domenica 2 marzo 2014

Esempi di cultura antigrillina di massa

Ci sono numerose pagine e blog da cui attingere e dove troviamo mantra, fattoidi, memi ecc. usati da chi ritiene che esistano certe caratteristiche esclusive tipiche dei grillini. Ho preso alcuni screenshot, tutti da uno stesso gruppo facebook, per osservare e commentare alcuni tratti.
Cominciamo con il benvenuto a questo gruppo su facebook di attivisti antigrillini. Il creatore del gruppo è un ravveduto, un redento ora pentito del voto al M5S; i  grillini possono entrare, a loro rischio e pericolo: quelli che l'hanno fatto sono poi spesso fuggiti, «con le pive nel sacco», naturalmente perché le argomentazioni del gruppo facebook sono troppo potenti per le loro limitate capacità e non perché si son trovati come neri in una stanza piena di membri del KKK. Comunque resta il fatto che il gruppo non è  troppo tollerante. Insulti e offese personali fanno scattare ban e segnalazioni. Le opinioni vanno espresse tramite profili personali, non «palesemente falsi», e dunque in cui deve essere identificabile una precisa anagrafica.

Nel seguente esempio, Iena condivide un post di una pagina anti-M5S in cui troviamo altri elementi tipici: la presa in giro letteraria (secondo il luogo comune che vuole i grillini incolti e semianalfabeti) e la ridicolizzazione della “rete” e dunque dei meccanismi con cui il M5S si autoregolamenta, meccanismi che sono sotto il controllo del malefico duo Grillo-Casaleggio.
Scorrendo i post, troviamo chi recupera  vecchie immagini o vecchi video, e li attualizzati. L'immagine, di repertorio, ritrae Vito Crimi dormiente, modificata per “parlare” del voto di espulsione dei senatori (Orellana&c): «si è svegliato apposta per votare». Nei commenti, alcune offese all'intelligenza di Crimi: se si svegliasse direbbe una «scemenza»; «Vito lo sveglio». Il dileggio, che se fosse fatto da un grillino sarebbe la prova della sua ignoranza, è qui tollerato e anzi incoraggiato.
Crimi dormì, quindi è sua abitudine dormire in aula; ma si sveglia solo per votare queste espulsioni: per il resto, dorme, cioè non fa nulla
Troviamo poi un vecchio video, che  viene letto da un antigrillino come cronaca di questi giorni: Bersani che torna più in forma di prima e dà del pirla a Grillo. Un antigrillino fa notare che l'episodio è vecchio — anche gli antigrillini prendono abbagli… Ma non fa niente, il suo contenuto è sempre attuale, se non addirittura superato: Grillo è più pirla di prima, insieme ai suoi seguaci.
Con che grinta è tornato Bersani a dire un meritato pirla a Grillo! Ah, è di un anno fa? Vabbè è uguale: Grillo al massimo è diventato ancora più pirla, insieme a tutti i suoi pirlini
La “satira” continua, in un gioco di specchi così sapientemente costruito che sembra quasi che non ci sia alcuno specchio. Apprendiamo che il Fatto Quotidiano è un organo di stampa del M5S, perché alcuni articoli, evidentemente troppi secondo i gusti degli antigrillini, non attaccano il M5S come gli antigrillini ritengono giusto e saggio fare. Anzi, persino a volte lo elogiano e una cosa del genere è concepibile solo se gli autori di quegli articoli (principalmente Scanzi, Travaglio e Gomez, credo) e il giornale che li ospita sono al soldo (concreto o ideologico) di Grillo-Casaleggio e del partito-azienda M5S.
L'espulsione è così grave che persino il Fatto (che sappiamo essere l'organo di stampa dei grilleggini)  ne parla. Però c'è Travaglio che banalizza le espulsioni dicendo che succede in tutti i partiti (un dato di fatto, ma agli antigrillini piace ignorarlo). Una adepta, nel commento, rivela la sua decisione di non sentire o leggere cosa ha da dire Travaglio e il fatto che segue le trasmissioni solo se ospitano “dissidenti” — probabilmente perché da loro si aspetta, nei riguardi del M5S, la conferma trionfante delle sue stesse idee.

