venerdì 22 agosto 2014

Destra, sinistra

Nel XXI secolo c'è ancora chi sobbalza sentendo espressioni come né destra, né sinistra oppure al di là della destra e della sinistra.

Ma non si accontenta di sobbalzare e così, per difendere ciò in cui è stato indotto a credere, quando ode una simile bestemmia bolla l'eretico infedele con vari epiteti che gli sono stati insegnati come scongiuri. Animato dal furor sacro della religione in cui crede, la reazione gli viene automatica, come un riflesso pavloviano; vomita qualche sentenza, qualche anatema, qualche profezia1, talvolta con gustoso condimento di stereotipi.

Non ho mai capito come fosse possibile credere che esistano al mondo solo 12 tipologie di caratteri umani, uno per ogni segno zodiacale. Eppure, è grossomodo quello che ci suggerisce l'astrologia, in cui credono fin troppe persone. Ma è folle pensare che si possano sistemare oltre 6 miliardi di persone in solo 12 categorie: dovrebbe bastare questo a far sospettare che ci sia qualcosa che non va.

Nello stesso modo trovo assurdo che molti credano che “destra” e “sinistra” siano dei concetti fondamentali corrispondenti ad altrettante valide, precise e omnicomprensive descrizioni della realtà politica (ma anche sociale e culturale).

I fedeli di questo credo trovano inaccettabile che qualcuno descriva la realtà (o anche solo sé stessi2!) in termini diversi, che trovano evidentemente più adatti a descriverla, sempre o in particolari contesti: è un diteismo perfetto il loro, e al di là delle due “divinità” non può esistere niente altro.

Come si fa a credere che davvero due parole (con tutto il loro ingombrante carico storico3) siano necessarie e sufficienti4 a descrivere il policromo mondo politico, i suoi intrecci, le trame di molteplici interessi… ma soprattutto, visto che la politica, come il resto, è fatta da tante persone5, come si fa a credere che il diteismo sia sufficiente per descrivere le loro idee, i loro obiettivi, le loro intenzioni, le loro opinioni6…?

Ogni religione, con tutte le sue correnti7, va rispettata; così ci dicono. Ma ogni religione, quando si illude di comprendere8 il mondo e quando i suoi fedeli9 vogliono imporla10 perché è La Religione, l'unica possibile, l'unica Giusta — allora va duramente criticata, insieme ai suoi fedeli.

Questi fedeli11, a mio avviso, meritano un impietoso, cinico disprezzo; soprattutto ogniqualvolta, citando meccanimente le Tavole Scolpite dei precetti della loro religione, dimostrano di non essere minimamente consapevoli del vuoto irrazionale in cui si sono incastrati.


  1. Stolti! Torneranno il Male, il Fascismo, il Nazismo: voi non capite! Il Male Assoluto o il Nichilismo delle Ideologie albergano nel corpo e nella mente di chi si dichiara «né di destra, né di sinistra», oppure «al di là della destra e della sinistra»! Tornerà il Caos! Un nuovo Hitler sterminerà nuovi ebrei! Un nuovo Mussolini porterà in guerra l'Italia! Fame e devastazione domineranno il futuro per 50 anni se non credete fermamente nella Destra e nella Sinistra! Pentitevi, malvagi affetti dal Morbo del Qualunquismo! Pentitevi, o porterete la Grande Rovina! Pentitevi e inginocchiatevi ai vostri dei, ripetete con me: esistono solo due divinità, e queste sono Destra e Sinistra! Non avrete altre divinità al di fuori della Destra e della Sinistra!

  2. Eh già. Perché io sarò pur libero di non sentirmi etichettabile banalmente come “di sinistra”, o “di destra“. Magari, parlando di politica, posso aver votato un partito “di sinistra”, perché l'offerta politica è, tipicamente, bipolare — non c'è molta altra scelta. Ma il fatto di essere costretto a votare qualcosa che si autodescrive come “di sinistra” o “di destra”, non vuol dire che io trovi sensato che qualcuno delimiti e rinchiuda le mie opinioni sul mondo negli schemi sinistra-destra. Questa libertà di fatto non viene concessa dai fedeli del diteismo: se rifiuti la categorizzazione binaria destra-sinistra, allora sei malvagio, sei un qualunquista, un fascista — pare che il fascismo volesse superare le categorie destra-sinistra… su questa analogia superficiale viene costruita l'accusa di fascismo contro chi rifiuta la religione diteista. Si tratta di una fallacia.

