mercoledì 28 maggio 2014

Dagli oggi, dagli domani

Il M5S entra anche nel parlamento europeo con un risultato che sarebbe buono se fosse preso per sé. Senonché, secondo l'interpretazione del megasondaggio, su cui è stato puntato forse troppo, sopravvalutando la probabilità di un testa-a-testa con il PD, il risultato è in realtà deludente, persino inferiore alle aspettative più prudenti e meno trionfalistiche (io mi aspettavo un 24-26% vs 31-35%, per dire).

In numeri assoluti potrebbe voler dire che lo zoccolo duro del M5S ha, attualmente, un limite superiore di quasi sei milioni di persone circa (ipotesi di base: l'astensionismo non ha colpito in modo particolare gli elettori del M5S).

Si può fare qualche altra considerazione e ipotesi amara: reflussi di elettori ex-PdL, voti strategici anti-M5S, vittoria della disinformazione e del terrore hanno contribuito al boom del PD.

  • La rediviva Forza Italia non è riuscita a ricatturare tutti suoi voti, buona parte dei quali sono confluiti nel PD. Molti hanno preferito il Renzi rampante a un Berlusconi stanco, in declino, senza futuro (non fosse altro per l'età…). Ad arginare questo flusso non c'è stata alcuna remora ideologica: c'è sintonia politica tra ex-PdL e PD. Inoltre, Renzi soddisfa la stessa necessità psicologica che soddisfaceva il personaggio Berlusconi.
  • Il PD non solo si è preso i voti dispersi dall'ex-PdL secondo quanto detto prima, ma si è preso anche dei voti strategici di coloro che hanno preferito abbandonare la loro formazione di riferimento per contribuire alla vittoria dell'unico partito che aveva l'opportunità di distanziare il M5S.1
  • Alfano è un leader insipido, che non convince; il Nuovo Centro Destra non è riuscito nell'ambizioso progetto di presentarsi come nuova “destra”: lo scettro rimane saldo nelle mani di Berlusconi2.
  • La questione morale, gli appelli all'onestà, in Italia non sono “vincenti”3: troppi italiani la ritengono ancora una questione di secondaria importanza.

A ciò si aggiunge l'ingente macchina propagandistica attivata4 dopo il successo delle elezioni del 2013: fino ad allora il M5S ha avuto in pratica vita facile5. Dopo lo stupefacente risultato del 2013 si sono attivati tutti i meccanismi di difesa dei “soggetti” minacciati dalla presenza di un terzo polo a rompere gli equilibri. Probabilmente alcuni effetti di queste reazioni si erano già visti nelle comunali.

Non c'è un medium mainstream6 che non abbia generato o ripreso e poi diffuso o ridiffuso stereotipi volti a ridicolizzare, emarginare, sminuire il M5S; che non abbia esasperato i suoi difetti e taciuto i pregi e/o espropriato i meriti; che non abbia distorto in qualche modo i suoi messaggi. Sono, alla fine, riusciti a creare una certa specifica immagine del M5S che è stata in grado di arginarne l'ascesa del consenso7, di allontanare gli indecisi e forse anche il voto di protesta, tornato all'ovile o disperso nell'astensionismo sfiduciato e in schede nulle.

Alcuni dei messaggi elaborati dai media e dai terminali li ho già trattati, più o meno, in altri post di questo blog8.

  • Identificazione tra Grillo e M5S; M5S come partito-azienda (Casaleggio Associati). Grillo comanda i parlamentari M5S, chi disobbedisce e osa ledere la maestà di Grillo9 viene espulso.
  • Grillo come Hitler, i “grillini” come gli squadristi fascisti; populisti antidemocratici; se governa “Grillo” (si noti, Grillo, non M5S in un parlamento con altre forze politiche all'opposizione) ci tocca un governo repressivo, la gogne mediatiche, i processi sommari, la dittatura, ecc…; Grillo urla e insulta soltanto; i “grillini” sono violenti10.
  • Sono disfattisti; non hanno fatto nulla; solo no no no11; sono impreparati12; puntano alla sconfitta dell'Italia; sono gufi13; non hanno fatto proposte costruttive.
  • Il M5S è anti-europeista; vogliono distruggere l'Unione Europea, uscire dall'euro, e in conseguenza di ciò ci saranno guerre, devastazioni, miseria, spread alle stelle, sfiducia dei mercati, implosione economica…14

