Anni fa (una decina) non avevo un blog ma solo una e-mail e tramite questa ero solito scrivere degli articoli ai miei contatti “interessati”, che si sono sempre dimostrati in media indulgenti — immaginate di ricevere nella vostra casella e-mail l'equivalente di un post di un blog!)…
Poi questa attività di spammer terminò più che altro per mancanza di retroazione e per via di poche lamentele espresse sotto forma di battute. E accadde che l'harddisk, di cui non avevo un backup, mi abbandonò. Chiesi allora ai contatti a cui le avevo inviate se ne avevano una copia. Solo uno si era presa la briga di conservarle (o di rispondermi). E così alla fine riuscii a riproporne una parte sul sito che era ospitato dall'Associazione Capo Nord. Oggi il sito non è più online e sebbene stia pagando per un dominio e dello spazio web personali, non mi sono ancora prodigato per usarlo come alternativa.
Oggi propongo una di queste e-mail.
Porto alla vostra attenzione alcuni stralci presi dal primo capitolo del libro "Egemonia Americana e «stati fuorilegge»" di Noam Chomsky (titolo orig."Rogue States. The Rule of Force in World Affairs") Per chi è interessato il libro si trova per esempio in una qualche biblioteca - io l'ho trovato lì...
Dedico questa mia fatica trascrizionale a chiunque pensa che gli USA, la sua "democrazia", il suo modello comportamentale, il suo successo ecc., siano modelli da seguire. E a chi ammira la loro forza e in Italia, in Europa, essendo italiano, essendo europeo, ha "sostenuto" il loro diritto alla "difesa" e la loro idea di "esportare democrazia".
Dedico questa fatica anche a chi pensa che viviamo in un mondo pacifico e civile, che cerca pace e civiltà, e che la guerra è un retaggio del passato per noi e un segno di arretratezza per quei paesi "lontani" che ancora si cimentano in questa barbara attività.
Chi semina vento raccoglie...
Vi trascrivo qui anche frammenti presi qua e là... (prima di leggerli, magari date una stampata all'allegato e leggetelo come lettura serale...)
[...]in modo anzi più inquietante, gli stati fuorilegge si proclamano giudici ed esecutori del pianeta
La concezione di base è che [...] gli USA hanno ancora la responsabilità di proteggere il mondo -- ma da che cosa? Non può essere apertamente dalla minaccia del «nazionalismo estremo» -- cioè la mancata volontà di sottomettersi alla volontà della superpotenza. Tali idee sono adatte soltanto ai documenti di programmazione interna, non all'opinione pubblica
In patria, la paura della criminalità [...] era suscitata da «un insieme di fattori che avevano poco o nulla a che fare con la criminalità stessa», [...], incluse le pratiche dei media e il «ruolo del governo e dell'industria privata che seminano paura tra i cittadini», «che usano tensioni razziali latenti per scopi politici» a fini razzisti, con incarcerazioni e sentenze tese a distruggere la comunità nera, [...]; infatti gli afroamericani costituiscono oggi [...] la maggioranza dei detenuti, imprigionati in proporzione ben sette volte più dei bianchi [...]
La Libia venne eletta lo «stato fuorilegge» prediletto[...] Vulnerabile e senza difese, era un perfetto sacco da colpire quando occorreva: ad esempio nel 1986, quando il primo bombardamento della storia in diretta tv fu usato dai consulenti ai testi del Grande Comunicatore per ottenere consensi all'attacco terroristico di Washington al Nicaragua[...]
[...]nel 1986, «il presidente Reagan ordinò alla flotta e all'aviazione americane di puntare sulla Libia», per colpire bersagli civili nelle città, spinto dall'obiettivo di «contribuire alle condizioni di pace internazionali[...]»
