domenica 25 maggio 2014

Chi non votare?

Chi non votare in queste elezioni europee?

Nuovo Centro Destra, Forza Italia (Popoli della Libertà…)

C'era una volta Forza Italia, poi è diventato il Popolo delle Libertà1, poi si è scisso in Forza Italia e Nuovo Centro Destra. In realtà, un divorzio di comodo, rispondente a quattro necessità:

  1. evitare di essere investiti, per associazione, dalle bufere contro Berlusconi. Bufere di origine giudiziaria ma con impatti politici e che rischiavano di rendere la “Destra” un facile bersaglio.2
  2. Fornire un approdo sia per i consensi che ruotano intorno a Berlusconi sia per quelli di chi si è disaffezionato e se ne vuole emancipare;
  3. conquistare voti nuovi e riconquistare i voti persi, offrendo sia l'immagine della tradizione, ovvero del “sogno” che fu Forza Italia nel 1994 (per tutti i nostalgici), sia l'immagine del rinnovamento della “Destra” moderata (Nuovo Centro Destra), rinnovamento da molto tempo atteso da tanti di coloro che si sentono di “destra”3;
  4. poter seguire due strategie distinte di propaganda4 senza che la scelta di una escludesse l'altra.5

Queste due formazioni6 sono il simbolo del marciume morale e della corruzione della politica italiana7. Sono due prodotti artificiali della Forza Italia delle origini e ne rispecchiano la “cultura” dell'inciucio, della furberia, dell'appalto iniquo, del clientelismo, … e che accolgono nel loro seno parlamentari tutt'altro che onorevoli.

Non sono assolutamente votabili. Né loro, né chi si allea con loro. Non sono votabili per l'Europa e naturalmente non sono votabili per le politiche.

Partito Democratico

Il Partito Democratico8 ha delle colpe e delle responsabilità enormi. Fingendo di combattere Berlusconi e il berlusconismo, almeno a parole, ha sprecato le opportunità (magari poche, ma non assenti) di farlo davvero, preferendo invece usarlo per fornire all'immaginario comune L'Avversario ed ergersi a paladini della giustizia, della libertà, della politica buona, fino al punto in cui l'esistenza stessa della “sinistra” (del “centro-sinistra”) non è stata più concepibile senza Berlusconi: se non avessero avuto il Mostro Cattivo da additare, non avrebbero saputo più cosa dire ai loro elettori. Anche perché la “sinistra” ha tradito dei valori che dovrebbero appartenerle per tradizione — per esempio ha abbracciato la logica delle “privatizzazioni”, di cui è stata persino promotrice.

A conti fatti, la “sinistra” non ha ostacolato Berlusconi più di tanto; anzi, lo ha favorito e dove possibile si è persino nutrita dalle stesse radici. Con le elezioni recenti e le larghe intese si è rivelato come la distanza tra “destra” berlusconiana (o ex-berlusconiana) e “sinistra” non fosse quell'abisso incolmabile che volevano far credere: con il senno di poi, si può dire che più che un abisso era un effetto speciale a beneficio degli elettori, il cui scopo non può esser stato altro che la conservazione del potere nelle mani di soggetti affidabili, già invischiati in una rete di interessi, connivenze o semplice lassaiz-faire, magari omertoso, al punto da avere la giusta non-libertà di azione e iniziativa politica.

Arriviamo al PD di Renzi, che ha preso il posto di Letta9, che è subentrato a Bersani, che ha “quasi-vinto” delle elezioni in cui però in realtà il vero vincitore è stato il terzo incomodo, un terzo polo (il M5S) non contemplato dagli equilibri del potere e dagli schemi rodati di controllo.

Berlusconi sarebbe (o è?) la spalla perfetta di Renzi, PD ed ex-PdL (e altri) governano assieme (facendo muro comune contro il terzo incomodo), i ministeri sono “giustamente” ripartiti per accontentare un po' tutti, Governo e alleati di Governo (che normalmente dovrebbe essere opposizione, ma non in questo caso).

Anche al PD non mancano loschi figuri che non dovrebbero essere in parlamento, eppure si procede con quanto dovrebbe essere fatto spontaneamente solo dietro pressioni10. Un esempio è Genovese, ma non è l'unica figura dubbia transitata nel PD.

Dal loro atteggiamento si evince che non si tratta di eccezioni ma di prassi: sono dettagli a cui non badare. Ovvero, è un sistema che funziona così. E il PD ne è parte integrante come il PdL/Forza Italia di Berlusconi, e altri partiti.

