sabato 29 marzo 2014

M.I.Ri.S.P.

Nel 2042 si costituì formalmente il M.I.Ri.S.P., ovvero il Movimento Italiano per il Rispetto delle Strisce Pedonali.
I mirispiani ante litteram esistevano già da tempo. 

Il primo maggio del 2035 Ugo Lapaglia detto Ughetto (cofondatore del movimento) si appostò nei pressi di un attraversamento pedonale e cominciò a filmare, registrando in particolare le auto che prendevano la precedenza sui pedoni. Portò poi le prove delle infrazioni al comune e dopo qualche tempo (e qualche dubbio e contestazione) riuscì ad ottenere che ai rei fossero recapitate le multe per l'infrazione. 

Prima che questa prima ondata di multe fosse emessa, Ughetto continuò a collezionare altre prove di infrazioni. La sua azione fu pubblicizzata su internet e persino qualche giornale locale ne parlò. Presto cominciarono ad imitarlo in molti, appostandosi su altre strisce e alla fine del 2035 la pratica si era diffusa su tutto il territorio nazionale. 

Naturalmente l'attività di moralizzazione che gli adepti ante litteram portavano avanti in modo indipendente e personale — formando, al più, piccoli gruppi di amici che si facevano compagnia nello svolgimento dell'attività — presto si scontrò con le proteste degli infuriati automobilisti, abituati alla loro libertà e impunità. Sui giornali di tanto in tanto cominciarono ad apparire articoli su scontri tra automobilisti e mirispiani, talvolta finiti nel sangue.

Contro l'operato dei mirispiani ante litteram cominciò a formarsi un fronte di protesta di automobilisti e più di qualche mirispiano fu picchiato (ci furono anche vendette e alcuni automobilisti si ritrovarono con pneumatici forati o vetri rotti). Gli automibilisti più tartassati cominciarono a fornire informazioni (principalmente su internet) sulle strisce più sorvegliate, sugli orari più a rischio e così via (le informazioni anagrafiche su alcuni mirispiani furono rimosse a seguito di denunce e incresciosi episodi di violenza), per consentire ad altri automobilisti di non incappare in sanzioni.

Cominciò ad apparire una forma di organizzazione spontanea anche nei mirispiani, fino a questo momento agenti separati (o in piccoli gruppi di amici) in base solo all'ideologia comune, l'ideologia del rispetto del codice della strada, ma in assenza di regolamentazione e coordinazione interna.

Cominciarono a formarsi club locali dove gli attivisti si ritrovavano per discutere di turni, di tecniche mimetiche, strumenti, piccoli problemi legali, dei pericoli degli automobilisti inferociti, e molti club si diedero un codice di comportamento preciso per evitare falsi positivi o che le segnalazioni inviate al comune fossero scartate per qualche vizio di forma o per insufficienza di dati, o per altri motivi.

Lo scambio di informazioni, suggerimenti e idee tra i vari club era frequente, ma non strutturato e coordinato. In seguito al presunto omicidio di Mario Partodinotte, un mirispiano che voleva introdurre la pratica della dissuasione attiva tramite occupazione fisica delle strisce all'avvicinarsi di noti automobilisti reticenti, alcuni club locali che erano in contatto tra loro proposero di favorire la nascita di un coordinamento a livello nazionale dell'attività. 

A questo punto si era raggiunta la massa critica dei mirispiani ante litteram, e grazie alla fondazione Partodinotte (creata dai parenti di Mario) chi voleva fondare un nuovo club in un paese o città in cui era ancora assente poteva farlo con un supporto finanziario e legale alle spalle. La fondazione, che ricevette supporto anche dalle associazioni delle vittime della strada, si preoccupò tra le altre cose di sostenere economicamente il portale del coordinamento nazionale dei mirispiani ante litteram.
Il portale nazionale pedonizebrati.net, creato nel 2038 da Francisco Muflone detto al-Muffi, amico di Ughetto, dopo un incontro con i parenti di Partodinotte, aveva come scopi principali la coordinazione dei vari club locali sparsi per l'Italia e la loro attività (assorbì quindi le diverse reti e sottereti spontaneamente sorte tra vari club geograficamente vicini), l'organizzazione di conferenze di studio, comitati di sensibilizzazione, campagne di raccolta fondi per sostegno legale, sanitario e tecnologico.