Quando Washington si ritirò in parte da Panama, dopo aver insediato il suo governo fantoccio, suscitò l'ira del pianeta[...], che la costrinse [costrinse Washington] a porre il veto a due risoluzioni del Consiglio di sicurezza e a votare contro la risoluzione dell'assemblea generale che condannava la «evidente violazione di Washington delle leggi internazionali, dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale degli stati»[...]
[..]l'Iraq ha preso il posto dell'Iran e della Libia come principale «stato fuorilegge». Altri non sono mai entrati nel gruppo. Forse il caso più rilevante è costituito dall'Indonesia che da stato nemico è passato ad amico quando il generale Suharto prese il potere nel 1965, rendendosi responsabile di un'enorme carneficina (stile Ruanda) [...] [Suharto] perpetuava aggressioni omicide e atrocità senza fine contro la sua gente, uccidendo 10.000 indonesiani solo negli anni '80 [...]
Nel dicembre 1975 il Consiglio di sicurezza dell'ONU all'unanimità ordinò all'Indonesia di ritirare[...] le truppe che avevano invaso Timor est[..] Gli USA risposero incrementando (in segreto) le spedizioni di armi agli aggressori[...]
[..]per citare solo le [differenze] più ovvie, le atrocità a Timor Est appoggiate dagli Stati Uniti andarono ampiamente oltre qualunque azione attribuita a Saddam Hussein in Kuwait
[p. 49... prendete il libro e leggete il paragrafo centrale...]
I due tutori dell'ordine mondiale [USA e UK] aiutarono Saddam anche riguardo altri crimini -- quali l'uso della cianite [...] -- tramite i servizi segreti, tecnologia, rifornimenti e altro ancora. Nel 1994 la Commissione per le attività bancarie del Senato [statunitense] riportò che il Ministero per il commercio statunitense aveva scoperto forniture di «materiali biologici» identici a quelli in seguito trovati e distrutti dagli ispettori dell'ONU [...]
[...]Bush autorizzò nuovi prestiti al suo amico Saddam per raggiungere «l'obiettivo di incrementare le esportazioni statunitensi e [per] garantirci una posizione migliore nelle negoziazioni con l'Iraq in merito alla questione dei diritti umani»[...]
La posizione inglese fu esposta, almeno in parte, in una inchiesta ufficiale (inchiesta Scott). Anche dopo la sua pubblicazione, e almeno fino al dicembre 1996, il governo britannico aveva da poco deliberato di mantenere la concessione di autorizzazione alle ditte inglesi per esportare materiale adatto alle armi biologiche
[...] gli Stati Uiti e la Gran Bretagna adesso si stanno impegnando
in una forma mortale di guerra biologica in Iraq. La distruzione
delle infrastrutture e l'embargo alle importazioni per ripararle
hanno causato malattie, malnutrizione e morte precoce su vasta
scala, compresi oltre 500.000 bambini, secondo le ricerche
dell'Unicef[...] Il 20 gennaio 1998, 54 vescovi cattolici hanno
rilanciato le parole dell'arcivescovo di una regione a sud dell'Iraq,
secondo il quale «la furia delle epidemia sta uccidendo bambini
e causando malattie a migliaia di loro»[...]
La dichiarazione dei vescovi riportata per intero dalla rivista
di S.Heller, «The Struggle», ricevette poco rilievo dalla stampa.
Gli USA e la GB ordinarono di bloccare i programmi di soccorso
-- ad esempio ritardando l'autorizzazione alle ambulanze
perché potevano essere usate per il trasporto di truppe,
vietando insetticidi per prevenire la diffusione delle malattie
e nuovi ricambi per la struttura sanitaria.
Nel frattempo fonti diplomatiche occidentali hanno rilevato come
«gli Stati UNiti abbiano direttamente beneficiato delle
operazioni [umanitarie] tanto quanto, se non di più, i Russi
e i Francesi», ad esempio acquistando petrolio dall'Iraq per un valore
di 600 milioni di dollari (secondi solo alla Russia) e con la vendita
da parte di imprese americane di beni umanitari all'Iraq per un
valore di 200 milioni di dollari. Inolte hanno rivelato
che la maggior parte del petrolio acquistato dalle imprese russe
finì negli Stati Uniti.
