giovedì 27 febbraio 2014

Complottisti e anticomplottisti

Tra i cosiddetti complottisti e i cosiddetti anticomplottisti, io simpatizzo per i primi.

Tanto per cominciare, gli anticomplottisti esistono come antagonisti dei complottisti: senza complottisti, non ci possono essere anticomplottisti. Viceversa i complottisti esistono perché esiste una realtà esterna in cui vedono prendere forma i complotti. I complottisti possono fare ontologicamente a meno del loro “opposto” che, al contrario, non ha ragion d'essere senza di loro: l'unica ragion d'essere degli anticomplottisti sono i complottisti, mentre questi hanno in loro stessi la propria ragion d'essere, caratterizzata da una peculiare interpretazione e visione del mondo. I complottisti (cosiddetti in senso negativo solo dagli anticomplottisti) affermano la loro esistenza esponendo idee, per quanto balzane: sono soggetti attivi. Gli anticomplottisti si limitano a reagire per (ri-)affermare uno status quo, che è ciò che è, e in cui i complottisti vedono i complotti, ed è anche ciò che, in quanto è, non ha alcun bisogno di essere affermato. In questo senso, gli anticomplottisti sono ridondanti, oltre che soggetti passivi. I complottisti sono la mano che tira la massa in stato di quiete, gli anticomplottisti sono la molla che reagisce al solo scopo di riportare la massa “al centro”. Gli anticomplottisti non possono che affermarsi per contrapposizione con i complottisti.

In secondo luogo e come conseguenza di quanto già detto, non è possibile uscire dal sistema usando la mentalità anticomplottista. Se nel sistema esistessero solo mentalità anticomplottiste, ovvero se non esistessero complottisti, il sistema sarebbe omogeneo, autorefenziale e statico; fondamentalmente immutabile, nel senso che l'unico mutamente possibile e accettato sarebbe un mutamento già implicito nella struttura del sistema medesimo. L'evoluzione del sistema è allora fittizia (un artificio della sua struttura “fluida”) perché la conoscenza sul sistema non non è dubitabile né indagabile in forme diverse da quelle pattuite; ciò che il sistema è, è autoevidente: il sistema è tutto e contiene tutto. Ma ciò non può essere vero. Allora, come si può andare oltre il sistema?

La mentalità anticomplottista non permette di vedere altro che ciò che è autoevidente e, volendo dare uno sguardo alla realtà immanente, possiamo dire che è il duale del conformismo compiaciuto che si adagia sull'informazione ufficiale. La mentalità anticomplottista è un perpetuo atto di fede in ciò che è ma anche e soprattutto in ciò che altri dicono che è.

Diametralmente opposta è la mentalità del complottista, guidata da un'iperbolico, titanico  scetticismo pronto a spingersi verso i confini del ragionevole e anche a superarlo; pronto a strapazzare e spezzare le relazioni della logica; pronto a dubitare dell'ovvio e di ciò che è considerato universalmente vero. Ciò che è ragionevole, ciò che è logico, ciò che è ovvio o “universalmente vero” è parte del sistema stesso, è un suo insegnamento, è un indottrinamento, un imprinting, una suggestione indotta quotidianamente. La mentalità complottista è libera (secondo diversi gradi) dalle catene di questi schemi di pensiero imposti e cerca delle vie di fuga: può esplorare la caverna a suo piacimento. Spesso solo e soltanto questi tentativi e queste esplorazioni permettono di intravedere le praterie delle verità non dimostrabili del mondo che ci circonda (fatto tanto delle entità fisiche quanto delle menti che interagiscono e stabiliscono relazioni sociali tramite la loro esistenza fisica). L'eresia del complottista è quella di rifiutare (in tutto, in parte… esistono tanti tipi diversi di complottisti) schemi precostituiti e di non farsi condizionare da ciò che “si sa” che è, così da poter immaginare ciò che è quasi-impossibile, ovvero ciò che, secondo la dottrina della maggioranza, è altamente improbabile. La mentalità del complottista è ribelle, meno addomesticata, più insofferente nei riguardi dei ruoli imposti e meno propensa ad uniformarsi alle aspettative del gruppo di maggioranza.

L'errore orrorifero dell'anticomplottista tipico (esistono anche diversi tipi di anticomplottisti) è quello di essere fino in fondo opposizione senza sfumature del pensiero complottista. L'anticomplottista si limita troppo spesso a rigettare in toto ogni tesi complottista, senza prendersi cura di dissezionarla, magari mitigando  gli unici elementi che ha senso, fino a prova contraria, mitigare, ovvero ciò che si può basare sulla conoscenza acquisita tramite il metodo scientifico —che per brevità possiamo chiamare conoscenza scientifica (che sappiamo però essere sempre in fieri, in un certo senso). Il tipico anticomplottista scienziato tende a tradire la scienza stessa mettendo in relazione logica la non scientificità di una parte della esaminanda specifica teoria complottista (o di una delle molte versioni di una stessa “teoria” complottista) e la non validità di tutto il resto. L'anticomplottista è incapace di farsi sintesi, di riposizionare la massa in un punto che non sia l'equilibrio artificiale preimpostato, è incapace di calibrare la “forza” della sua molla, tutto proteso a ristabilire l'Ordine che conosce, di cui si fida e che accetta ciecamente. Ma questo atteggiamento è ovvio: l'anticomplottista non può uscire dai propri schemi, non può rifiutare alcun brandello della realtà autoevidente, non è mentalmente libero di concepire altro oltre quello che ha già concepito, non può far altro che reagire per riportare la massa alla confortevole e confortante posizione di equilibrio, che è l'unica che egli è in grado di apprezzare e capire.

Ed è per questo che guarderò sempre con estrema simpatia la mentalità complottista: l'anticomplottista è un prigioniero (spesso tanto orgoglioso d'esserlo da diventare arrogante). Il complottista può raggiungere correndo l'ultima duna, “incurante” delle risate degli altri prigionieri, e scoprire se oltre questa duna c'è altro deserto, come sostenuto dalle dottrine del “sistema” di cui gli anticomplottisti sono espressione ortodossa, oppure se c'è invece una lussureggiante oasi di verità probabili.

2 commenti:

  1. Ottimo post. Mi ha sorpreso vedere quanto materiale esce digitando:
    "Complottismo e anticomplottismo"

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    1. Grazie. Se si cercasse in altre lingue (magari in inglese, in spagnolo, o in cinese — a saperlo!) sono sicuro che si troverebbe molto più materiale!

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