Del resto, che si vorrà mai sentire da questi grillini che non capiscono, che non vogliono ascoltare, che sanno dire soltanto no, che sono esempi di una «evoluzione quasi umana dell'essere inutile»?
Comunque, tornando al Fatto Quotidiano che è organo di stampa del M5S, troviamo un esempio in cui la fonte diventa degna di nota e valida perché esprime posizioni con cui gli antigrillini sono d'accordo. È di nuovo il caso delle recenti espulsioni, tanto grave che a riprova di ciò persino Gomez, «stavolta» …
Un caso interessante in cui il contesto suggerisce l'interpretazione del post in cui Travaglio implicitamente si domanda: se non ti piace il movimento (cioè le idee che porta e la metodologia che fa parte, in pratica, del programma), come ci sei finito dentro e che ci stai a fare ancora lì?
In questo contesto, Travaglio starebbe facendo una apologia delle espulsioni. Se il pezzo fosse riportato in una pagina pro-M5S, sarebbe riportato perché giustifica (dà delle motivazioni per) tali espulsioni. Qui, poiché il contesto rigetta la plausibilità di tali giustificazioni, è riportato allo scopo di sottolineare la parzialità di Travaglio. Come dire: leggete che cose ridicole scrive questo! Il gruppo condivide la stessa “ideologia”, per cui sarà d'accordo sul fatto che si tratta di sciocchezze insostenibili e non avrà nessuna obiezione da fare. Si notino gli ultimi due commenti catturati: offesa (grullacci — ma collettiva, quindi va bene) e speranza in un mondo senza M5S (grillini e Grillo), cioè riduzione a nulla politico (se non fisico) degli individui partecipano al progetto politico.

Per sottolineare come le motivazioni sono assurde, conviene fare il paragone tra un espulso, Orellana, e uno dei preferiti, Di Maio. Paragone su cosa? Sui rimborsi: Di Maio ne ha chiesti ben 1496.17€ in più (quindi è più cattivo di Orellana), cioè ha avuto spese rimborsabili maggiori di 1496.17€ rispetto ad Orellana. Si mette un link non raggiungibile — «peccato erano i rimborsi spese più stipendio di Orellana e Di Maio»… peccato che questa informazione c'è perché gli interessati l'hanno voluta rendere pubblica, per cui non c'è bisogno di mettere un link interno a Facebook e dispiacersi che non sia più raggiungibile, come se l'informazione fosse unica e preziosa. Infatti una piccola ricerca ci porta alla pagina della trasparenza, dove ritroviamo, in quanto dichiarato da Orellana, l'esatta cifra di 7113.41€, sicché deduciamo che questo è il dato a cui si riferiva il post (i rendiconti di ottobre 2013).
È una questione di soldi, quindi Di Maio, avendo più rimborsi, è peggio di Orellana, eppure non espellono di Maio ma Orellana.
Allora, volendo tentare di seguire il percorso di questi antigrillini, vediamo le cifre indicate come sono raggiunte.

Per Orellana, i 7113.41€ derivano da 3768.31€ diaria (di cui 1500 canone e utenze alloggio, 205 altre spese per l'alloggio, 554.13 per il vitto, 75.70€ per bar/mensa della Camera, e 1433.48€ per altro), 312.10€ spese accessorie, tutte alla voce taxi; 3033€ spese per l'esercizio del mandato, tutte alla voce collaboratori.

Per Di Maio, nello stesso mese (ottobre 2013), gli 8609.58€ “denunciati” dall'attivista antigrillina derivano da 2908.65€ diaria (di cui 1000 canone e utenze alloggio, 913.10€ altre spese per l'alloggio, 362.80 trasporti Roma, 495.95 per il vitto, 136.80 per bar/mensa della Camera), 298.11€ spese accessorie, tutte notate alla voce altro; 5402.82€ spese di mandato, di cui 1212.42 in consulenze, 120 per consultazione dati, 1495.60 per convegni, 829.49 per Gestione Ufficio, 170 per ricerche, 1575.31 per eventi sul Territorio. Inoltre, come stipendio netto è riportato 3108.61€, contro i 3317€ di Orellana.

Non si sa bene cosa avrebbe voluto dimostrare l'antigrillino in questione, né esattamente cosa intenda Silvana con «E criticavano tanto gli altri???»; però i numeri, interpretando l'intenzione del post di valutare i deputati in base ai soldi spesi, non sono a favore di Orellana se non nel dato “aggregato”. Su di lui pesano quei circa 200€ di stipendio netto in più da parlamentare M5S, ma soprattutto quei 1433.48€ di altro nella diaria. Per l'alloggio ad ottobre 2013 Di Maio ha speso un po' di più e ha mangiato di più, anche al bar/mensa e nonostante ciò non copre le “altre” spese di Orellana. In pratica, Di Maio ha speso di più per la sua attività di parlamentare, tra consulenze, convegni, gestione Ufficio, eventi sul Territorio.