Il sostegno di Washington a Saddam Hussein raggiunse un livello tale che si sorvolò anche su un attacco aereo iracheno alla nave da guerra americana Stark, che uccise 37 uomini dell'equipaggio, privilegio altrimenti goduto solo da Israele (nel caso della Liberty)
[p. 57... leggete... ]...Che Saddam sia un criminale è senza dubbio vero...
Nel 1998 il loro [di USA e GB] progetto di usare la forza fu giustificato dal fatto che Saddam minacciava la regione, ma non si poteva in nessun modo ignorare che gli abitanti di quella regione si opponevano così strenuamente alla propria salvezza che i governi erano costretti ad unirsi contro di loro
ECCETTERA (leggete il libro...)
(Allegato)
Come molti altri termini del linguaggio politico, il termine
"stato fuorilegge" ha due usi: uno propagandistico, applicato
ai nemici in genere, e uno letterale applicato agli stati che
non si considerano vincolati alle regole internazionali. La
logica suggerisce che gli stati più potenti rientrino
nell'ultima categoria a meno che non abbiano costrizioni
interne [...]
[...]esiste un certo grado di intenti sui principi generali
[delle norme internazionali]. [...] tali norme sono in parte
codificate nella Carta dell'ONU, nelle sentenze della Corte
Internazionale di Giustizia e in molteplici convenzioni e
trattati. Gli Stati Uniti si considerano esonerati da queste
condizioni [...]
Il principio operativo fu elaborato da Dean Acheson nel 1963
quando comunicò all'ASIL [American Society of International
Law] che la "pertinenza" della replica a una «sfida... [al]..
potere, alla posizione, al prestigio degli Stati Uniti, non è
una questione legale». Il diritto internazionale, aveva
osservato [Acheson] in precedenza, è utile «per abbellire la
nostra posizione con un ethos derivato da principi morali
generali [...]», ma alle quali [dottrine giuridiche] gli
Stati Uniti non sono vincolati.
Acheson si stava riferendo specificatamente all'embargo
contro Cuba. Cuba è stato uno dei principali bersagli della
guerra del terrore ed economica degli Stati Uniti per 40 anni
[...]
La minaccia cubana fu identificata da Arthur Schleisinger che
stese un rapporto conclusivo [...]: «La diffusione dell'idea
di Castro di prendere in mano i propri affari»; idea che
avrebbe potuto stimolare dovunque «le popolazioni povere e
indigenti» che «in questo momento chiedono possibilità di una
vita decente» [a seguire la stessa strada][...]
[...]
Non sorprende che l'attacco statunitense sia diventato
notevolmente più duro dopo che l'URSS uscì di scena. Le
misure sono state quasi unanimatamente condannate: dalle
Nazioni Unite, dall' Unione Europea, dall'Organizzazione
degli Stati Americani (OSA) e dal suo organo giudiziario, il
comitato giuridico interamericano, che ha decretato
all'unanimità che esse [le misure contro Cuba] violavano il
diritto internazionale [...]
[...]l'Indonesia invase Timor Est nel 1975, il Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite le ordinò di ritirarsi
immediatamente, ma inutilmente. Le ragioni furono spiegate
dall'ambasciatore alle Nazioni Unite D.P.Moynihan nelle sue
memorie del 1978:
«[...] Il Dipartimento di stato [USA] si augurava che l'ONU
si dimostrasse totalmente inefficace qualunque fosse stato il
provvedimento adottato. Mi fu affidato questo compito e io
l'ho assolto con pieno successo.»
