governare il gregge consiste nel trattarlo da cretino con la pretesa di farlo ragionare, da bambino con la pretesa di farlo crescere, da ignorante con la pretesa di istruirlo… In realtà il modo migliore per privare le persone della loro naturale capacità di pensiero è proprio trattarle da cretine; il modo migliore per renderle come bambini (ubbidienti, si spera…) è trattarle come tali (lo Stato pater familias…); il modo migliore per vanificare l’istruzione è trattare le persone sempre da ignoranti — perché sì, ci sarà sempre qualcosa che ignoreranno, ci sarà sempre qualcuno, specie in alto, che la saprà più lunga. In questo caso la descrizione di cosa fa un dizionario diventa un pro memoria inserito in una specifica voce di un dizionario, a mo’ di “protezione” di quella voce. A parte la collocazione scorretta (andrebbe nell’introduzione che fa da guida alla consultazione del dizionario), la presenza di quella spiegazione dimostra che altrove non si è spiegato cosa sono grammatiche e dizionari. Era già evidente dalle osservazioni deducibili ripassando certo materiale dell’ornitoteca; dati non sistematici ma comunque, a mio giudizio, significativi e indice di un problema diffuso.↩︎

  9. Nel caso specifico probabilmente lo spiegotto fa riferimento a termini come donnetta, donnina, donnaccia, donnucola, ecc. che fortunatamente non sono stati cancellati.↩︎

  10. Dal punto di vista del cartaceo, ché in termini di byte non è molta roba.↩︎

  11. Il contesto è creato dai giornalisti che hanno scritto Treccani cancella termini offensivi[…] o Treccani eliminerà tutti i sinonimi dispregiativi della parola “donna”, facendo intendere che si tratta di cancellare termini o eliminare “sinonimi”. Per fortuna sembra che non sia ciò che è stato fatto e che, come spesso accade, i giornalistacci abbiano creato confusione, forse per avere pezzi con mordente: sarebbero stati fiacchi, non ci sarebbe stata notizia, se avessero scritto ciò che effettivamente è stato fatto.↩︎

  12. Ineliminabili in quanto contenenti la parola donna.↩︎

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