Bocchino ha un pattern simile a Orellana: elevata nota su Altro nella diaria (1058€), spese accessorie concentrate sui taxi (ben 1759.75€) e spese di esercizio di mandato tutte sulle collaborazioni (3265). Campanella ha rimborsi di 9711€ con una voce altro nella diaria più ragionevole (478€ circa), spese elevate di viaggio/telefoniche riportate come altro (1168€), 4287 in collaborazioni e 782 per eventi sul Territorio, e ha un “guadagno” (una spesa negativa...) per esercizio di mandato pari a 890.53€ (uno storno? non è chiaro). Battista alla voce altro nella diaria riporta 1988€, e per l'esercizio di mandato spende 5757€ tra consulenze e collaborazioni; il totale è di 10066.04€. Complessivamente, usando il metro proposto dalle antigrilline di cui lo screenshot sopra, Orellana è il meno peggio tra i 4 espulsi, eppure non regge nei dettagli il confronto “economico” con Di Maio. Perché poi non prendere a paragone Di Battista che ad ottobre 2013 ha speso 4833€, di cui 4331.07 tra collaboratori, consulenze ed eventi sul Territorio? (La domanda è una riformulazione dell'affermazione che il paragone, se anche avesse senso, è viziato da una scelta specifica dei soggetti da paragonare: cambiando uno dei due si può sottintendere esattamente l'opposto di quello che vorrebbe sottintendere l'acuto post).

Proseguendo, ci imbattiamo in altri insulti: troviamo Anna che condivide un post in cui Manlio Di Stefano dice che «abbiamo bisogno di essere come la testuggine spartana, ognuno di noi deve sentirsi protetto dal compagno al suo fianco». Le parole testuggine spartana sono evidenziate e Anna scrive «sì…grandissima testuggine di mentula!» (per chi non mastica il latino come Anna, mentula si traduce con cazzo e quindi Anna ha usato un “gioco di parole” per dire «grandissima testa di cazzo», a Di Stefano). Cosa dice di tanto terribile Di Stefano?
Tra le altre cose, c'è una sorta di appello all'unione, alla protezione del gruppo, del compagno al proprio fianco, specie nei momenti fondamentali, proprio quelli in cui invece i 4, che si erano creati un ufficio stampa autonomo violando così lo statuto, sono sembrati più una spada nel fianco. L'appello è fatto tramite la metafora della testuggine spartana, in attacco all'accampamento del sistema, ed è questa immagine che viene derisa da Anna.

C'è però anche chi ha idee diverse sui comportamenti giusti all'interno di un gruppo:
Qui si attacca Civati, con parole moderate (tipiche degli antigrillini, che però lo fanno solo perché lo fanno i grillini) come «stronzo» e «vigliaccone». Proprio Nilla che lancia questa accusa offre uno spunto interessante, che vale la pena trascrivere (enfasi aggiunte):
quando si è in un gruppo si sta coesi nel bene e nel male specie in un momento come questo…ed io che ti ho votato! vuoi fare un partito nuovo? Vuoi fare un partito nuovo quando potresti fare di tutto per migliorare e contribiore in quello che sei. NN ho mai votato Pd perchè li ho sempre torvati masochisti... con te caro Pippo ho avuto la conferma…ma ne ho per molti altri...nn ora nn qui...ma il dente avvelenato ce l ho. Quanti vigliacchi parolai che stannno venendo fuori
Dunque Nilla sta appellandosi alla fedeltà al gruppo. Un concetto qui presentato come sano, ma che diventa perverso quando accade all'interno del M5S: dei grillini che derivassero il loro comportamento da un concetto del genere sarebbero descritti dalla stessa Nilla come pecore senza cervello pilotate da Grillo —o Nilla si limiterebbe a mettere Mi Piace su chi sostenesse questa tesi. Nilla, secondo Anna, dovrebbe essere una «testuggine di mentula».
Nell'immagine sopra leggiamo la tesi secondo la quale alcuni comportamenti di Grillo (e compagnia…) «contro Sanremo, la Rai ecc.» si spiegano in base al rancore dovuto al «calcio in culo definitivo» dell'azienda pubblica radiotelevisiva a partire dal 1993 e spunta il tema della ricchezza di Grillo, che non va dimenticato: «prima però lo ha arricchito».

Subito sotto si suggerisce graficamente una affinità tra Casaleggio (e dunque il M5S) e la Lega; la scritta probabilmente è un gioco di parole con ius soli in riferimento a idee secessioniste?