Questi sono alcuni tratti che mi son venuti in mente, forse proprio perché i più battuti, ma ce ne son altri. E questa è la propaganda del terrore e della paura: state lontani da loro, sono pericolosi! Non votateli, o saranno cacchi amari! Anche Berlusconi, messi in soffitta i comunisti15, si è cimentato nel gioco dei “sassi contro Grillo”16, rilanciando alcuni memi, persino caricaturati fino all'eccesso, cosa che poteva fare solo lui tanto esplicitamente e senza suscitare qualche perplessità nell'elettorato (Renzi non avrebbe potuto senza compromettere un certo aplomb — furbino e cinico sì, ma non pazzo e offensivo).17

  • Gli italiani sono fondamentalmente resistenti all'idea della partecipazione e collaborazione; non gli piace e preferiscono leader ce penz mi. Naturalmente il leader ce penz mi deve ispirare auctoritas, deve essere dunque dentro la politica, un professionista che sa come si fa; non può essere un ex-comico urlante18.
  • Non sappiamo gestire l'indeterminazione, il dubbio e l'assenza di risposte certe e chiare a tutte le domande.

A questo punto qualcuno potrebbe dire che non ci sono critiche al M5S: qualcosa avrà pur sbagliato, no? Certo, ma non è necessario concordare su quali siano stati gli errori. Per me i soli motivi endogeni (gli errori propri) che possono in parte spiegare il calo sono questi19:

  • aver sottovalutato il mezzo televisivo, rivalutandone la sfruttabilità troppo tardi rispetto ai tempi necessari20;
  • aver sopravvalutato la comprensibilità di certi approcci alla politica, il desiderio (e forse anche la capacità) delle masse di essere più interattive; aver sopravvalutato la loro propensione e interessa ad essere coinvolti in certi processi a cui non sono abituati a partecipare;
  • aver sopravvalutato l'importanza della questione morale per gli italiani.

Questi errori hanno portato a un eccessivo ottimismo per i risultati, che si è trasformato in un po' troppa spavalderia e forse persino tracotanza21.

Solo questi? mi chiederebbero, immagino, alcuni.

Sì, se gli “errori” che secondo voi sto omettendo rientrano nelle categorie dell'“essere grillino” che hanno fatto da sfondo alla propaganda avversa e piena di fallacie22, o se sono presunti errori già debunkati qui o da altra parte: non è questo il post in cui dirli per poi smentirli ancora una volta (nelle note comunque c'è qualche spunto).

Per tutto ciò che resta, non lo considero rilevante nel seguente senso: considerata la storia politica italiana, i politici “professionisti” italiani e in generale i difetti dell'essere umano, i quali sono equamente distribuiti senza distinzione di colore, lingua e ideologia (e in particolare sono indipendenti da questa), si tratta di errori che non sono mai stati oggetto di così tanti esercizi di critica (praticamente sempre con intenti non costruttivi) e minuziosa “analisi”.23

Credo che sia più importante porsi queste domande: quanto hanno realmente inciso questi errori per sé? Se fossero stati fatti in un contesto mediatico neutro, quanto avrebbero pesato? Cosa vorrà dire in futuro non ripeterli, cioè cosa comporterà?

Per voi hanno sbagliato di brutto qui, lì, è colpa di questo, di quest'altro, delle non alleanze, dell'intransigenza, dei toni di Grillo? Va bene. E ora che l'avete detto e pensate che questo risultato confermi la validità dei vostri dubbi, come si risolve? Come pensate di andare avanti? Come reagirete al prossimo errore? (Perché ce ne saranno, certo che sì!)24… Ora magari siete di nuovo privi di fiducia nella politica, ed è tutta colpa di Grillo… È colpa sua se il PD è andato al 40%, è colpa sua se Forza Italia è il terzo partito, è colpa sua e dei suoi errori (naturalmente)… Ok, rilassatevi e sognate un'Italia migliore senza M5S e senza Grillo25. Che altro volete che vi dicano oltre questo?26

Magari tutti gli altri partiti (eletti ed elettori) gioiscono: perché in effetti in questo megasondaggio l'unico vero sconfitto è proprio il M5S. Tutti gli altri hanno in effetti vinto, in un senso o nell'altro. E perciò complimenti a tutti27.


  1. Si può dire anche in un altro modo: nel momento in cui si è sentita plausibile l'ipotesi che il M5S potesse raggiungere o addirittura superare il PD, una serie di elettori (tradizionalmente non legati al PD) hanno deciso di votarlo. Cfr. questo video che ho trovato or ora: «Nostri voti prestati a Renzi per fermare Grillo». Perché dirlo? Per ricordare a tutti che Forza Italia non è così giù come è sembrata e i conti verranno fatti a tempo debito, se non prima, se sarà necessario.