  3. L'origine di “destra” e “sinistra” è interessante: il male moderno (la religione diteista) ha le radici nella Rivoluzione Francese. C'erano due opposte “fazioni”; ciò era possibile perché la “questione discriminante” era di natura binaria, cioè ammetteva solo due possibili risposte: o sei fedele al re, o supporti la rivoluzione. Quindi qualunque coppia di termini che dessero l'idea di contrapposizione poteva andare bene e avrebbe descritto correttamente la situazione contingente. I fedeli al re si sistemarono a destra; gli altri si sistemarono invece a sinistra. Due secoli dopo qual è la “questione discriminante” che permette con semplicità di dividere tutti in due scomparti stagni? (In realtà l'uso dei termini per connotare ideologicamente è più moderno — non è un caso, tra l'altro, che gli strenui difensori di questa religione siano persone che si autodefiniscono “di sinistra”. Si potrebbe dire che è più che altro la così detta “sinistra” che ha strutturato la propria identità — mutevole e di fatto mutata nel tempo — su queste categorie. Di solito non sono persone che si autodefiniscono di “destra” che inorridiscono per l'uso di altre terminologie descrittive che intenzionalmente cercano di evitare le trappole del diteismo. È paradossale che oggi, in Italia, l'immobilismo culturale e intellettuale tragga nutrimento proprio da chi si autodefinisce e si autopercepisce “di sinistra”.

  4. Se al posto di “necessarie” ci fosse “utili”, sarebbe ragionevole: a volte, per descrivere un mondo complesso, è necessario semplificare — consapevoli del fatto che si sta facendo una semplificazione, attentamente scelta allo scopo di non distorcere quella parte di realtà che ci interessa. La scelta è ad hoc e non fissata per sempre: serve in una precisa circostanza, per delineare e studiare certe cose. O, come spesso accade, solo per semplice comodità durante un processo comunicativo. Se, invece, sono necessarie, non è possibile prescindere da esse: una religione senza dei non esisterebbe. Per una religione devono essere anche sufficienti: tutta la realtà è descrivibile in quel modo. Ma i fedeli vanno oltre: dire che qualcosa è sufficiente non vuol dire negare la possibilità di inserire altri elementi, ma solo che questi non sono necessari per spiegare il tutto. Per questo i fedeli devono chiudere il sistema e dire che qualunque elemento oltre quelli “necessari e sufficienti” è un peccato e identifica un infedele. In pratica, cioè, si sta dicendo che non è tollerabile chiunque accetti, per qual si voglia motivo, il diteismo e nello stesso tempo ammetta l'esistenza di altro. È inconcepibile, cioè, che esistano descrizioni alternative altrettanto buone (o adatte a particolari contesti) che possano convivere con la visione diteista.

  5. A parte i politici eletti, ogni cittadino è, di fatto, un essere politico (homo politicus) e si può dire che “fa” politica, in uno dei mille modi in cui è possibile farla: già la sua esistenza all'ombra di uno Stato è, per forza di cose, anche politica.