Moynihan prosegue riferendo che in due mesi circa 60.000
persone erano state uccise. La cifra giunse a circa 200.000
in pochi anni grazie all'incremento del sostegno militare
statunitense, insieme a quello britannico [...] Il loro
appoggio continuò per tutto il 1999, quando le forze speciali
del Kopassus, armate e addestrate dagli USA, hanno
organizzato [...] l'operazione Clean Sweep, uccidendo dalle
3.000 alle 5.000 persone, [...] cacciando inoltre 750.000
persone[...]
[...]l'amministrazione Clinton ha mantenuto la seguente
posizione: «la responsabilità è del governo indonesiano e non
è nostra intenzione sottrargliela»[...]
[...]
[...]Il sanguinario e corrotto generale Suharto è stato il
«nostro bravo ragazzo», secondo l'amministrazione Clinton,
quando nel 1965 fu l'artefice di un massacro simile a quello
del Ruanda, che suscitò [...] euforia negli Stati Uniti. Così
rimase al suo posto [...] cadendo tuttavia in disgrazia nel
1997 [...] Il modello è familiare: un altro grande assassino,
Saddam Hussein, è stato pure sostenuto durante le sue
atrocità, mentre il suo stato mutò solo quando disobbedì (o
fraintese) agli ordini. La serie di simili esempi è lunga:
Trujillo, Mobutu, Marcos, Duvalier, Noriega[...]. I crimini
non hanno grandi ripercussioni; la disobbedienza sì.
[Riporto come spiegazione anche quanto è detto nel Secondo
Capitolo a proposito di Saddam: "Saddam Hussein era allora un
amico fedele e un buon partner commerciale. Il suo stato mutò
[...] quando interpretò erroneamente il consenso degli USA di
permettergli di modificare i confini con il Kuwait usando la
forza come una autorizzazione a conquistare il paese[...]" ]
[...]
Rendere le Nazioni Unite «totalmente inefficaci» è stato una
procedura di routine da quando l'organizzazione è sfuggita al
controllo con il processo di decolonizzazione. Indice di ciò
sono i veti nel Consiglio di sicurezza [...]: dagli anni '60
in poi gli USA sono di gran lunga i primi, la Gran Bretagna
seconda, la Francia terza a lunga distanza.[...] Il principio
più generale è che se un'organizzazione internazionale non
serve agli interessi che governano la politica statunitense,
allora vi sono poche ragioni per permetterle di sopravvivere.
[...] Il consigliere giuridico del Dipartimento di stato,
Abraham Sofaer, mise in chiaro di non aspettarsi che la
maggior parte del mondo «condividesse il nostro punto di
vista»[...] Perciò dobbiamo «riservare per noi il potere di
decidere» come agire e quali questioni rientrano
«[...]all'interno della giurisdizione propria degli Stati
Uniti, determinata dagli Stati Uniti»[...]
[...]
La Corte [mondiale] chiese a Washington di desistere e di
pagare i risarcimenti essenziali, decretando anche che tutti
gli aiuti alle forze mercenarie che attaccarono Nicarague
furono di tipo militare, non umanitario. In seguito a ciò, la
Corte fu ritenuta «un tribunale ostile» [...] che si era
screditato condannando gli Stati Uniti [... gli Stati Uniti
rifiutarono] la richiesta di risarcimenti. Gli USA poi posero
il veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite che esigeva da tutti gli stati il rispetto del
diritto internazionale,[...]
[...]Tutto ciò fu ritenuto così insignificante che a mala
pena fu riportato dalla stampa[...]
[...] Nel 1993 il presidente Clinton informava le Nazioni
Unite che gli USA avrebbero agito «multilateralmente ove
possibile, unilateralmente se necessario», posizione ripresa
[...] dall'ambasciatore alle Nazioni Unite M.Albright e nel
1999 dal Segretario alla difesa W.Cohen, secondo il quale gli
USA si sarebbero affidati «all'uso unilaterale della forza
militare» per difendere gli interessi vitali, che includevano
«la garanzia di accessi illimitati ai mercati chiave, alle
forniture energetiche e alle risorse strategiche»[...]