  2. O forse bisognerebbe dire che rimane di Renzusconi… Comunque, se si considera il NCD come nuovo partito, allora il suo risultato è tutto sommato buono. Ma come soggetto derivante dallo smembramento del PdL, è evidente che ha portato con sé ben poco del consenso e della fiducia accordate al PdL, che evidentemente è rimasta in larga maggioranza con Forza Italia (cioè derivava da Berlusconi). Si potrebbe speculare in modo ottimistico (per il PdL) su cosa sarebbe successo se non si fosse scisso: FI e NCD (con UDC e PPI) raggiungono il 21.14%, cioè in sostanza poco meno del M5S.

  3. Mi ritrovo a leggere domande un po' sfottenti come queste: «Se Rodotà sta con Tsipras, vuol dire che Tsipras è più onesta di M5S?» (seguito da link che non ho registrato). Si sta ridicolizzando la pretesa del M5S di essere un “movimento di onesti”: se Rodotà (che fu candidato dal M5S al Quirinale) sceglie Tsipras, allora Tsipras forse è più onesta. Per completare il debunking bisogna aggiungere almeno un sottinteso: Rodotà è portato a scegliere “i più onesti”. Naturalmente, bisogna anche avere un modo per misurare la “quantità di onestà” e deve trattarsi di una unità con un ordinamento (onestà di livello 1 < onesta di livello 2 < onesta di livello 3 …).

  4. Frasi del genere vanno lette in senso tecnico: non esiste un “soggetto attivante”, non esiste un quartier generale della propaganda, una mente o un comitato che la organizza. Emerge un comportamento organizzato ma in modo del tutto spontaneo, grazie al fatto che si condividono intenti (o necessità) e al fatto che ciascuno, interagendo con lo stesso ambiente, può osservare e imitare o elaborare le iniziative degli altri e i loro effetti, senza curarsi dei reali obiettivi altrui, ma valutando le informazioni solo in relazione ai propri. Di nuovo, però, il sottinteso che qualcuno potrebbe leggere quando parlo di obiettivi, è impreciso: non bisogna per forza immaginare che esista il preciso obiettivo di dare un certo messaggio perché “fa piacere al capo” o è nella “linea del partito” (naturalmente questo aspetto esiste). Per esempio, sebbene un medium possa essere benissimo spinto a pubblicare una certa informazione (in un certo modo, in un certo contesto, ecc.) perché strumentale alla propaganda del partito di cui è organo, non è da escludere che, dal punto di vista del medium stesso, la logica seguita e il meccanismo che lo porta a replicare o elaborare un meme ha a che fare con la sua capacità di catalizzare il discorso mediatico, grazie alle reazioni e controreazioni (di qualunque natura); e ciò è il nutrimento del medium stesso, quasi a prescindere dall'effettivo contenuto del messaggio. Altra necessaria nota: la «linea del partito» non è da immaginare come se fosse imposta da diktat che partono dalle segreterie di partito e arrivano sulla scrivania di un redattore che poi li impone ai caporedattori e così via, finché non arrivano, passo dopo passo, a chi deve scrivere l'articolo. Anche in questo caso, c'è qualcosa di più sottile, più elaborato; in breve, ciascuna persona agisce in realtà secondo propria coscienza, cioè liberamente, diciamo; solo che tale coscienza è funzionale alla «linea del partito»: se così non fosse, quella persona non occuperebbe quel ruolo. (L'analisi si può dettagliare, espandere, argomentare più a lungo e così via; ma non è l'oggetto principale di questo post).

  5. Propaganda avversa non organizzata, sparpagliata, casuale, non adatta a costruire l'immagine necessaria per contrastarne l'ascesa.

  6. Se consideriamo Il Fatto Quotidiano un medium mainstream in senso tradizionale ― cosa che forse non è nemmeno tanto ― allora possiamo dire che è l'eccezione, avendo ospitato molti contributi critici ma spesso giustamente critici e non puramente propagandistici. Da una parte, per alcuni contributi, si è beccato degli strali “grillini”; dall'altra l'accusa di essere uno strumento della propaganda M5S!

  7. Considerando altri fattori, sarebbe forse più corretto parlare di “recupero del consenso”, piuttosto che di ascesa, perché comunque rispetto alle elezioni del 2013 c'era da aspettarsi un consenso calato a un plateau rugoso più basso del picco di febbraio.

  8. Anche sul blog di Guiro da Panama si sono toccati o si stanno per toccare temi pertinenti, per chi ha tempo di leggere e voglia di capire.

