martedì 1 luglio 2014

Passi tradotti da Swarmwise (1)

Traduco alcuni — pochi — frammenti selezionati del libro Swarmwise: the tactical manual to changing the world di Falkvinge. In futuro ne tradurrò altri (c'è già un impegno a tradurre tale libro da parte del Partito Pirata, ma è incompleto, a quanto risulta… e poi preferisco le mie traduzioni che lasciano il tempo che trovano).

Dunque, come al solito la traduzione è mia, libera, sicuramente in certi punti dubbia, ecc. Per tradurre “swarm“, ho scelto la parola più ovvia, cioè “sciame”, anche se nel pauroso immaginario italico rischia di assumere troppo facilmente connotazioni negative.

La lettura è interessante e chiunque voglia “analizzare” — seriamente e non propagandisticamente o peggio — certe cose della politica italiana, forse dovrebbe tenere in considerazione qualche “punto di vista“ (diciamo così) che da tale lettura si può ipotizzare. (A buon intenditor curioso…)

(Eventuali refusi saranno corretti, un giorno.)


Peccato, anche i grandi sbagliano

IBS permette di “recensire“ (cioè commentare) i libri. Ho trovato questo commentatore (“Sebastiano”). Una delle sue recensioni, quella di un libro di tale Marco Marsullo, “Atletico minaccia football club”, è interessante (enfasi aggiunte):

No, non ci siamo proprio. Ci sta un libro leggero ogni tanto, ma altro che "pop", qui siamo proprio al terra terra. Trama scontata (non a caso qualcuno nelle recensioni precedenti ha parlato di Lino Banfi) e citazioni probabilmente copiaincollate da Wikipedia. Il romanzo è piaciuto a Gianni Mura, o almeno così ha dichiarato (io ho deciso di leggerlo per questo motivo): anche i grandi si sbagliano dunque.

“Sebastiano” ritiene Gianni Mura un grande, o comunque accetta questo giudizio dato da altri. Se la recensione di “Sebastiano” sul libro è impietosa, quella di un grande, per esempio in particolare del grande Gianni Mura, non può essere diversa. Ma, visto che lo è, e Gianni Mura resta effettivamente un grande, l'unica spiegazione per il fatto che il libro gli sia piaciuto è che anche i grandi sbagliano!

Questo è sicuro ed è altrettanto sicuro che 1) gli stolti sono sicuri di non essere mai loro quelli che sbagliano, e che 2) gli stolti pontificano sui gusti e ritengono in errore quelli che li hanno diversi dai loro.

giovedì 26 giugno 2014

Livellamento forzoso verso il basso

Ieri ho visto di sfuggita un pezzo della puntata di Otto e mezzo su La7; c'erano Scanzi e Moretti. Naturalmente il tema era l'incontro tra Renzi (il PD) e una delegazione del M5S.

La Moretti alzava un facsimile di una scheda elettorale tipica nel caso si abbracciasse totalmente la proposta M5S, dicendo (non ricordo le esatte parole) che era troppo complicata. Scanzi non negava, ripetendo: ma è chiaro che bisogna trovare un punto di incontro, o qualcosa del genere (di nuovo, non ricordo le parole precise).

La scena mi ha messo un po' di tristezza. La Moretti affermava in pratica che la maggior parte degli italiani troverebbe complicato mettere una X su un simbolo e avere la possibilità (non l'obbligo) di scegliere una preferenza e avere la possibilità (non l'obbligo) di esprimere una antipreferenza1, chiamiamola così.

Se un elettore, messo davanti una simile scheda (senza dubbio più complessa di ciò a cui siamo abituati), dovesse trovare difficoltà tanto grandi, se la trovasse eccessivamente complicata e nello stesso tempo non capisse che ha l'opzione di votare come ha sempre votato — cioè tracciando la benedetta X — se ciò lo dovesse spingere addirittura, per paura, a scegliere proprio di non votare… vorrebbe dire che c'è un gravissimo problema di analfabetismo — che sia di ritorno, funzionale, o come vi pare.

