martedì 9 luglio 2013

L'Italia ripudia la guerra

C'è scritto nella Costituzione, art. 11:

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Anche se si utilizzano espressioni edulcorate come missioni di pace, o si dice difesa invece di offesa, alla fine il nocciolo è sempre lo stesso: guerra e gli strumenti necessari a farla.

Tra questi strumenti ci sono i benedetti F-35.

Al di là delle polemiche sul significato di avere degli strumenti del genere (partecipare a missioni di guerra), al di là della Costituzione e dell'Italia che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli (e basta vedere le specifiche degli armamenti di tali caccia per sospettare che non siano proprio dei velivoli passivi), bisogna evidenziare pure che si tratta di mezzi che hanno ricevuto numerose critiche “tecniche”.

Oltre alle critiche di natura tecnica, ci sono critiche anche sui costi (grassetto mio):

I dubbi sugli elevati costi di progetto si sono aggiunti a quelli sui costi unitari di produzione e di manutenzione, che la marina statunitense ha stimato essere del 30%-40% superiori a quelli dei caccia attualmente in uso

Se si aggiunge che

il Tenente Generale dell'USAF Christopher Bogdan ha apertamente accusato l'azienda [Lockheed Martin] di voler "spremere ogni centesimo" dal governo degli Stati Uniti per questa commissione

aumenta il sospetto che per via dei rapporti di stima reciproca tra il governo italiano e quello statunitense l'Italia stia in pratica sovvenzionando un progetto che ha avuto qualche difficoltà oltreoceano aiutando così l'industria (bellica) americana e indirettamente il governo “alleato”.

Il numero di F-35 da acquistare è diminuito, ma ciò è insignificante specialmente considerando i costi di manutenzione gonfiati. L'unica cosa sensata da fare sarebbe non comprarne alcuno; ma non si può: la più grande democrazia planetaria, i Buoni per antonomasia, i primi esportatori di democrazia, i protettori mondiali di ogni Libertà non si possono contraddire, nemmeno adducendo buone motivazioni (come per esempio: abbiamo problemi finanziari piuttosto gravi per cui per ora l'acquisto dei caccia non è finalizzabile).

Una volta che gli F-35 saranno “nostri”, i costi militari fissi aumenteranno per manuternerli. O li lasceremo arrugginire in qualche hangar, anche solo in attesa di avere i soldi per il carburante…? Non è importante in fin dei conti: l'importante è aver dato il nostro contributo alla pace nel mondo.

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