In conclusione, anche il PD di Renzi non è votabile. Non lo è assolutamente alle politiche11 e non può esserlo pertanto nemmeno alle europee. In merito a queste, va aggiunto che il PD rappresenta quell'entusiasmo filoeuropeista, chino e riverente, che va guardato con molto sospetto.

Lega Nord

I tempi di Bossi con «ce lo abbiamo duro» sono finiti? La xenofobia strisciante o manifesta della Lega è ritornata nei ranghi? Bruciano ancora la bandiera italiana, hanno paura dei turchi in Europa? Le sparate di Borghezio12 sono solo un lontano ricordo? Vogliono ancora la secessione perché il Sud gli ruba i soldi e gli affossa l'economia?

Oltre a queste domande retoriche va aggiunto che anche nella Lega non mancano scandali giudiziari: anche la Lega è ormai entrata in pieno (e da tempo) in quel sistema distorto che la accomuna ai simili PD ed ex-PdL, almeno sotto questo punto di vista (per il resto fa più discorsi in un certo senso indipendenti dalle logiche del bipolo monoblocco, ma comunque non disdegna alleanze, specie con la “destra”).

Anche loro, dunque, non sono votabili: troppi punti oscuri e troppe brutture nella visione della società umana, troppo propensi al razzismo e al padanismo (la loro personale versione del nazionalismo becero). E naturalmente, anche loro non disdegnano indagati, condannati, ecc..

Vedi anche:

E gli altri?

Le quattro formazioni su citate sono le principali invotabili e tipicamente con consensi (nazionali) rilevanti.

Alla lista aggiungerei, ma con meno veemenza:

  • Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, con le stesse “accuse” e critiche che si possono muovere alle altre “destre” (inoltre vi si candida un personaggio che trovo inquietante —Magdi Cristiano Allam— e temo che le ideologie di queste formazioni siano in sintonia con quelle di costui).
  • Io cambio - MAIE, «costituita da ex leghisti delusi» (secondo il FQ).
  • Scelta Europea, che sono «fortemente europeisti» e in cui troviamo Fare per fermare il Declino (che mi puzzano di neoliberismo o robe simili) e persino una sconosciuta (almeno a me) Liberadestra di Gianfranco Fini…

Io ho deciso di votare M5S13, ma ciò che è rimasto fuori (Green Italia, Italia dei Valori, Lista Tsipras — e con questi, credo che sia tutto) rappresenta alternative votabili, o tendenzialmente innocue, verso cui non ho alcuna particolare acrimonia.

Anche se…: pesanti critiche le farei a Italia dei Valori; di Green Italia so troppo poco, per cui mi astengo — ma se è un single-issue party che punta su discorsi ecologisti, non so, non mi convince: questo tipo di politiche dovrebbero essere parte integrante di partiti o movimenti a più ampio raggio, come poi in effetti è, per cui un single-issue party mi sembra un po' una dispersione di voti ed energie.

Sulla Lista Tsipras: forse non condivido in pieno la loro posizione europea, e SEL ha i suoi bei difetti (tra i quali annovero Vendola medesimo, che si è rivelato un personaggio non così bello e umano come appariva all'inizio), anche se è tra i pochi “meno peggio” che ci sono rimasti in Italia nella Seconda Repubblica… in attesa della Terza Repubblica. La Lista vanta nomi interessanti14, partecipazioni interessanti (il Partito Pirata Italiano), ma c'è il rischio che sia solo uno specchietto per le allodole e che non riuscirà ad incidere (né nel senso che interessa a me, né nel senso che interessa alla Lista stessa). Comunque mi piacerebbe che superasse la Lega…


  1. Assorbendo, se così si può dire, Alleanza Nazionale.

  2. Specie degli intransigenti del M5S, che stranamente non gradiscono che Berlusconi possa essere considerato ancora un soggetto politico con cui sia normale interloquire.

  3. Naturalmente è un'immagine fittizia; infatti non c'è alcun sostanziale rinnovamento, non c'è niente di davvero nuovo nel NCD. Il DNA del Nuovo Centro Destra è quello della “destra” berlusconiana che è anche in pratica l'unico modello delle “destre” a partire dalla Seconda Repubblica. (Usiamo ancora per convenzione i termini “destra” e “sinistra”, sebbene da tempo non sono etichette adatte a descrivere, se non in modo del tutto superficiale, incompleto e persino fuorviante, le formazioni politiche contemporanee).