  6. Com'è possibile, per un essere umano, accettare di essere appiattito, compresso a forza, in solo due, tre, o dodici possibili “tipologie”? Se non sei “di sinistra”, sei “di destra”; se non sei “di destra”, sei “di sinistra”. Se neghi di essere e l'uno e l'altro, sei un qualunquista. Se sei un “toro”, allora sei “fedele”…

  7. La religione resta fondamentalmente diteista, ma vengono accettate le confessioni in cui si cerca di dare qualche sfumatura: “sinistra moderata”, “estrema destra”, “centro-sinistra”, ecc. Un tentativo insufficiente e problematico di recuperare un po' di varietà. Sono comunque sottocategorie delle categorie “ancestrali”. La problematicità è nel fatto che, per poter dare sfumature che diano uno spettro continuo o segmentato che sia però ancora divisibile in due parti facilmente identificabili, è necessario pensare all'esistenza di variabili continue (o con diversi livelli discreti) che abbiano “natura di sinistra“ o “natura di destra”, o che abbiano un “punto critico” superato il quale divengono variabili “di sinistra” o “di destra”. Devono esistere quindi due tipologie di variabili (rappresentanti una qualità o un valore): quelle per natura “schierate” (cioè che possono appartenere solo alla “destra” o solo alla “sinistra”), e quelle generiche, che però devono avere un valore critico al di là del quale la variabili è “di sinistra” e al di sotto del quale la variabile è “di destra” (o viceversa). Se così non fosse, queste variabiali generiche potrebbero essere condivise sia dalla “destra” che dalla “sinistra”, ovvero sarebbe possibile una descrizione trasversale (né di destra, né di sinistra). Ma questo è inaccettabile per il diteismo, per cui variabili generali senza punto critico non possono esistere. In realtà, questo ragionamento va benissimo per contestare l'“onniscienza”, l'“onnipresenza” e l'“onnipotenza” delle due divinità: sono possibili altri dèi.

  8. Comprendere sia nel senso di capire, che nel senso di abbracciare, includere

  9. Tipicamente un fedele ha un'ignoranza selettiva che serve a proteggere le sue credenze. Nonostante sia selettiva, possiamo tranquillamente chiamare un fedele ignorante, almeno di rimando alle sue affermazioni assiomatiche sulle sue divinità.

  10. C'è modo e modo di imporla: possono esistere forme di “proselitismo” accettabili, ma non sono questi i casi che interessano. Dunque, al di fuori di questi casi… I metodi per imporla sono numerosi e sono poi l'origine del problema nell'interazione con gli altri: poiché non si parla di opinioni in discussione, non c'è argomentazione logica che tenga. Infatti, un atto di fede non può essere razionalmente contestato né può essere imposto con argomenti razionali: dietro ogni proselitismo religioso ci sono praterie di ignoranza, conformismo e rigidità intellettuale; l'incapacità assoluta di uscire dal sistema (un sistema limitatissimo fatto di assiomi inviolabili, scolpiti nella pietra) rende praticamente impossibile ogni scambio dialettico (come sanno coloro ai quali è capitato di fare discorsi teologici con persone di cultura media). La religione del diteismo politico usa di solito la tecnica dell'etichetta a valore negativo aggiunto. Per esempio, dici «né destra, né sinistra»? Allora sei un fascista (ho già scritto in un'altra nota da dove ha origine questa associazione e che si tratta di una fallacia). Sei «oltre la destra e la sinistra»? Allora sei un qualunquista! Questa porcheria si spiega così: poiché esistono solo ideologie di sinistra e di destra, se sei oltre queste che sono le uniche due possibilità (non avrai altri dei all'infuori di sinistra-destra), allora devi essere qualunquista. Spero che non ci sia bisogno di spiegare dove sta l'errore. Questo non è un esempio teorico: il Buzzerio, da bravo fedele acritico, ha invocato la Madonna, icona di un'altra religione, per darmi del qualunquista — come spesso accade ai fedeli, dietro le sue affermazioni c'è solo la ripetizione di formule magiche codificate nella sua religione, da propinare non appena si sospetta di essere di fronte ad un infedele.

  11. I fedeli di questa religione hanno tra le loro file personaggi del calibro dei Wu Ming — forse oltre una certa visibilità bisognerebbe parlare di sacerdoti del culto diteista? Ci sono anche Giuliano Santoro e l'unto dal signore Quit the Doner… e poi, naturalmente, tutti i loro pupilli e seguaci, che all'occorrenza possono contare sull'esegesi di questi e altri (improvvisati o meno) sacerdoti.

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