L'unica novità di queste posizioni è che sono pubbliche.[...]
Il primo memorandum del neo costituito Consiglio di sicurezza
nazionale [...] richiedeva il sostegno militare alle
operazioni segrete in Italia, unitamente alla mobilitazione
nazionale degli USA, «nel caso in cui i comunisti avessero
ottenuto il potere del governo italiano con mezzi legali». Il
sovvertimento della democrazia in Italia rimase il principale
obiettivo almeno fino agli anni '70.
[...] [la documentazione] comprende non solo aggressioni
dirette, sovversione e terrore ma anche sostegno alle stesse
pratiche da parte degli stati clienti: ad esempio i regolari
attacchi di Israele al Libano[...]; la pulizia etnica di
massa, e altre atrocità su larga scala condotte dalla
Turchia, in ambito NATO, sono state favorite da un enorme
flusso di armi dall'amministrazione Clinton[...]
La lista comprende anche incitamento alle atrocità. [...]la
Colombia ha fatto registare la peggiore violazione dei
diritti umani dell'emisfero degli anni '90, e secondo una ben
fondata regolarità, l'aiuto e l'addestramento militari
statunitensi stanno ora nettamente aumentando [il libro ha
copyright anno 2000, NdTrascrittore]
[...]
La stessa situazione [della Colombia] si verifica in altre
parti del «Sud». Nel 1958 il presidente Eisenhower fu il
supervisore di una delle maggiori operazioni segrete
americane, con l'intento di distruggere l'Indonesia,
smantellando al contempo le istituzioni parlamentari,
gettando le basi del terrore di massa dei 40 anni successivi.
Nello stesso tempo Washington sovvertì le prime (e uniche)
elezioni in Laos, appoggiò un attacco alla Cambogia,
destabilizzò il governo birmano e intensificò la politica del
terrore del suo stato cliente nel sud del Vietnam[...]
Per assicurarsi che i suoi ordini siano leggi, una
superpotenza fuorilegge [si riferisce agli USA, come è chiaro
dalle prime righe del capitolo] deve mantenere «credibilità»:
non rispettare il suo potere comporta pene severe. Si invoca
regolarmente questa teoria per giustificare uno stato di
violenza. Il consueto appello alla credibilità è stata
l'unica argomentazione plausibile per aver preferito la
guerra rispetto ad altri mezzi in Kosovo all'inizio del 1999;
il titolo standard era: «la credibilità della NATO», ma
nessuno ha creduto che fosse la credibilità del Belgio o
dell'Italia che doveva essere inculcata nella mente di
elementi potenzialmente disubbidienti, «fuorilegge» nell'uso
tecnico propagandistico[...]
[...]si sottolinea in uno studio del 1995 sulla «deterrenza
post guerra fredda» del Comando strategico statunitense
(STRATCOM), che «una dichiarazione di deterrenza» di
Washington deve essere «convincente»[...] Gli Stati Uniti
dovrebbero avere a disposizione «un ampio raggio di
risposte», innanzitutto armi nucleari, perché «diversamente
dalle armi chimiche o biologiche, la distruzione completa
dopo un'esplosione nucleare è immediata, con poca o nessuna
possibilità di ridurre i suoi effetti». Il bioterrorismo può
essere una arma dei deboli, ma un potente stato «fuorilegge»
preferisce strumenti di terrore, intimidazioni e devastazioni
più efficaci.
[...]«coloro che pianificano non dovrebbero essere troppo
razionali nello stabilire... che cosa il nemico tiene in
maggiore considerazione», tutto deve rappresentare un
bersaglio.[...] «Che gli Stati Uniti possano diventare
irrazionali e vendicativi se sono colpiti nei loro interessi
vitali, dovrebbe essere parte dell'immagine di nazione che
proiettiamo» [questo è spiegato nel secondo capitolo come
tecnica per incutere timore e quindi subordinazione]
[...oltre le grandi distruzioni provocate da armi nucleari],
non si dovrebbero tascurare le opzioni a bassa tecnologia. Lo
STRATCOM suggerisce anche una «deterrenza creativa»[...]