  4. Da un lato c'è Berlusconi 3.0, un po' stanco ma sempre con rassicurante aplomb, con le sue iperboli (ma lui è convinto, anche dietro la maschera pubblica, che non lo siano affatto: per questo funzionano tanto bene sulle sue labbra!) e le sue incredibili promesse; unico vero attore della scena (infatti gli altri sono solo comparse o groupies, sfrontato), sfrontato e s-pregiudicato come al solito. Messi un po' da parte i comunisti e, per forza di cose, i magistrati, lancia i suoi strali principalmente contro il M5S (attraverso Grillo), l'unica forza politica (con vasto consenso) con cui davvero non può contrattare. Dall'altro lato c'è Alfano (NCD). Poiché la frequenza dei toni accesi è già occupata (da Renzi e Grillo) e di sicuro non si può permettere di rincorrerli né può permettersi di imitare Berlusconi, non gli resta che puntare la maggioranza delle sue energie sul ruolo di moderato, responsabile, saggio e determinato statista che, mentre gli altri si azzuffano, guarda al futuro e a ciò che va fatto. Naturalmente non mancano, nei discorsi, gli attacchi ad altre formazioni politiche e persino le critiche a Forza Italia (del resto è necessario alimentare l'idea di differenza), così come non manca l'ottimismo per la collaborazione con il governo Renzi: per esempio in questo video, caricato il 3 maggio, dice: «la collaborazione con la sinistra che non è comunista, guidata da Matteo Renzi, sta dando davvero ottimi frutti» (Agrigento, Cinema Astor, campagna elettorale a favore di Marinello).

  5. Con una struttura monoblocco, quella del PdL, strettamente legata a Berlusconi e tale per cui ogni messaggio doveva nascere da lui o fare riferimento a lui in un modo o nell'altro, non sarebbe stato possibile portare avanti due modelli diversi di comunicazione e di presentazione dei contenuti senza dare l'immagine di un partito in decadenza, prossimo alla frammentazione a causa della perdita di coesione interna. Se si fosse tentata questa strada allo scopo di conservare il PdL, si sarebbero persi molti più consensi e probabilmente si sarebbe comunque arrivati alla scissione, ma meno controllata e dunque dopo aver disperso molte più “energie consensuali”. La scissione che, in un certo senso, ha giocato d'anticipo, è stata una buona mossa per aprire nuove strade a un discorso politico che resta lo stesso nella sostanza (da questo punto di vista, niente di originale nel panorama della politica italiana negli ultimi venti e più anni!)

  6. Insieme al NCD, per queste europee, troviamo pure l'UDC (con le sue posizioni aperte su certi temi sociali), che non è migliore di Forza Italia e NCD stesso, delle quali, per ora, è alleato anche nella politica nazionale.

  7. Come al solito si potranno pure trovare persone che si salvano; ma inserite in quel contesto il loro contributo non conta e del resto potrebbero tranquillamente cambiare formazione. Invece restano saldi sui loro conquistati allori e così facendo, di fatto, evitano l'assoluzione.

  8. Il Partito Democratico nasce intorno al 2007, ma lo considero come una naturale prosecuzione dei Democratici di Sinistra (DS), dell'Ulivo e di altre formazioni di “sinistra” (senza considerare l'eredità della “sinistra” democristiana). Pertanto conto la sua storia (al di là del nome del contenitore) come se iniziasse prima dell'anno di nascita ufficiale, cioè come se ci fosse già nel 1995, se non prima.

  9. Ma «Enrico stai sereno!»…

  10. Pressioni dell'opinione pubblica, messa in agitazione dalla propaganda del terzo incomodo, il Movimento Cinque Stelle (M5S).

  11. Non entro nel dettaglio della politica nazionale in questo post, ma do un paio di puntatori: decreto Banca d'Italia, 416-ter.

  12. Borghezio è europarlamentare…

  13. Perché è un movimento che considera importante ciò che deve precedere l'attività politica —l'onestà, l'integrità—, quella che si potrebbe chiamare questione morale; perché promuove e sperimenta nuovi modelli di partecipazione, rimettendo al centro il cittadino e la sovranità popolare, e distanziandosi e distinguendosi dall'élitismo che inquina non solo le stanze del potere politico (e non-politico) ma anche la mente dei comuni cittadini, succubi adoratori delle stesse élite che li disprezzano perché li ritengono incapaci, stupidi, irrecuperabili ecc.

  14. Anche se 1) facenti spesso parte di una certa “intelligenza di sinistra” che onestamente ha stancato e che è, secondo me, in parte responsabile del degrado culturale italiano, non essendo stata capace di comunicare e insegnare, troppo impegnata a rimanere, metaforicamente, su un piedistallo; 2) alcuni che alimentano sospetti di eccessivo europeismo, di quello entusiastico che reputo negativo.

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