Questo mi richiama alla mente la più tipica fallacia che è ormai data per ovvia in questi ambienti: la reductio ad Hitlerum.
Tra i tag leggiamo «Grillo fascista» e «Grillo carogna ritorna nella fogna». Grillo è un dittatore, ma Mussolini era persino meglio perché non diceva balle. Mussolini era «un pò più serio» [sic]. La vignetta fa esprimere a Grillo un concetto che non ha mai espresso e che suggerisce l'interpretazione delle recenti espulsioni (Orallana e gli altri): sono stati espulsi perché rompivano le balle. Inoltre, la vignetta lascia intendere che la decisione sia stata presa solo e soltanto dal dittatore Beppe Grillo, anche perché le votazioni sono una farsa e i votanti sono pecore che seguono il capo-pastore.

Sulla stessa scia ne troviamo un'altra dove ricompare la reductio ad Hitlerum e la questione della ricchezza («Dicono che penso solo agli introiti del blog…ma quando mai?»), in particolare degli introiti del blog (uno dei tormentoni che ritornano ciclicamente), con i due tag “principali” (Grillo fascista e Grillo carogna ecc.)
Nella demonizzazione di Berlusconi, le motivazioni che hanno spinto il “cavaliere” a entrare in politica sono subito risultate chiare ai suoi avversari —Montanelli per primo, mi pare, le aveva spiegate. Per Grillo e Casaleggio bisogna avere qualcosa di simile, che non sia idealismo, altrimenti non si riescono ad avere un paio di cardini della propaganda: la motivazione perversa e il tornaconto personale. Questa vignetta è la conseguenza di ciò: Grillo (e Casaleggio) hanno creato e sostengono il M5S anche perché grazie a quello il blog guadagna e li fa arricchire. Chi ha costruito questa narrazione, a mio avviso sta cercando di spremere il know-how acquisito con Berlusconi, riciclando alcune idee già usate contro di lui.

La disinformazione sui motivi delle espulsioni continua con la seguente vignetta, che di nuovo richiama il fascismo (nell'uso di un manifesto della repubblica di Salò) e ilnazismo (nella trasformazione delle stelle in svastiche)
Nella didascalia si riporta la tesi mainstream che l'espulsione sia conseguenza dell'aver criticato il «guru» (tratto del guru-dittatore intoccabile) e che il M5S sarebbe una «setta aziendale di Grillo». Oltre al richiamo al fascismo, l'uso del manifesto in cui il traditore o sabotatore viene fucilato legato a una sedia e con le spalle al plotone suggerisce un comportamento violento da parte degli “squadristi” M5S.

A proposito di “violenza”, rappresentazioni grottesche come la seguente sono dei piacevoli divertissement su cui il gruppo non ha nulla da dire, se non forse riderci su.
Qualunque cosa è di buon gusto se non è contro le idee antigrilline; e poi ci si può sempre difendere dicendo che gli altri (i grillini) fanno di peggio — fanno di peggio, oltre a essere peggio.

Riprendiamo il tratto della riduzione del grillino ad essere antropologicamente e/o culturalmente inferiore, a volte espresso tramite il gioco di parole grillo-grullo, come nel seguente screenshot.
O tramite affermazioni “di spirito” più generiche, come
Tutto per dire che il grillino è stupido. Il passo successivo è l'identificazione del grillino di questo tipo con tutti gli elettori del M5S, un passaggio non scontato ma implicitamente accettato.

Nel seguente screenshot l'idea del grillino idiota è accostata alle dinamiche di gruppo in salsa bullismo, che possiamo abbinare anche all'idea di Nilla nella vignetta di Civati e  alla testuggine spartana presa in giro da Anna.
Il grillino è solo, o con uno «sparuto gruppetto», e non si rende conto «di voler colpire una pagine del GAAG collegata con decine e decine di altre pagine che ora sanno della sua esistenza». Lo troveranno e giocoforza lo faranno a pezzi, povero stolto che non si è reso conto contro chi si è messo! (GAAG o G.A.A.G. sta per Gruppo Azione Anti-Grillismo…!)

Portiamoci ora su tutt'altra questione.
La riflessione è piuttosto sciocca e, dimenticandosi della presunzione d'innocenza, ipotezza un crimine che come tale è punibile per legge e, volendo fare i giustizialisti, nell'ipotizzare questo crimine il post è al limite della querela.

Una frase come «le password di accesso degli iscritti online di M5S stanno sul server controllato da Casaleggio» per me descrive un informatico poco informatico e molto politico e sciocco e in vena di allarmismi vuoti. Le password che usiamo (per google, per facebook, per il conto online ecc.) sono su server di qualcun altro e in linea di principio le figure professionali che hanno accesso, per motivi di lavoro, al database (fingiamo che sia uno tanto per dire) hanno accesso alle nostre “password”. Che tipicamente non sono memorizzate in chiaro e il ladro per usarle dovrebbe prima “crackarle”. Ma fingiamo che siano memorizzate in chiaro — sebbene sia una pratica obsoleta e un chiaro antipattern, supponiamo che i programmatori “informatici” ecc. che hanno messo in piedi la “rete di Casaleggio” e tutto il software che gira sui suoi server abbiano fatto in modo che la password sia in chiaro.