Questo modo di ragionare dovrebbe risuonare familiare a ogni
esponente mafioso.[...] [Segue affermazione che in ogni
sistema di potere e di dominio si installa questa linea di
pensiero][...] Questo è un modo razionale per andare oltre la
linea tracciata da W.Churchill[...]:
"Il governo del mondo deve essere affidato a nazioni
prospere, che non auspichino per sé più di quanto non
abbiano. Se il governo del pianeta fosse nelle mani di
nazioni affamate, ci sarebbe un costante pericolo. [...] La
pace dovrebbe essere mantenuta da popoli che vivono a proprio
modo e senza ambizioni. Il nostro potere ci pone al di sopra
degli altri. Saremmo come uomini ricchi che restano in pace
nelle loro case"
[...]Le armi nucleari, conclude lo STRATCOM, «sembrano
destinate a essere il punto centrale della deterrenza
strategica americana[...]» Gli Stati Uniti dovrebbero [...]
rendere chiaro ai propri nemici che la loro «reazione»
potrebbe essere «sia di risposta, sia preventiva». Dovrebbero
inoltre respingere gli obiettivi stabiliti dal trattato di
non proliferazione e non condividere «le garanzie di
sicurezza negativa» che vietano l'uso di armi nucleari contro
stati non nucleari che aderiscono al trattato.[...]
E` forse degno di nota che niente di tutto ciò susciti
interesse o almeno commento.[...]
Durante gli anni della guerra fredda il pretesto usuale del
terrore e delle aggressioni era il «comunismo»[...] la
preoccupazione principale [..] era la minaccia
all'indipendenza e il «potenziale di infezione». In
Indonesia, come in Italia, la prima preoccupazione era che il
governo fosse troppo democratico permettendo perfino la
partecipazione di un partito di sinistra, il PKI,[...] «[che]
difende gli interessi della povera gente all'interno del
sistema esistente»[...]
[...] quando il Dipartimento di stato decise di appoggiare i
tentativi francesi di riconquistare la sua ex colonia
[Indonesia], i servizi segreti statunitensi furono incaricati
di «dimostrare» che Ho Chi Minh era un agente del Cremlino o
«di Pechino»; cercarono a lungo, e quando si seppe che nulla
era stato trovato, ciò fu preso come prova che il nemico
individuato non era altro che un semplice servo dei suoi
padroni stranieri --- uno degli episodi più ridicoli della
storia dei servizi segreti.
[...]
I pretesti della guerra fredda erano sempre a portata di
mano, e qualche volta erano in parte plausibili[...] Ma uno
sguardo attento solitamente rivela che altri sono i fattori
operativi, come nel caso dell'Indocina, di Cuba e
dell'Indonesia[...] Così nella sua prima richiesta di
finanziamenti per il Pentagono nel periodo post guerra
fredda, nel marzo 1990, l'amministrazione Bush pretese il
mantenimento delle principali forze di intervento
statunitensi, stanziate nel medio oriente, dove «le minacce
ai nostri interessi non potevano arrestarsi alle porte del
Cremlino»[...]
Allo stesso modo, quando gli USA posero fine al breve
esperimento democratico in Guatemala con un'invasione
militare, [...] la preoccupazione espressa internamente (ma
non pubblicamente) era che «i programmi sociali ed economici
del governo eletto venivano incontro alle aspettative» dei
lavoratori e dei contadini «invogliando alla lealtà e
uniformando gli interessi nazionali dei guatemaltechi con
maggiore coscienza politica». Ancora più pericolosa,
"la riforma agraria in Guatemala è un potente strumento di
propaganda; il suo ampio programma sociale di aiuti ai
lavoratori e ai contadini per una lotta vittoriosa contro le
classi più agiate e le imprese straniere rappresenta un forte
richiamo per le vicine popolazioni del centro America in cui
sono presenti condizioni simili."