  9. Cfr. Quoque tu, Brute?, Lesa maestà?, Daglie de tacco daglie de pinna (1); sul tema degli allontanamenti si può leggere Decaduta d'ufficio; o cercare articoli come questo, che non hanno subito alcun processo mediatico di amplificazione.

  10. Oggi ho sentito quanto segue. Passando davanti uno schermo un collega (commentando evidentemente una notizia di un telegiornale) dice: «Oh, messaggio di Beppe Grillo…»; di getto, un altro collega risponde: «Che dice? Attaccate tutte le postazioni del PD?». Non so se il collega che ha fatto questa battuta ci crede davvero, ma di fatto la spontaneità con cui gli è venuta è l'evidenza di un riferimento diretto a un grumo di idee sedimentate (e in attesa di essere attivate) nei riguardi di Grillo e dei “grillini”: un dittatore repressivo, antidemocratico, che istiga alla violenza i suoi, che gli obbedirebbero ciecamente.

  11. Ancora oggi sento persone che ricordano che si poteva fare una alleanza con Bersani (osservate come già compare il meme «movimenti o partiti dove comanda uno solo […] Se questi qui vanno al governo, poi all’Italia tocca ubbidire a uno solo»…); davvero si poteva? Quello che si voleva non era un'alleanza: si volevano i loro voti e la loro sottomissione, cioè si voleva snaturarli e assorbirli. Loro sono i borg. Notate anche la generalizzazione: dicono no, ma a cosa esattamente? La risposta dipende dalla domanda…

  12. Solo persone preparate devono fare politica. Questa affermazione ha due sottintesi falsi: tutte le persone che avete eletto fino ad ora erano persone preparate, dei politici di professioni; tutte le persone elette nel M5S sono incompetenti.

  13. Che Renzi abbia giocato sulla componente scaramantica?

  14. Tutto ciò si può leggere così: comandano “i mercati” (qualunque cosa siano), i mercati sono sovrani, bisogna dare ai mercati l'idea di governi stabili, che gli siano amici, di cui ci si può fidare (cioè che obbediscano alle “leggi del mercato”) altrimenti il mercato si agita e sei fregato. Dire che il M5S ha posizioni di estremo antieuropeismo (cosa che non è — al punto che secondo certi veri estremisti il M5S è schifosamente filoeuropeista) è servito per la terapia del terrore, la strategia della paura.

  15. Secondo un elettore M5S scottato dalla sconfitta, è stato un errore citare Berlinguer e il comunismo a piazza San Giovanni, perché metà elettori M5S sono di destra; infatti, dice lui, la piazza è rimasta perplessa quando Casaleggio ha chiesto di urlare il nome di Berlinguer. Segno che i comunisti potrebbero essere usati ancora come arma di distrazione — ma sono propenso invece a credere che siano errate le ipotesi di partenza di questo tizio e le sue interpretazioni (metà elettori di destra, piazza perplessa).

  16. L'identificazione assoluta tra Grillo e M5S facilita il compito della propaganda, che può così concentrarsi su Grillo più che su un'entità collettiva che, in quanto tale, potrebbe “svicolare” distribuendo le singole “colpe” alle persone cui competono. Rendendo il M5S “atomico”, monogranitica emanazione del pensiero unico di Grillo, la propaganda ottiene la generalizzazione automatica.

  17. Nel gioco dei sottintesi e dei riferimenti incrociati può finire che i singoli “nodi” diventino nebulosi e il messaggio vero, nascosto in livelli più bassi e indiretti, si perda. Berlusconi può avere il ruolo di soffiare su questi “nodi” e tenerli accessi e visibili, in modo che sottintesi e riferimenti trovino la loro strada facilmente. Altri intellettuali, pensatori, politologi, possono svolgere lo stesso ruolo (insieme al “popolo della rete” ovviamente, il cui impatto è però difficile da controllare e stimare), mentre alcuni politici non se lo possono permettere e devono rimanere più “tra le righe” — questo è, a mio avviso, il caso di Renzi.

  18. Qui è stata fondamentale l'identificazione del M5S con Grillo: i parlamentari non esistono se non come marionette obbedienti (o come ingiustamente espulsi). Eppure sono lì e stanno svolgendo un buon lavoro in parlamento — stanno facendo il loro lavoro, come altri parlamentari. Nessuno è esente da errori, ovviamente; domandarsi come mai sono questi ad essere sottolineati e risottolineati ci porta di nuovo al ruolo della stampa nella politica.

  19. Altri possono non essere d'accordo. Poco male. In questo elenco aggiungerei forse solo quest'altro, che ho letto da Scanzi, mi pare: aver confuso la piazza con tutto l'elettorato.

