lunedì 31 marzo 2014

Il più antidemocratico

Una verità banale e incontestabile: il secondo partito più antidemocratico, preceduto solotanto da Forza Italia, è il Partito Democratico. Segue la dimostrazione, utile solo per i poco riflessivi e i fanatici

Vediamo qual è secondo costui ciò che dimostrerebbe che il podio del partito più antidemocratico spetti al PD.

L'autore di quella affermazione invita gli amici a votare come meglio credono, però non possono sostenere che il PD sia democratico perché ciò lo farebbe dubitare della loro intelligenza.

Sostenere che il PD sia democratico è una tesi «assurda e in fondo anche ridicola». Quindi passa ad esporre 12 punti che lo dimostrerebbero.

  1. il programma per le europee non è stato votato da alcun elettore, ma è stato deciso dai vertici;
  2. il programma per le politiche idem;
  3. i criteri per candidarsi alle politiche, o alle primarie idem;
  4. i criteri per selezionare i candidati alle europee idem;
  5. chi pubblica gli articoli sul sito ufficiale idem;
  6. quali articoli vengono pubblicati idem;
  7. quali sondaggi effettuare idem1;
  8. quando affettuarli idem;
  9. come formulare le domande [dei sondaggi] idem2;
  10. se incontrare l'ambasciatore statunitense idem;
  11. di non usare lo streaming nell'incontro con l'ambasciatore idem3;
  12. come comportarsi con Berlusconi nell'incontro per le consultazioni4 idem.

Dopo aver enunciato questi punti (alcuni dei quali possono essere accorpati), l'autore prosegue:

Tutte le decisioni più importanti vengono prese da una cerchia molto ristretta,

L'autore sostiene che questa «cerchia molto ristretta» in realtà è sempre la stessa, nascosta davanti quella formale rappresentata ora da Renzi, ora da Letta, ora da Bersani, ora Monti, e le varie persone che si tirano dietro.5

In pratica, quindi, quelli che prendono «le decisioni fondamentali» sono magari pure cambiabili (tramite meccanismi comunque fuori dal controllo degli elettori6), pro forma però, perché in realtà sono tutti d'accordo sulle decisioni fondamentali da prendere.

Il PD, conclude l'autore, è esattamente come Forza Italia, «e infatti è un partito azienda»7.

Il nostro autore chiude così:

[Il PD] è il più antidemocratico di tutti i partiti eccetto Forza Italia. Questa non è una ragione per non votarlo, perché un cittadino può fregarsene della democrazia di un partito. Però non prendere atto che è il più antidemocratico dei partiti, eccettuata Forza Italia, è francamente pazzesco: significa volersi bendare gli occhi, non voler ragionare su dati obiettivi e conosciuti; non procedere ai minimi ragionamenti e confronti. Insomma, soltanto il fanatismo può condurvi ancora a negare una realtà indubitabile.

Breve debunking

Questa posizione, sebbene contenga degli elementi interessanti, mi sembra decisamente campata in aria. I dodici punti sono gonfiati (possono essere accorpati, come detto) e poi sono tanto generici da potersi adattare a qualunque altro partito o movimento, da SEL al M5S, dalla Lega al NCD…

Similmente per gli altri ragionamenti: con qualche piccola modifica qui e lì, cambiando qualche sottinteso assioma, si possono adattare a qualunque partito o movimento.

Se si può fare una cosa del genere e trovare sostenitori di tutte queste potenziali versioni (come sono certo che si possa fare), che cosa ha dimostrato il nostro autore?

Nulla.

Le motivazioni dietro questo deliberato e insensato attacco al PD sono probabilmente da ricercarsi in una visione romantica e ipersemplificata della politica, a scarsità di informazioni e sinossi, ma soprattutto al fatto che l'autore è una persona che detesta quello che viene chiamato nei circoli PUDE (Partito Unico Dell'Euro), di cui PD, SEL, M5S, NCD, FI, ecc. ecc. fanno, secondo lui, parte8.


  1. Il sito del PD non offre una piattaforma di sondaggi; probabilmente il PD si avvale di società che usano tecniche di sondaggio non dirette (sul web) oppure tradizionali. Civati fece una ricognizione sulla fiducia online. La tesi dell'autore è che comunque sono i vertici del PD a decidere temi dei sondaggio e come, quando e dove farli.

  2. Questo si aggancia alla prima nota. Non avendo una via ufficiale di effettuare sondaggi, il PD si affida ad esperti o preleva i dati da professionisti. Comunque, non ha nessun meccanismo di consultazione dei suoi elettori tramite sondaggio il cui contenuto sia controllabile (nei temi quanto nella precisa formulazione delle domande) dai tesserati PD.

  3. Probabilmente l'autore intende dire che non c'è stata trasparenza in un incontro politicamente tanto importante e che molte persone avrebbero gradito saperne di più — la pratica dello streaming non è mai stata presa in considerazione nel PD. Renzi era ancora sindaco di Firenze.

  4. Probabilmente l'autore fa riferimento al fatto che la posizione dialettica con Berlusconi («dopo aver ascoltato i propositi di collaborazione costruttiva da parte del Cavaliere (che comunque non voterà la fiducia al governo) ed essersi “appartato” con lui in un faccia a faccia riservato di cinque minuti») non è stata gradita, come nemmeno quei 5 minuti appartati.

  5. Sta sostenendo la tesi della staffetta: che cioè si faccia una specie di passaggio di consegne con un apparente cambio della cerchia ristretta, ma che questa in realtà è sempre la stessa, anche perché sono tutti d'accordo (o per lo meno, lo sono quelli che contano). Un articolo precedente di questo autore faceva notare come Renzi stia proseguendo alcuni discorsi di Monti, proprio a sottolineare come alla fine siano nella sostanza che conta la stessa storia.

  6. Probabilmente fa riferimento al cambio Letta-Renzi.

  7. Forse fa riferimento alle cooperative rosse, agli agganci tra la sinistra e certe banche, ecc. Insomma a tutti gli interessi ramificati e alle loro foglie che in qualche modo sono nell'orbita del PD. In pratica —e questa idea è interessante— ci suggerisce il fatto che non è necessario che ci sia una azienda unica monogranitica ben identificabile, come nel caso di Forza Italia, per poter parlare di partito-azienda (neologismo giornalistico-politico con un potere connotativo molto limitato: di fatto è nato per il binomio Forza Italia - Berlusconi, imprenditore e proprietario/titolare o quel che sia di una grossa azienda).

  8. Si salvano, secondo lui, solo partiti o movimenti palesemente e decisamente antieuro: in testa la Lega (che ha fatto passi in avanti nella visione del problema), poi forse anche Fratelli d'Italia (che però, se non ricordo male, è limitata dal fatto di puntare il dito contro la moneta unica invece di fare un discorso più ampio), e credo nessun altro, nemmeno il M5S perché Grillo e Casaleggio, dicono, sono pro europeisti e questo loro punto di vista —al di là della retorica del referendum che non si può fare (perché i trattati non possono essere materia di referendum abrogativi, perché non abbiamo referendum propositivi ecc. ecc.)— si riflette su tutti i rappresentanti e tutti gli elettori del movimento, che seguono, del resto le orme del leader.

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