[...]
Quando la guerra fredda non poté più essere invocata, la
politica è proseguita con semplici modifiche tattiche, come
nel 1991, quando Washington prima si mosse per rovesciare il
felice esperimento democratico di Haiti, poi indebolì
l'embargo dell'OSA mentre la giunta militare torturava ed
uccideva, e infine reintegrò il presidente eletto a
condizione che adottasse la politica del candidato di
Washington sconfitto alle elezioni del 1990, dove aveva
ricevuto il 14% dei voti. [Naturalmente si riferisce al
candidato che gli USA avrebbero voluto ad Haiti; come a dire
che quello eletto doveva comportarsi come quello da loro
proposto e non eletto.]
Il dibattito seguente si incentrò sull'interrogativo se
questo «intervento umanitario» in difesa della democrazia
fosse stato saggio.
[...]A fronte delle aggressioni e del terrore su larga scala,
le azioni che sarebbero considerate i crimini pià gravi se
perpretati da altri, sono invece note marginali[...] Oppure
[come esempio di "nota marginale"...] la distruzione della
metà delle forniture farmaceutiche di un paese povero
dell'Africa (il Sudan) nel 1998, con un numero di morti
tuttora sconosciuto e non indagato: infatti Washington ha
bloccato l'indagine dell'ONU. Il bombardamento era legittimo,
ha spiegato il direttore del «New York Times» perché gli
Stati Uniti «hanno il diritto di usare la forza militare
contro industrie e campi di addestramento in cui si preparano
{o forse no} attacchi terroristici contro bersagli
americani». [Ho messo parentesi graffe laddove l'originale
porta le quadre, per non fare confusione con i miei commenti
e le mie ellissi]
La risposta sarebbe presumibilmente diverse se, diciamo,
terroristi islamici distruggessero la metà delle forniture
farmaceutiche degli Stati Uniti, di Israele, o di altri stati
alleati.
Questi e altri esempi di terrore al «dettaglio» possono
essere inclusi nella categoria di «detterenza creativa».
Le perdite umane sono troppo ingenti per cercare di
quantificarle, ma per gli stati fuorilegge con un terribile
potere i crimini non hanno importanza. Sono cancellati dalla
storia o trasformati in benevole intenzioni che a volte non
hanno buon esito. Così [...] la guerra contro il Vietnam del
Sud, poi contro tutta l'Indocina, cominciò con «sforzi
grossolani per operare bene»[...]
L'apologia della guerra [del Vietnam] da parte di McNamara
era indirizzata agli americani e fu sia condannata come
perfida (dai falchi) sia considerata meritoria e coraggiosa
(dalle colombe): se milioni di morti erano sparsi tra le
rovine del paese devastato dagli attacchi e ancora morivano a
causa di ordigni inesplosi o degli effetti ritardati della
guerra chimica, questo non ci [noi cittadini USA; Chomsky è
statunitense] riguardava, e non richiedeva nessuna apologia,
per non parlare dei risarcimenti o dei processi per crimini
di guerra.
Piuttosto avvenne il contrario. Gli USA furono salutati come
il leader degli «stati illuminati» che avevano il diritto di
ricorrere alla violenza quando lo ritenevano opportuno. [...]
Gli stati fuorilegge che sono liberi internamente -- e gli
Stati Uniti lo sono oltre ogni limite -- devono fare
affidamento sulla buona volontà delle classi colte a produrre
consenso e a tollerare o a negare i terribili atti criminali.
Anche su questo argomento c'è una gran mole di documenti, che
saranno ripresi ampiamente altrove. Ciò non dovrebbe essere
motivo di orgoglio.
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