Nel 2039 cominciarono anche dei corsi di rieducazione stradale.

Il movimento cresceva: cresceva il numero di attivisti e il numero di comuni con club mirispiani, cresceva il numero di persone che lo sostenevano, cresceva l'attenzione mediatica per il loro operato e crescevano gli interessi politici ed economici e di conseguenza i problemi per il movimento.

Infatti, in parallelo allo sviluppo mirispiano, proseguì anche l'attività di contrasto ai mirispiani ad opera di gruppi di cittadini automibilisti che reclamavano il loro diritto a infrangere il codice della strada senza che ci fosse sempre qualcuno a coglierli in fallo. 

Si tentava di vanificare l'opera dei mirispiani in diverso modo.

Molti comuni sostenevano i mirispiani perché vedevano nell'aumento del numero delle multe una opportunità di rimpinguare le casse e coprire i debiti. Altri comuni però ricevavano finanziamenti dalle lobby delle automobili, che non vedevano di buon occhio le strisce pedonali perché rappresentavano una città in cui il pedone ancora poteva spostarsi a piedi. I club automibilisti, con la complicità di alcuni media, erano riusciti a diffondere il timore che il fioccare di multe avrebbe spinto molte persone a rinunciare all'auto, specie per brevi spostamenti intracittadini. 

Un sondaggio in effetti rivelò che la predisposizione a prendere l'auto diminuiva se nel tragitto bisognava fermarsi per far passare dei pedoni e se il non farlo aveva come conseguenza certa una multa.

Per questo le lobby dell'auto si schierarono a favore degli automobilisti rei e fecero pressioni affinché i comuni non accettassero le prove delle effrazioni come valide e quindi non emettessero le multe (alcuni comuni ricevettero incentivi all'eliminazione totale delle strisce). Quintali di dati riguardo a passaggi sulle strisce cominciarono ad essere scartati da svariati comuni. 

Sui giornali, finanziati spesso dalle lobby automobiliche o correlate, e supportate da politici interessati e collusi, sempre più spesso figuravano attacchi all'operato dei mirispiani. In particolare li si accusava di fare i moralisti del cazzo quando erano a piedi, ma che loro, quando guidavano, non si fermavano per far passare altri pedoni e che, visto che facevano parte del movimento, nessuno li denunciava — e quindi niente multa.

Molti antagonisti mirispiani iniziarono ad appostarsi presso le strisce pedonali su strade per le quali era risaputo passasse qualche mirispiano. Invece di portare le prove al comune e far fare la contravvenzione, le mandavano ai giornali allo scopo di minare l'operato dell'intero movimento e la sua ideologia.

Già nel 2039 il supporto al movimento vedeva una flessione negativa, sotto il peso delle critiche dei media e delle operazioni sottobanco lobbystiche e nel generale disprezzo di tutti i multati (nonché di tutti coloro che pensavano che i prossimi sarebbero potuti essero loro). 

Nel 2043, a un anno dalla costituzione ufficiale del M.I.Ri.S.P., il governo, sotto pressioni dei comuni sotto pressione delle lobby e sotto pressione di normali cittadini, automobilisti multati o interessati, cambiò il codice della strada rimuovendo da esso ogni riferimento ad attraversamenti pedonali e relativi obblighi per l'automobilista.

Il M.I.Ri.S.P. si trasformò in un movimento che promuoveva la conservazione delle strisce e della segnaletica pedonale come forma d'arte urbana ad alto valore simbolico-culturale. La maggior parte dei club scomparve e quelli che sopravvissero si trasformarono in circoli di intellettuali che teorizzavano un futuro in cui le strisce avrebbero riacquistato il loro significato originale. Molti attivisti che non divennero graffittari, voyeur, detective per infedeltà coniugali, alcoolizzati e che comunque non emigrarono, trovarono impiego nell'industria automobilistica, nei crash test, al posto dei manichini.

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