Ora, che ci fa l'amministratore di rete con queste password degli utenti? Se le ha prese, l'ha fatto ovviamente per usarle: andrà da qualche parte, si loggherà, e darà il voto al posto di qualche iscritto (che naturalmente non si accorgerà di aver votato senza averlo mai in realtà fatto, perché il software è fatto in modo da non farglielo notare…). Ma questo voto è memorizzato, insieme ad altre cose, su un db a cui lo stesso amministratore di rete ha accesso. Allora perché scomodarsi a prendere la password, andare da qualche parte e loggarsi quando può alterare il dato direttamente sul db, nello stesso modo in cui c'è chi avrebbe il potere di fare un update del record che dice che il nostro conto bancario è di ennemila euro?

Non servirebbe nemmeno fare il software in modo che l'utente vero, loggandosi, non si possa accorgere che ha dato un voto che in realtà non ha dato: basterebbe intervenire dopo, quando le votazioni sono chiuse, alterando i voti già dati ed eventualmente aggiugendone altri. Pulito e semplice.

Dunque, l'amministratore di rete non solo non è tanto interessato alle credenziali di ogni singolo utente, ma sarebbe anche difficile per lui da solo farci qualcosa ai fini di alterare l'esito delle votazioni: quanto tempo servirebbe per loggarsi su diecimila account diversi e dare un voto?

Tornando all'aspetto legale, il furto di credenziali e l'impersonificazione sono considerati crimini molto gravi. L'alterazione di dati su un db aziendale è senza dubbio qualcosa di meno grave; forse al limite, a seconda delle circostanze e delle motivazioni, nemmeno punibile direttamente, ma solo indirettamente, magari per frode o cose simili, cioè cercando il dolo nell'effetto dell'alterazione e non nell'alterazione in sé — invece il furto di credenziali è un crimine anche solo se l'amministratore di rete l'avesse fatto per farsi bello agli occhi della sua ragazza nerd.

Si potrebbero fare altre osservazioni, ma mi sono dilungato abbastanza su questa prima parte che concludo con un lapidario: informatico bocciato.

Riguardo la seconda, il problema di dimostrare la correttezza della votazione, faccio alcune osservazioni rapide, anche se il discorso, pure qui, si può arricchire ad libitum. Tali votazioni non hanno nessun valore legale: sono un meccanismo interno tramite cui un movimento prende delle decisioni. Avrebbero potuto farlo anche in una stanza, per alzata di mano, coinvolgendo solo “i vertici” e i parlamentari — ciò è più simile a come avvengono le espulsioni per esempio nel PD: nessun coinvolgimento dell'elettorato in questioni di organizzazione interna. La certificazione esterna ha un costo ed è impensabile pretenderla per ogni votazione: piuttosto bisogna metter su un sistema “trasparente” che dia sicurezza a chi lo utilizza, bisogna dare a ciascun partecipante la possibilità di “controllare” che il proprio voto sia stato registrato come si aspettava. La certificazione esterna ha probabilmente un senso solo per le votazioni che hanno un effetto politico “esterno” e che non siano “ricorrenti”.

Prima di passare alla prossima immagine, una nota sull'ultimo commento della precedente: quello che dice tale Marco è assolutamente incomprensibile. Un esempio di pensiero coerente e intelligente tipico degli antigrillini e ben diverso da quello, incoerente e stupido, della maggior parte dei grillini?

Ho conservato qualche altra immagine, ma purtroppo mi rendo conto che questo post è diventato troppo lungo. Per questo chiudo con questa immagine:
Chi fa veramente schifo qui è lei, nel momento in cui posta una cosa del genere in un gruppo di antigrillini (en passant: compare il tratto Beppe Grillo omicida). Sotto si legge «Era uno di noi, uno del MoVimento». Forse un po' patetico, ma “Eddy” era veramente del MoVimento, era un grillino, uno di quelli che nel gruppo in questione può essere chiamato grullo, con il cervello disidratato, fascista, idiota e via dicendo. Chi sta facendo propaganda sulla pelle degli altri (tanto “Eddy” quanto le vittime dell'incidente di Grillo) è proprio costei. Ma è una antigrillina, quindi se lo può permettere e non riceverà altro che applausi per questo suo eroico sdegno.

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