  20. La televisione è difficile da colonizzare: è un territorio ostile, ha già i suoi spazi occupati e non conquistabili. La rete è più “anarchica”, ma anche per questo è più dispersiva. Tentare di concentrare i messaggi in un network può essere sfruttato propagandisticamente a sfavore: lì c'è informazione irrilevante perché di parte (manca il senso di auctoritas indipendente). Dall'altra parte, lo spettatore o il lettore comune di un media mainstream affermato ne riconosce l'auctoritas e ne dimentica (o minimizza, o ignora) l'affiliazione: è lì che è abituato a vedere l'informazione “libera e democratica”, quindi c'è una certa fiducia. Inoltre, una volta disseminata l'idea che Grillo/Casaleggio sono dittatori, despoti, antidemocratici ecc. e una volta identificati i loro media, questi si possono isolare e bollare come inaffidabili perché di parte — al limite, sono strumenti per fare il lavaggio del cervello (guadagnando anche un fottìo di soldi).

  21. Però bisogna dire che non avrebbe avuto senso fare una campagna elettorale giocando il tutto per tutto a colpi di dubbi e incertezze sul risultato… sì vogliamo vincere, vogliamo superare il PD, però mi sa che non ce la facciamo… Non avrebbe avuto senso. Per cui l'hashtag simbolo di questa scommessa non poteva che essere iperbolico come vinciamonoi.

  22. Per esempio: Grillo urla, offende. Quindi non ha mai detto nulla di interessante. Che poi è un loaded statement a sua volta: Grillo è tutto e solo il movimento, conta solo ciò che fa lui, se lui urla e offende io non voto M5S!

  23. Qualcuno mi ha detto: d'un tratto molti italiani si sono accorti ricordati che esiste la politica e [hanno notato] che il M5S non la sa fare [ancora] tanto bene… Aggiunta: stavamo cercando di ricostruire le parole precise, ma non ce le ricordiamo. Il senso comunque è grossomodo questo: gli italiani si sono svegliati da un letargo politico e tendono ad accanirsi contro chi ha turbato il loro sonno — invece di porsi qualche domanda in più sui fantasmi che hanno popolato i loro incubi… ma questi, in fin dei conti, sono immateriali, sono solo un sogno, e non possono far loro del male…

  24. Per molti un errore protratto nel tempo sarà il rifiuto di alleanze. Ma signori miei, bischeri (leggete alla Renzi), vi rendete conto dei rischi nell'abbracciare questa linea? I vostri intenti sono lodevoli, lo so, abbiamo tutti grandi idee e vorremmo solo il bene dell'Italia intera. Il M5S ha sempre detto e ripetuto che avrebbe votato proposte non in contrasto con le idee del movimento (del suo programma): questo è un patto alla pari. L'alleanza, nel gergo tecnico, vuol dire sudditanza: vuol dire che poi possono incastrare il movimento e obbligarlo a prendere una certa linea o scalciarlo accusandolo di aver creato una crisi di governo. Possono (come già fanno) infarcire decreti con la scusa d'urgenza in cui mischiano pizza con astronavi. Lo fanno, l'hanno sempre fatto (prima che il M5S entrasse in parlamento, intendo). Sarà pure ora che questa pratica finisca e si permetta al parlamento di votare su un tema solo per volta, o no?

  25. Gioite per il fatto che abbia vinto un movimento che è una seria minaccia alla democrazia, come Quit the Doner insegna!

  26. Questo è più che altro un invito a fare critiche serenamente, senza gettarsi in giudizi affrettati, senza scarica barile che, se anche fossero giusti e sensati, non avrebbero altro scopo che quello di permettervi di sfogarvi… e allora, se avete di questo bisogno, magari… Vi siete rilassati? Bene. Tornate a leggere questo inutile scritto che, come tutti i miei scritti merita di essere ignorato perché non dice niente di intelligente, niente di interessante, niente che valga il tempo perso a leggerlo, niente che faccia riflettere… solo propaganda del solito “grillino” cieco che difende il suo Dio (ahimé devo sentirmi dire 'ste cose, da semianalfabeti acculturati) — ecco, se pensate una cosa del genere, potete tornare alle vostre letture più impegnate, da cui evidentemente avete acquisito soprattutto l'arte di comprendere un testo. (Scrivo così male? Può essere; avete ragione, non si capisce che voglio dire, troppo contorto).

  27. Mi dicono di ricordare, giustamente, che comunque ora ci sono dei nuovi parlamentari europei.

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