Un problema che, in effetti, degli studi dicono esserci. Ma invece di contrastarlo, a cominciare dal pensare alle deficienze del sistema scolastico e dal comprendere cosa ci ha portati a tali analfabetismi, invece di stimolare l'apprendimento, di spingere all'impegno e allo sforzo minimo necessario a capire cose che sono alla portata di tutti — non stiamo parlando di chissà quale astrusa formula della fisica teorica2 — si preferisce livellare verso il basso, non credendo possibile il più piccolo sforzo mentale e la più piccola intenzione di andare un millimetro oltre i propri “limiti”…

È il miglior modo per lasciare le cose come stanno e rinforzare questi limiti: ti stanno dicendo che sei stupido, inutile che chieda di impegnarti a capire qualcosa oltre una X… Visto che capra sei e capra rimarrai… dovranno essere gli altri ad adattarsi a te, e perciò li priveremo di una possibilità che loro potrebbero sfruttare e che per te sarebbe facoltativa.

Non fa una piega.


  1. L'idea non è insensata e nemmeno molto complicata per l'elettore; ma si tratta di un allontanamento da una abitudine troppo radicata, anche psicologicamente, nella cultura elettorale: a livello nazionale probabilmente sarebbe difficilissimo anche introdurre un sistema di voto con “classifica“.

  2. Anche se la reazioni della Moretti e di Scanzi non sono tanto diverse da quelle di un “uomo qualunque” che si trovi davanti ad una equazione comprensibile a stento anche da un raffinato matematico.

domenica 22 giugno 2014

Intellettuali?

Chi è l'intellettuale oggi?

L'essere “intellettuali” oggi non ha a che fare realmente con l'intelligenza (qualunque cosa sia) e la cultura, né con il primato della ragione e del ragionamento.

venerdì 20 giugno 2014

Ornitoteca: in principio era il verbo

Ho avuto già modo di osservare che i cinguettii, con la loro sinteticità, difficilmente possono essere altro che strumenti di propaganda, autopromozione (o promozione), diffusione di slogan e memi, aforismi… Quasi impossibile usarli per dialogare o veicolare informazioni complesse se non per riferimento, quindi tramite un link esterno — anche se non mancano delle eccezioni, con peculiarità che andrebbero studiate a parte; né mancano dei modi per “completare” e “potenziare” il mezzo, come storify, fatti tramite il servizio apposito o a mano come faccio io, usando la possibilità di incorporare in una “pagina web” un tweet e opzionalmente un po' di contesto.

giovedì 19 giugno 2014

Congiuntivi

«Mi chiedono se, al suo posto, avrei scelto la pillola blu o la rossa».

«Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi studiato filosofia».

«Mi chiese se avessi avuto paura. No, risposi».

La lingua italiana è insidiosa, c'è poco da fare. Il congiuntivo e il condizionale sono in declino e rischiano di diventare pura estetica da salotto buono.

Per non rischiare di sfigurare, qualcuno memorizza solo che con il “se” ci va il congiuntivo — forse perché è uno degli errori più frequenti; ma le cose sono un po' più complicate.

Per non ritrovarsi in situazioni ridicole conviene ricordarlo. Inoltre conviene anche che tutti si sia un po' meno pronti ad entusiasmarsi per l'opportunità di esibire al mondo il fatto di aver colto qualcuno in castagna (che sia vero o meno).

Pare che il ministro dell'istruzione abbia detto o scritto qualcosa di questo tipo: «mi chiedono se avrei scelto il tema X o Y». E sembra che qualcuno sia stato molto pronto, decisamente un po' troppo, a cogliere l'occasione di prenderla in giro per un “errore” che di fatto errore non è. (Un po' di gossip lo seguo anch'io, ogni tanto…)

mercoledì 18 giugno 2014

Leaderizzazione

La leaderizzazione, ovvero la personificazione in un leader (di un nemico, di un gruppo, di un partito, ecc.) può essere usata come tecnica propagandistica — per esempio nella propaganda di guerra, ma è evidente anche in quella politica.